BARI – Più interventi chirurgici, 15.635 nel 2022 per un valore di 82,8 milioni di euro, ma anche maggiore qualità e complessità dell’attività svolta nelle sale operatorie della ASL Bari. E’ quanto emerge dal Report stilato dall’Unità operativa Controllo di Gestione sull’attività di tutte le branche specialistiche chirurgiche dell’azienda sanitaria barese nel 2022, raffrontata anche con i dati degli anni precedenti, dal 2019 pre-emergenza al 2020, anno in cui la pandemia ha avuto l’impatto maggiore, per passare al 2021 quando è cominciata la fase di pieno recupero.
L’analisi riguarda tutti i ricoveri ospedalieri che hanno condotto ad un intervento chirurgico, secondo il sistema DRG, vale a dire lo strumento di classificazione del prodotto finale dell’ospedale. Non solo quantità, dunque, ma anche valore e complessità delle prestazioni chirurgiche effettuate. Ne viene fuori un quadro chiaro e completo. I 15.635 interventi del 2022, infatti, fanno segnare il punto più alto dell’attività degli ultimi quattro anni, con 2.211 operazioni in più rispetto all’anno precedente (13.324, +16,5%) e 3.855 nel confronto con il 2020, con una crescita del 32,7% (11.780 interventi). Il miglioramento è significativo (+5,9%) anche se paragonato al 2019, quando la pandemia non c’era e sono stati eseguiti 14.766 interventi, 869 meno che nel 2022. In quanto a valore delle prestazioni chirurgiche garantite ai pazienti, il 2022 si conferma un anno di forte crescita grazie ad un risultato di 82.839.202, circa 12 milioni in più (+17%) rispetto ai 70,8 milioni del 2021, con una risalita evidente rispetto ai 59,6 milioni del 2020 (+38,8%) ed un netto miglioramento anche nel confronto con il 2019 (+18,7%), quando il valore della “produzione” si è attestato a 69,7 milioni.
«I dati raccolti ed analizzati – commenta il Direttore generale Antonio Sanguedolce – ci restituiscono un’immagine nitida e precisa dell’ultimo quadriennio, in cui la ASL Bari ha affrontato, contrastato e superato un periodo complicato per tutto il sistema sanitario. L’attività chirurgica, in particolare, rappresenta una spia della capacità dell’organizzazione sanitaria di adattarsi e reagire, non solo recuperando il terreno perduto a causa dell’emergenza, ma anche – come certificato dai numeri - di fare di più e meglio. La crescita del numero degli interventi chirurgici illustra l’aumentata capacità di lavoro delle nostre équipe chirurgiche, anestesiologiche e infermieristiche, che vanno ringraziate insieme a tutte le altre figure professionali che ruotano intorno alle sale operatorie, così come il miglioramento in termini di valore “prodotto” è sintomatico della qualità e complessità delle operazioni eseguite in diversi e delicati settori assistenziali, anche grazie alle eccellenti professionalità che l’azienda è stata in grado di valorizzare o reclutare».
Il dettaglio delle singole branche, del resto, restituisce dati coerenti con la favorevole tendenza generale. Tra il 2020 e il 2022, ma anche in rapporto con il 2019, le specialità di Ortopedia, Chirurgia, Ostetricia e Ginecologia, Cardiologia/Emodinamica, Urologia, Otorinolaringoiatria, Neurochirurgia, Chirurgia Vascolare e Chirurgia Plastica sono praticamente tutte migliorate sia in termini di volume sia in quanto a complessità delle prestazioni chirurgiche.
Parallelamente, inoltre, sono sostanzialmente tornati ai livelli pre-pandemia anche i Day service chirurgici effettuati ambulatorialmente. Nel 2022, gli interventi nelle quattro branche principali (Oculistica, Chirurgia, Ortopedia e Ginecologia) hanno toccato quota 30.243 – per un valore di oltre 18 milioni -, solo l’1,5% in meno rispetto al 2019, quando le prestazioni sono state 30.718. Evidente il recupero sia rispetto al 2020 (20.221), con oltre 10mila interventi in più (+49,5%), sia nel confronto con il 2021 (25.406), grazie ad una crescita del 19% pari a 4.837 operazioni ambulatoriali in più.
L’analisi riguarda tutti i ricoveri ospedalieri che hanno condotto ad un intervento chirurgico, secondo il sistema DRG, vale a dire lo strumento di classificazione del prodotto finale dell’ospedale. Non solo quantità, dunque, ma anche valore e complessità delle prestazioni chirurgiche effettuate. Ne viene fuori un quadro chiaro e completo. I 15.635 interventi del 2022, infatti, fanno segnare il punto più alto dell’attività degli ultimi quattro anni, con 2.211 operazioni in più rispetto all’anno precedente (13.324, +16,5%) e 3.855 nel confronto con il 2020, con una crescita del 32,7% (11.780 interventi). Il miglioramento è significativo (+5,9%) anche se paragonato al 2019, quando la pandemia non c’era e sono stati eseguiti 14.766 interventi, 869 meno che nel 2022. In quanto a valore delle prestazioni chirurgiche garantite ai pazienti, il 2022 si conferma un anno di forte crescita grazie ad un risultato di 82.839.202, circa 12 milioni in più (+17%) rispetto ai 70,8 milioni del 2021, con una risalita evidente rispetto ai 59,6 milioni del 2020 (+38,8%) ed un netto miglioramento anche nel confronto con il 2019 (+18,7%), quando il valore della “produzione” si è attestato a 69,7 milioni.
«I dati raccolti ed analizzati – commenta il Direttore generale Antonio Sanguedolce – ci restituiscono un’immagine nitida e precisa dell’ultimo quadriennio, in cui la ASL Bari ha affrontato, contrastato e superato un periodo complicato per tutto il sistema sanitario. L’attività chirurgica, in particolare, rappresenta una spia della capacità dell’organizzazione sanitaria di adattarsi e reagire, non solo recuperando il terreno perduto a causa dell’emergenza, ma anche – come certificato dai numeri - di fare di più e meglio. La crescita del numero degli interventi chirurgici illustra l’aumentata capacità di lavoro delle nostre équipe chirurgiche, anestesiologiche e infermieristiche, che vanno ringraziate insieme a tutte le altre figure professionali che ruotano intorno alle sale operatorie, così come il miglioramento in termini di valore “prodotto” è sintomatico della qualità e complessità delle operazioni eseguite in diversi e delicati settori assistenziali, anche grazie alle eccellenti professionalità che l’azienda è stata in grado di valorizzare o reclutare».
Il dettaglio delle singole branche, del resto, restituisce dati coerenti con la favorevole tendenza generale. Tra il 2020 e il 2022, ma anche in rapporto con il 2019, le specialità di Ortopedia, Chirurgia, Ostetricia e Ginecologia, Cardiologia/Emodinamica, Urologia, Otorinolaringoiatria, Neurochirurgia, Chirurgia Vascolare e Chirurgia Plastica sono praticamente tutte migliorate sia in termini di volume sia in quanto a complessità delle prestazioni chirurgiche.
Parallelamente, inoltre, sono sostanzialmente tornati ai livelli pre-pandemia anche i Day service chirurgici effettuati ambulatorialmente. Nel 2022, gli interventi nelle quattro branche principali (Oculistica, Chirurgia, Ortopedia e Ginecologia) hanno toccato quota 30.243 – per un valore di oltre 18 milioni -, solo l’1,5% in meno rispetto al 2019, quando le prestazioni sono state 30.718. Evidente il recupero sia rispetto al 2020 (20.221), con oltre 10mila interventi in più (+49,5%), sia nel confronto con il 2021 (25.406), grazie ad una crescita del 19% pari a 4.837 operazioni ambulatoriali in più.