BARI - E' stato rigettato dalla Corte di Cassazione il ricorso presentato dagli avvocati difensori del boss di Japigia, Savinuccio Parisi, in merito al provvedimento con il quale il Tribunale di Sorveglianza di Perugia lo scorso ottobre aveva revocato la liberazione anticipata inizialmente riconosciuta a Parisi per buona condotta.
Se la richiesta fosse stata accolta, Parisi sarebbe stato scarcerato entro un mese. Ma il boss, avendo operato anche da dietro le sbarre, con continui colloqui con alcuni personaggi vicini al clan, mantenendo la sua posizione di rilievo all'interno del gruppo criminale, non dovrebbe avere alcuna riduzione della pena. Per questo la condanna del boss Japigia scadrà nel maggio 2026.
Se la richiesta fosse stata accolta, Parisi sarebbe stato scarcerato entro un mese. Ma il boss, avendo operato anche da dietro le sbarre, con continui colloqui con alcuni personaggi vicini al clan, mantenendo la sua posizione di rilievo all'interno del gruppo criminale, non dovrebbe avere alcuna riduzione della pena. Per questo la condanna del boss Japigia scadrà nel maggio 2026.