Ferruccio, un pugliese a Londra
FRANCESCO GRECO - Era figlio di maestro Antonio, sagrestano e calzolaio:
nell’altro secolo eravamo tutti multitasking. Il suo
paese, Montesardo (Lecce) ricorda sempre la sua
bella voce da tenore quando cantava in chiesa, alle
messe delle feste grandi come a quelle dei morti.
I Protopapa abitavano vicino, tanti ricordano anche
la sua cancedda (desco) d’estate in strada, fuori dalla
porta, l’odore della pece e delle suole, le scarpe sulle
forme, le salvapunte. Da Donato Chiccu Massaru, il
patriarca, famiglie di grandi lavoratori, persone per
bene.
Da ragazzo Ferruccio imparò l’arte difficile del ferro, piegarlo in tante forme e disegni, nella bottega del maestro Teodoro Fersini (da Castrignano del Capo), in fondo a via Santi Martiri. Costruiva e regalava ai suoi amici bellissimi monopattini. Poi si sposò, mise su famiglia e un giorno, come tanti ragazzi del Sud, emigrò. Destinazione Gran Bretagna, chissà perché: forse c’era qualche paesano?
Ferruccio trovò subito lavoro come giardiniere nella villa dell’uomo più ricco di L0ndra. Dove invitava e ospitava gli amici dei giochi d’infanzia per le vacanze nel Regno Unito.
Ogni tanto, soprattutto d’estate, tornava al paese natio, ritrovava i compagni dei giochi nei vicoli all’ombra della chiesa e insieme ricordavano i bei tempi spensierati, quando si era felici con niente. Ferruccio se n’è andato all’improvviso, in terra straniera, a 78 anni. “Ciao fratellone – ha scritto sui social il fratello Fernando, carabiniere in pensione, che vive a Brescia – ci hai lasciati senza dirci nulla…”. Maestro Antonio aveva altri due figli: Tina e Oronzo (campione di biliardo).
Sorpresi e commossi anche i nipoti: Marialucia, Domenica, Antonella. Paola, Emanuela, Antonio, Paolo, Matteo, Giovanni e Luca. E l’intero paese, che voleva bene a Ferruccio come a un fratello. E’ sempre stato un uomo silenzioso, di poche parole, di quelli che fanno parlare le cose che fanno. Che la terra straniera ti sia lieve. Come dice il vecchio proverbio: Si sa dove si nasce, non si sa dove si muore….
Da ragazzo Ferruccio imparò l’arte difficile del ferro, piegarlo in tante forme e disegni, nella bottega del maestro Teodoro Fersini (da Castrignano del Capo), in fondo a via Santi Martiri. Costruiva e regalava ai suoi amici bellissimi monopattini. Poi si sposò, mise su famiglia e un giorno, come tanti ragazzi del Sud, emigrò. Destinazione Gran Bretagna, chissà perché: forse c’era qualche paesano?
Ferruccio trovò subito lavoro come giardiniere nella villa dell’uomo più ricco di L0ndra. Dove invitava e ospitava gli amici dei giochi d’infanzia per le vacanze nel Regno Unito.
Ogni tanto, soprattutto d’estate, tornava al paese natio, ritrovava i compagni dei giochi nei vicoli all’ombra della chiesa e insieme ricordavano i bei tempi spensierati, quando si era felici con niente. Ferruccio se n’è andato all’improvviso, in terra straniera, a 78 anni. “Ciao fratellone – ha scritto sui social il fratello Fernando, carabiniere in pensione, che vive a Brescia – ci hai lasciati senza dirci nulla…”. Maestro Antonio aveva altri due figli: Tina e Oronzo (campione di biliardo).
Sorpresi e commossi anche i nipoti: Marialucia, Domenica, Antonella. Paola, Emanuela, Antonio, Paolo, Matteo, Giovanni e Luca. E l’intero paese, che voleva bene a Ferruccio come a un fratello. E’ sempre stato un uomo silenzioso, di poche parole, di quelli che fanno parlare le cose che fanno. Che la terra straniera ti sia lieve. Come dice il vecchio proverbio: Si sa dove si nasce, non si sa dove si muore….