Giunta approva delibera per sbloccare avanzi vincolati di bilancio, Emiliano: 'Monitoriamo la Sanità, nessuna nuova tassa per i pugliesi'
BARI - “I pugliesi non pagheranno maggiori tasse, non ci saranno tagli e si avvia una fase di monitoraggio stretto e continuo sulla sanità pugliese in modo che il sistema incrementi costantemente qualità e quantità dei servizi di salute di cui hanno bisogno i cittadini”.
Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando il provvedimento con cui oggi la Giunta regionale ha coperto la spesa sanitaria con 149 milioni del bilancio autonomo, in particolare sbloccando gli avanzi vincolati emersi dal rendiconto per il 2022 approvato nella stessa seduta di Giunta.
“È un risultato importantissimo, frutto del tradizionale pieno conseguimento degli equilibri di bilancio, della sana gestione corrente e dell’elevata giacenza di cassa, valori positivi che abbiamo messo in campo affinché sia effettivamente garantito a tutti i cittadini il diritto alla salute e la copertura sanitaria universale, facendo la nostra parte in una fase di profonda trasformazione della sanità italiana dopo la tempesta della pandemia”, ha detto il vicepresidente e assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, illustrando la manovra operata dopo aver ridotto le stime del disavanzo sanitario da 205 milioni di euro, conseguenza tutta dell’emergenza determinata dalla pandemia, a 149 milioni di euro, garantendone la copertura attraverso l’utilizzo degli avanzi vincolati come consentito dalle Leggi di Bilancio nazionali 2022 e 2023.
Mettendo in campo gli avanzi vincolati a specifiche destinazioni, la Regione Puglia riesce, infatti, a coprire con risorse proprie la spesa sanitaria senza alzare le tasse e senza tagliare nessuna altra politica regionale.
Piemontese ha evidenziato quanto il peso del caro energia e il peso dell’inflazione, esattamente come per tutte le famiglie italiane, si sia abbattuto anche sull’acquisto di beni e servizi delle aziende sanitarie. E, illustrando le singole voci che più hanno contribuito alla crescita della spesa sanitaria pugliese, a partire dall’impatto della pandemia da COVID-19 sugli stessi modelli organizzativi dei presidi sanitari, ha sottolineato il peso del caro energia che ha fatto lievitare a 110 milioni di euro la spesa delle aziende sanitarie e ospedaliere pugliesi, e l’inflazione che ha fatto impennare i prezzi di acquisto di beni e servizi per 40 milioni di euro.
Inoltre, l’anno scorso, si è aggiunta una spesa da 105 milioni di euro per il rinnovo del contratto collettivo nazionale Area Sanità e di 100 milioni di euro per stabilizzare il personale che era stato assunto a 18 mesi per fronteggiare la pandemia.
L’invarianza del carico fiscale per i pugliesi nonostante le riduzioni dei trasferimenti da parte dello Stato, il pieno conseguimento degli equilibri di bilancio e della gestione corrente del bilancio che consente alla Regione il finanziamento di nuovi investimenti, l’elevata giacenza di cassa pari a circa 2 miliardi e 100 milioni di euro per l'anno 2022, il conseguimento dei target di spesa dei fondi strutturali comunitari, il pieno rispetto dei tempi di pagamento, la riduzione del debito commerciale residuo e la costante riduzione dell’indebitamento regionale sono le caratteristiche positive che hanno contrassegnato anche il rendiconto dell’anno scorso che, adesso, dopo l’approvazione della Giunta, è trasmesso alla Corte dei conti per la parifica.
In particolare, l'elevata disponibilità di cassa ha consentito l’anno scorso di confermare il finanziamento di nuovi investimenti, senza dover ricorrere alla contrazione di mutui o prestiti, concedendo ai Comuni pugliesi contributi agli investimenti, anche per rafforzare iniziative di stimolo anticiclico all’economia regionale, nonché per realizzare investimenti diretti, sia per l’attuazione di interventi di manutenzione straordinaria, sia per l’acquisizione di immobili.
Un’iniezione di risorse economiche che, l’anno scorso, ha visto la Regione mobilitare complessivamente oltre 162 milioni di euro, grazie ai quali è stato finanziato, per esempio, il Programma “Strada per strada” con interventi di manutenzione straordinaria delle strade comunali per complessivi circa 42 milioni di euro, di cui in queste settimane si stanno moltiplicando i cantieri di ultimazione dei lavori.
Nelle politiche di spesa, spiccano, ovviamente, le politiche di tutela della salute a cui sono state destinate risorse per 9 miliardi e 326 milioni di euro, a cui segue per rilevanza la quota destinata ai Trasporti e al diritto alla mobilità, per oltre 1 miliardo di euro.
Decisamente non trascurabile è la spesa relativa alle politiche di Sviluppo economico e competitività, per un importo pari di oltre 450 milioni di euro. La Regione Puglia ha inoltre destinato oltre 308 milioni di euro per Diritti sociali, politiche sociali e della famiglia; oltre 290 milioni di euro per Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente; circa 170 milioni di euro per Politiche per il lavoro e formazione professionale; oltre 150 milioni per Istruzione e Diritto allo studio; quasi 240 milioni di euro per Agricoltura, Politiche agroalimentari e Pesca; poco meno di 150 milioni di euro su Assetto del territorio e edilizia abitativa; circa 56 milioni di euro per Tutela e valorizzazione dei Beni e attività culturali; oltre 30 milioni per il Turismo e circa 22 milioni di euro per Energia e diversificazione delle fonti energetiche.
“È un risultato importantissimo, frutto del tradizionale pieno conseguimento degli equilibri di bilancio, della sana gestione corrente e dell’elevata giacenza di cassa, valori positivi che abbiamo messo in campo affinché sia effettivamente garantito a tutti i cittadini il diritto alla salute e la copertura sanitaria universale, facendo la nostra parte in una fase di profonda trasformazione della sanità italiana dopo la tempesta della pandemia”, ha detto il vicepresidente e assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, illustrando la manovra operata dopo aver ridotto le stime del disavanzo sanitario da 205 milioni di euro, conseguenza tutta dell’emergenza determinata dalla pandemia, a 149 milioni di euro, garantendone la copertura attraverso l’utilizzo degli avanzi vincolati come consentito dalle Leggi di Bilancio nazionali 2022 e 2023.
Mettendo in campo gli avanzi vincolati a specifiche destinazioni, la Regione Puglia riesce, infatti, a coprire con risorse proprie la spesa sanitaria senza alzare le tasse e senza tagliare nessuna altra politica regionale.
Piemontese ha evidenziato quanto il peso del caro energia e il peso dell’inflazione, esattamente come per tutte le famiglie italiane, si sia abbattuto anche sull’acquisto di beni e servizi delle aziende sanitarie. E, illustrando le singole voci che più hanno contribuito alla crescita della spesa sanitaria pugliese, a partire dall’impatto della pandemia da COVID-19 sugli stessi modelli organizzativi dei presidi sanitari, ha sottolineato il peso del caro energia che ha fatto lievitare a 110 milioni di euro la spesa delle aziende sanitarie e ospedaliere pugliesi, e l’inflazione che ha fatto impennare i prezzi di acquisto di beni e servizi per 40 milioni di euro.
Inoltre, l’anno scorso, si è aggiunta una spesa da 105 milioni di euro per il rinnovo del contratto collettivo nazionale Area Sanità e di 100 milioni di euro per stabilizzare il personale che era stato assunto a 18 mesi per fronteggiare la pandemia.
L’invarianza del carico fiscale per i pugliesi nonostante le riduzioni dei trasferimenti da parte dello Stato, il pieno conseguimento degli equilibri di bilancio e della gestione corrente del bilancio che consente alla Regione il finanziamento di nuovi investimenti, l’elevata giacenza di cassa pari a circa 2 miliardi e 100 milioni di euro per l'anno 2022, il conseguimento dei target di spesa dei fondi strutturali comunitari, il pieno rispetto dei tempi di pagamento, la riduzione del debito commerciale residuo e la costante riduzione dell’indebitamento regionale sono le caratteristiche positive che hanno contrassegnato anche il rendiconto dell’anno scorso che, adesso, dopo l’approvazione della Giunta, è trasmesso alla Corte dei conti per la parifica.
In particolare, l'elevata disponibilità di cassa ha consentito l’anno scorso di confermare il finanziamento di nuovi investimenti, senza dover ricorrere alla contrazione di mutui o prestiti, concedendo ai Comuni pugliesi contributi agli investimenti, anche per rafforzare iniziative di stimolo anticiclico all’economia regionale, nonché per realizzare investimenti diretti, sia per l’attuazione di interventi di manutenzione straordinaria, sia per l’acquisizione di immobili.
Un’iniezione di risorse economiche che, l’anno scorso, ha visto la Regione mobilitare complessivamente oltre 162 milioni di euro, grazie ai quali è stato finanziato, per esempio, il Programma “Strada per strada” con interventi di manutenzione straordinaria delle strade comunali per complessivi circa 42 milioni di euro, di cui in queste settimane si stanno moltiplicando i cantieri di ultimazione dei lavori.
Nelle politiche di spesa, spiccano, ovviamente, le politiche di tutela della salute a cui sono state destinate risorse per 9 miliardi e 326 milioni di euro, a cui segue per rilevanza la quota destinata ai Trasporti e al diritto alla mobilità, per oltre 1 miliardo di euro.
Decisamente non trascurabile è la spesa relativa alle politiche di Sviluppo economico e competitività, per un importo pari di oltre 450 milioni di euro. La Regione Puglia ha inoltre destinato oltre 308 milioni di euro per Diritti sociali, politiche sociali e della famiglia; oltre 290 milioni di euro per Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente; circa 170 milioni di euro per Politiche per il lavoro e formazione professionale; oltre 150 milioni per Istruzione e Diritto allo studio; quasi 240 milioni di euro per Agricoltura, Politiche agroalimentari e Pesca; poco meno di 150 milioni di euro su Assetto del territorio e edilizia abitativa; circa 56 milioni di euro per Tutela e valorizzazione dei Beni e attività culturali; oltre 30 milioni per il Turismo e circa 22 milioni di euro per Energia e diversificazione delle fonti energetiche.