Letteratura: in Puglia 'Il mare e le grandi sfide'

BARI - Nell’ambito del Festival della letteratura “Mare d’Inchiostro”, organizzato dalla “Vedetta sul Mediterraneo”, dal Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari e dall’l’I.C. “Carnaro-Marconi-FLacco-Belluzzi” di Brindisi, il 27 aprile, ore 17.00, presso Mariscuola - Caserma Lorenzo Bezzi San Vito (Ta), il surfista di fama mondiale Hugo Vau e il giornalista Fabio Pozzo terranno una conferenza sul tema “Il mare e le grandi sfide”; partecipano gli allievi della Scuola Sottufficiali del “Corso di laurea di Scienze e Gestione delle attività marittime”. Sono previsti i saluti del Contrammiraglio Francesco Milazzo, gli interventi del prof. Paolo Pardolesi, Direttore Dipartimento Jonico, e della prof.ssa Laura Tafaro, coordinatrice Corso di laurea in Scienze e gestione delle attività marittime. Introduce e modera il prof. Nicolò Carnimeo.

Si replica il 28 aprile, ore 19.00, presso il Circolo “Barion”, dove sono previsti gli interventi dell’Ammiraglio Vincenzo Leone, del prof. Francesco Rossiello, Diretto Circolo “Barion”, di Daniela Capozzi, Maestra di Casa. Modera il prof. Nicolò Carnimeo.

Il 29 aprile, ore 8,30, presso la Sala Conferenze del Liceo “Bianchi Dottula” di Bari, e Pozzo presentano il loro ultimo libro Big Mama (TE). È previsto l’intervento del prof. Nicolò Carnimeo, modera la prof.ssa Cecilia Pignataro.

Alle ore 12.00 due autori saranno ospiti dell’I.C. “Carnaro-Marconi-FLacco-Belluzzi” di Brindisi. È previsto l’intervento del D.S. Prof. Pantaleo Raffaele Lattante. Modera il prof. Nicolò Carnimeo Perché siamo chiamati al mare? Forse, aveva ragione JFK, quando diceva che “Siamo legati all'oceano. E quando torniamo al mare, sia per navigarci sia per guardarlo, torniamo da dove siamo venuti”. Una citazione molto utilizzata, fin troppo, ma assolutamente vera, commenta Fabio Pozzo, abile raconteur di storie sul mare e del mare. Pozzo nel suo intervento compirà un viaggio à rebours, che ci porterà tra empori fenici, a bordo di triremi greche o su una Liburna romana, in giro per il lago greco o il mare nostrum. E poi al fianco di Vasco da Gama, Magellano alla ricerca di nuove rotte, sulle caravelle di Colombo “a buscar il Levante por el Ponente”. La domanda di fondo rimane la stessa: cosa ha mosso e cosa muove gli uomini ad inoltrarsi fra le onde? Il desiderio e la sfida di varcare l’ignoto. Grandissima impresa è quella compiuta da Hugo Vau, il 17 gennaio 2018 a Nazarè in Portogallo: la sfida lanciata da un uomo contro un muro d’acqua alto come un palazzo di 13 piani.

“Riuscite a immaginare la sensazione di essere sulla cresta di un’onda alta 35 metri e di provare a cavalcarla? I pensieri immobili, corpo e mente assorbiti dall’istante, in una danza con il mare totalizzante e pericolosa. Adoro il surf perché chi pratica questo sport con autentica vocazione é una specie di monaco del mare che rispetta la natura, sa vivere il presente e possiede una giusta distanza dalle cose”- così Vau, in Big Mama (Tea).

Il libro, che è una cronistoria appassionata di quell’atto eroico, contiene, tra le righe, un accorato appello ambientalista. Il mare e gli oceani soffrono, soffocati da cumuli di mercurio e discariche di tritolo, sormontati da isole di plastica grandi come continenti. Non è a rischio solo l’ecosistema marino ma è compromessa la specie umana, ultimo anello di una catena alimentare che l’homo sapiens sapiens ha contribuito a smantellare in un’assurda operazione di auto sabotaggio.

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