BARI - “Sono mesi che in prima Commissione facciamo audizioni sull’avanzamento dei lavori all’ospedale San Cataldo. Io vorrei fare un passo ulteriore dando per ‘buona’ la data di consegna prevista dal presidente Emiliano per il prossimo luglio, vale a dire fra tre mesi. Quindi è il momento di pensare al dopo, ovvero a quando il paziente ‘zero’ entrerà nel nuovo ospedale di Taranto". Così in una nota il vicepresidente della Commissione sanità e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini.
"Per questo motivo - prosegue Perrini - ho chiesto al direttore generale della ASL, Colacicco, di accompagnarmi a fare un sopralluogo non all’esterno, ma all’interno per constatare a che punto sono gli ambienti più tecnologici, vale a dire reparti come rianimazione dove dovrebbero essere installati gli allacci con gas medicali. Dopo il sopralluogo ho chiesto ai presidenti delle due Commissioni – Amati, bilancio, e Vizzino, sanità – di audire l’assessore alla Sanità Palese per fare chiarezza sull’organizzazione, vale a dire sul piano di trasferimento delle attività sanitarie, sulla progettazione relativa ai servizi non sanitari, e il fabbisogno di personale sanitario, tecnico, amministrativo e ausiliario che dovrà operare al suo interno, costi di gestione e dell’attivazione della struttura ospedaliera. Preoccuparsi oggi del ‘dopo’ serve a non avere un ospedale finito – ribadisco entro luglio – ma non funzionante e che necessita ancora di molti tagli di nastri e quindi utile a molte competizioni elettorali", conclude Perrini.
"Per questo motivo - prosegue Perrini - ho chiesto al direttore generale della ASL, Colacicco, di accompagnarmi a fare un sopralluogo non all’esterno, ma all’interno per constatare a che punto sono gli ambienti più tecnologici, vale a dire reparti come rianimazione dove dovrebbero essere installati gli allacci con gas medicali. Dopo il sopralluogo ho chiesto ai presidenti delle due Commissioni – Amati, bilancio, e Vizzino, sanità – di audire l’assessore alla Sanità Palese per fare chiarezza sull’organizzazione, vale a dire sul piano di trasferimento delle attività sanitarie, sulla progettazione relativa ai servizi non sanitari, e il fabbisogno di personale sanitario, tecnico, amministrativo e ausiliario che dovrà operare al suo interno, costi di gestione e dell’attivazione della struttura ospedaliera. Preoccuparsi oggi del ‘dopo’ serve a non avere un ospedale finito – ribadisco entro luglio – ma non funzionante e che necessita ancora di molti tagli di nastri e quindi utile a molte competizioni elettorali", conclude Perrini.