BARI - Festeggiare il 1 maggio, festa di tutte le lavoratrici e lavoratori, con al centro i 75 anni della Costituzione e svolgerla a Potenza, intende evidenziare la centralità del rilancio del Mezzogiorno che non abbiamo mai messo da parte, anzi vuol essere ancora una volta l’attenzione a questa parte del Paese come riscatto in un contesto economico e sociale molto più ampio, in una fase cruciale come quella dell’attuazione del PNRR.
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, ci ritroviamo nell’articolo 1 perché partiamo dalla centralità del lavoro, della giustizia sociale e dell’unità del Paese. Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo, pertanto per noi non ha solo un valore storico e etico ma ribadisce le basi stesse della nostra società nazionale, quelle dell’unità, della dignità e della libertà. Così la Cisl Puglia in un comunicato.
Mettendo al centro il buon lavoro, sicuro e stabile, la contrattazione, la giusta retribuzione - prosegue Cisl Puglia -, vogliamo ancora una volta confermare la determinazione della Cisl Puglia a contrastare ogni forma di occupazione non regolare, caporalato, lavoro nero e precario; precarietà lavorativa con contratti di breve durata e part time involontari che rendono poveri anche tanti che sono occupati in particolare giovani e donne. Ecco quindi che il 1 maggio non è solo una festa, internazionale e nazionale, ma è una festa di ogni lavoratrice e lavoratore e di chi comunque lo è stato o lo sarà, e parafrasando la nostra Costituzione è la festa della democrazia e della repubblica, ma anche dello sviluppo e del lavoro senza il quale non ci può essere alcun futuro.
In Puglia, nel 2022 l’Istat registra circa 60mila occupati in più che innalzano il tasso di occupazione di 2,7 punti percentuali, da 46,7 del 2021 a 49,4 del 2022, e abbassano il tasso di disoccupazione di 2,5 punti percentuali, da 14,6 del 2021 a 12,1 del 2022. La nostra valutazione come Cisl Puglia è di prudenza, anche perché all’interno di quei numeri, seppur non negativi come dato statistico, c’è di fatto poco lavoro stabile, tanto lavoro irregolare, discontinuo, e occupazione di pochi mesi o addirittura di pochi giorni. Prudenza rafforzata anche dai rapporti annuali sull’attività di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che riscontrano un tasso di irregolarità medio a livello regionale pugliese purtroppo intorno al 60%.
L’altra faccia della medaglia in Puglia è la parità di genere, che fa fatica ad essere raggiunta, su cui gli imprenditori si dimostrano poco coraggiosi. Basta slogan e frasi di circostanza anche da parte della politica, sulla parità di genere servono fatti e non parole, i dati dell’occupazione femminile sono chiarissimi. È necessario investire attraverso scelte mirate e con politiche concrete, servono maggiori servizi alle famiglie per rendere meno complicata alle donne la conciliazione tempi di vita e di lavoro, in attesa di un Pnrr che dovrebbe di fatto risolvere gran parte di queste problematiche entro il 2026. A conferma di ciò il tasso di disoccupazione femminile regionale relativamente all’anno 2022 è pari al 15,6%, contro quello maschile del 10,1% per una media pugliese 12,1% e che fa il paio con il tasso di occupazione sempre femminile pari al 35,4% mentre quello maschile è del 63,6%, per una media occupazionale pugliese di 49,4%.
Bisogna non solo difendere l’attuale l’occupazione, bensì la necessità di creare nuove opportunità lavorative, adeguate e dignitose, bisogna generare cittadini, persone soddisfatte e di conseguenza comunità sempre più coese. Servono politiche attive del lavoro per spingere chi è in condizione di lavorare possa farlo, e ancor di più serve impegnarsi affinché chi non lo cerca perché disamorato e scoraggiato, così come accade in Puglia per tanti giovani, oltre il 30% dei residenti in Puglia nella fascia dai 15 ai 29 anni (NEET), possa riscoprire il senso e l’entusiasmo del lavoro, di studiare, di formarsi, di ritrovare il gusto del sentirsi utili agli altri attraverso il proprio impegno quotidiano.
La Cisl Puglia - conclude la nota - continua a sostenere che servono maggiori politiche di investimento strutturali in tutti i settori produttivi, per affrontare adeguatamente, uno sviluppo sostenibile attraverso investimenti pubblici e privati, sicurezza in ogni luogo di lavoro, utilizzando al meglio le risorse del PNRR e dei fondi di coesione. Elementi tutti questi da cui partire, anche per riflettere e agire attraverso una corresponsabilità effettiva su un tavolo istituzionale sul quale affrontare con programmazione, visione e obiettivi precisi, sapendo verso quale orizzonte tendere per muoversi insieme nel mondo della formazione, dell’università, della scuola, dei distretti produttivi, delle piccole e medie imprese che rappresentano il cuore dell’economia regionale, recuperando un’idea di sviluppo che porti con sé il valore di sostenibilità economica e sociale. In tutte queste dinamiche per la Cisl di estrema importanza è la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa e su cui il 20 aprile scorso il nostro segretario generale Luigi Sbarra ha depositato presso la Corte di Cassazione di Roma la proposta di legge di iniziativa popolare “Partecipazione al Lavoro”. Con questa proposta vogliamo dare piena applicazione all’articolo 46 della Costituzione, che sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende.
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, ci ritroviamo nell’articolo 1 perché partiamo dalla centralità del lavoro, della giustizia sociale e dell’unità del Paese. Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo, pertanto per noi non ha solo un valore storico e etico ma ribadisce le basi stesse della nostra società nazionale, quelle dell’unità, della dignità e della libertà. Così la Cisl Puglia in un comunicato.
Mettendo al centro il buon lavoro, sicuro e stabile, la contrattazione, la giusta retribuzione - prosegue Cisl Puglia -, vogliamo ancora una volta confermare la determinazione della Cisl Puglia a contrastare ogni forma di occupazione non regolare, caporalato, lavoro nero e precario; precarietà lavorativa con contratti di breve durata e part time involontari che rendono poveri anche tanti che sono occupati in particolare giovani e donne. Ecco quindi che il 1 maggio non è solo una festa, internazionale e nazionale, ma è una festa di ogni lavoratrice e lavoratore e di chi comunque lo è stato o lo sarà, e parafrasando la nostra Costituzione è la festa della democrazia e della repubblica, ma anche dello sviluppo e del lavoro senza il quale non ci può essere alcun futuro.
In Puglia, nel 2022 l’Istat registra circa 60mila occupati in più che innalzano il tasso di occupazione di 2,7 punti percentuali, da 46,7 del 2021 a 49,4 del 2022, e abbassano il tasso di disoccupazione di 2,5 punti percentuali, da 14,6 del 2021 a 12,1 del 2022. La nostra valutazione come Cisl Puglia è di prudenza, anche perché all’interno di quei numeri, seppur non negativi come dato statistico, c’è di fatto poco lavoro stabile, tanto lavoro irregolare, discontinuo, e occupazione di pochi mesi o addirittura di pochi giorni. Prudenza rafforzata anche dai rapporti annuali sull’attività di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che riscontrano un tasso di irregolarità medio a livello regionale pugliese purtroppo intorno al 60%.
L’altra faccia della medaglia in Puglia è la parità di genere, che fa fatica ad essere raggiunta, su cui gli imprenditori si dimostrano poco coraggiosi. Basta slogan e frasi di circostanza anche da parte della politica, sulla parità di genere servono fatti e non parole, i dati dell’occupazione femminile sono chiarissimi. È necessario investire attraverso scelte mirate e con politiche concrete, servono maggiori servizi alle famiglie per rendere meno complicata alle donne la conciliazione tempi di vita e di lavoro, in attesa di un Pnrr che dovrebbe di fatto risolvere gran parte di queste problematiche entro il 2026. A conferma di ciò il tasso di disoccupazione femminile regionale relativamente all’anno 2022 è pari al 15,6%, contro quello maschile del 10,1% per una media pugliese 12,1% e che fa il paio con il tasso di occupazione sempre femminile pari al 35,4% mentre quello maschile è del 63,6%, per una media occupazionale pugliese di 49,4%.
Bisogna non solo difendere l’attuale l’occupazione, bensì la necessità di creare nuove opportunità lavorative, adeguate e dignitose, bisogna generare cittadini, persone soddisfatte e di conseguenza comunità sempre più coese. Servono politiche attive del lavoro per spingere chi è in condizione di lavorare possa farlo, e ancor di più serve impegnarsi affinché chi non lo cerca perché disamorato e scoraggiato, così come accade in Puglia per tanti giovani, oltre il 30% dei residenti in Puglia nella fascia dai 15 ai 29 anni (NEET), possa riscoprire il senso e l’entusiasmo del lavoro, di studiare, di formarsi, di ritrovare il gusto del sentirsi utili agli altri attraverso il proprio impegno quotidiano.
La Cisl Puglia - conclude la nota - continua a sostenere che servono maggiori politiche di investimento strutturali in tutti i settori produttivi, per affrontare adeguatamente, uno sviluppo sostenibile attraverso investimenti pubblici e privati, sicurezza in ogni luogo di lavoro, utilizzando al meglio le risorse del PNRR e dei fondi di coesione. Elementi tutti questi da cui partire, anche per riflettere e agire attraverso una corresponsabilità effettiva su un tavolo istituzionale sul quale affrontare con programmazione, visione e obiettivi precisi, sapendo verso quale orizzonte tendere per muoversi insieme nel mondo della formazione, dell’università, della scuola, dei distretti produttivi, delle piccole e medie imprese che rappresentano il cuore dell’economia regionale, recuperando un’idea di sviluppo che porti con sé il valore di sostenibilità economica e sociale. In tutte queste dinamiche per la Cisl di estrema importanza è la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa e su cui il 20 aprile scorso il nostro segretario generale Luigi Sbarra ha depositato presso la Corte di Cassazione di Roma la proposta di legge di iniziativa popolare “Partecipazione al Lavoro”. Con questa proposta vogliamo dare piena applicazione all’articolo 46 della Costituzione, che sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende.