Puglia, Capone alla II edizione dell'evento Donne e Patrimonio: 'Formare e porre al vertice più donne per valorizzare il nostro patrimonio'
ROMA - “Valorizzare il patrimonio pubblico è fondamentale ma non è semplice. Non in Italia almeno, dove tutta la disciplina al riguardo, compreso il Codice dei beni culturali e del paesaggio, è stata troppo spesso interpretata come di tutela anziché di valorizzazione”.
Cosi la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, intervenuta, stamattina, alla seconda edizione dell’evento “Donne del Patrimonio”, a Roma, presso la Camera dei Deputati. Promosso dall’ente Stati Generali del Patrimonio Italiano, l’appuntamento istituzionale è dedicato alle donne che, nel loro ruolo di accademiche, dirigenti, imprenditrici, professioniste e rappresentanti delle istituzioni, si sono impegnate per la promozione e la valorizzazione dei beni e del patrimonio architettonico, artistico, culturale e storico - privato e pubblico.
“Per la mia esperienza di assessora alla Cultura e al Turismo, - ha detto - posso dire che, per conservarlo al meglio, un bene ha bisogno di essere valorizzato, fruito. Un bene non si conserva se viene abbandonato a sé stesso. D’altra parte la corretta gestione di un bene pubblico è contemporaneamente funzionale a conservarlo, farlo conoscere, e, cosa non da poco, anche a incrementare il lavoro di chi si occupa di cultura, beni culturali e management. In pratica valorizzarlo arricchisce il capitale sociale di un territorio e il benessere dell’intera comunità”.
“Tutto questo - ha aggiunto - vale ancora di più se consideriamo il rapporto tra le donne e il patrimonio culturale. È evidente come le donne che gestiscono i beni culturali lo facciano con grande competenza ma quante sono e quante ne fruiscono? I dati Istat 2022 con riferimento al gap che riguarda il numero di donne che conseguono la laurea nelle discipline scientifiche in Italia, notevolmente minore rispetto alla media europea, ci deve allarmare. E non solo riguardo ai ruoli di gestione manageriale dei beni il rapporto è sfavorevole per le donne, sia pure con un certo miglioramento rispetto al passato, lo scarto, infatti, interessa anche il consumo di cultura che risulta notevolmente inferiore rispetto a quello degli uomini”.
“Nel 2023 - ha concluso - tutto questo non è più concepibile. E la situazione peggiora se facciamo il paragone tra nord e sud. È chiaro, allora, che dobbiamo porci innanzitutto un problema di inclusione e intervenire con politiche attive, sul piano della formazione e del lavoro, realmente efficaci. Anche perché laddove ai vertici ci sono le donne i risultati sono straordinari e ne beneficiano tutti”.
Hanno partecipato all’evento: Antonella Caroli Palladini, presidente di Donne del Patrimonio e di Italia Nostra, Roberta Caragnano, segretaria generale dell’ente Stati Generali del Patrimonio Italiano, Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei Deputati.
“Per la mia esperienza di assessora alla Cultura e al Turismo, - ha detto - posso dire che, per conservarlo al meglio, un bene ha bisogno di essere valorizzato, fruito. Un bene non si conserva se viene abbandonato a sé stesso. D’altra parte la corretta gestione di un bene pubblico è contemporaneamente funzionale a conservarlo, farlo conoscere, e, cosa non da poco, anche a incrementare il lavoro di chi si occupa di cultura, beni culturali e management. In pratica valorizzarlo arricchisce il capitale sociale di un territorio e il benessere dell’intera comunità”.
“Tutto questo - ha aggiunto - vale ancora di più se consideriamo il rapporto tra le donne e il patrimonio culturale. È evidente come le donne che gestiscono i beni culturali lo facciano con grande competenza ma quante sono e quante ne fruiscono? I dati Istat 2022 con riferimento al gap che riguarda il numero di donne che conseguono la laurea nelle discipline scientifiche in Italia, notevolmente minore rispetto alla media europea, ci deve allarmare. E non solo riguardo ai ruoli di gestione manageriale dei beni il rapporto è sfavorevole per le donne, sia pure con un certo miglioramento rispetto al passato, lo scarto, infatti, interessa anche il consumo di cultura che risulta notevolmente inferiore rispetto a quello degli uomini”.
“Nel 2023 - ha concluso - tutto questo non è più concepibile. E la situazione peggiora se facciamo il paragone tra nord e sud. È chiaro, allora, che dobbiamo porci innanzitutto un problema di inclusione e intervenire con politiche attive, sul piano della formazione e del lavoro, realmente efficaci. Anche perché laddove ai vertici ci sono le donne i risultati sono straordinari e ne beneficiano tutti”.
Hanno partecipato all’evento: Antonella Caroli Palladini, presidente di Donne del Patrimonio e di Italia Nostra, Roberta Caragnano, segretaria generale dell’ente Stati Generali del Patrimonio Italiano, Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei Deputati.
Nel corso dell’iniziativa si è svolta la cerimonia di consegna dell’attestato di merito dedicato alla figura di Desideria Pasolini Dall’Onda, filantropa e mecenate, tra i fondatori di Italia Nostra. A ricordarne la memoria il presidente Ivan Drogo Inglese.