BRINDISI - Sulla sanità pubblica brindisina sta per abbattersi un’altra tegola. L’unità operativa UTIN (per la cura e l’assistenza ai neonati) dell’ospedale Perrino rischia la chiusura, nonostante la professionalità e l’abnegazione del personale medico e paramedico. E' la denuncia del Pd di Brindisi in un comunicato.
Le gravissime carenze di organico, infatti - prosegue la nota -, non consentono più di organizzare i turni di lavoro. In prima battuta si potrà garantire assistenza ai neonati in età gestionale superiore alle 35 settimane e con un peso non inferiore a 2,5 chilogrammi e soprattutto che non necessitino cure intensive. Per tutti gli altri neonati, pertanto, il rischio è quello di essere trasferiti in altre unità operative, anche fuori regione.
Tutto questo - spiega il Pd - interessa un reparto che per Brindisi è sempre stato un’eccellenza per tutto il Sud Italia. Ecco perché appare gravissimo il fatto che addirittura si rischi la chiusura! Il Partito Democratico di Brindisi, pertanto, rivolge ancora una volta un ringraziamento a tutto il personale per i “miracoli” che vengono compiuti quotidianamente per salvare la vita dei nostri bambini. Allo stesso tempo, però, chiede un incontro urgentissimo all’Assessore regionale alla Sanità Rocco Palese ed al Commissario dell’Azienda Sanitaria di Brindisi Giovanni Gorgoni. La criticità emersa all’UTIN è solo l’ultima in ordine di tempo, ma gravi carenze, per citarne alcuni, si sono riscontrate in questi mesi anche al pronto soccorso e in un reparto di eccellenza come quello dei grandi ustionati che rischiano di pagare un prezzo altissimo a causa della mancata programmazione per l’assunzione di personale e a causa di defezioni di medici e infermieri, a seguito di emigrazione verso altre strutture, che non si riesce a fermare e che crea, in tutti i reparti, affanno per il raggiungimento dei livelli essenziali di assistenza.
“Non consentiremo a nessuno – affermano dal Partito Democratico di Brindisi – di continuare a giocare sulla pelle dei brindisini. Si individuino anche le responsabilità che vanno ben oltre quelle della cronica e generalizzata carenza di personale nella sanità pubblica. Brindisi non può più aspettare”.