Santa Fizzarotti Selvaggi (intervista): 'L'arcipelago della corporeità: tra sessualità e amore nel transgenerazionale'


“Amore non è godimento dei corpi,
Amore è molto di più”.

(Galimberti)

Intervista a Santa Fizzarotti Selvaggi, vice presidente nazionale dell’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus, nonché Psicologo Psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico, autrice di numerosi lavori tradotti in varie lingue.

Perché un titolo così emblematico per l’incontro presso La Madonnina Life & Care? Lei ha invitato con la responsabile della sezione di Bari, Grazia Andidero, relatori di chiara fama quali il Prof. Filippo Maria Boscia, il prof. Vittoriano Caporale, Padre Mariano Bubbico per discutere su tale difficile tematica con introduzione di Domenica Girasoli e moderazione di Michele Cristallo. Teodosio Saluzzi leggerà testi di Edoardo De Filippo.

Sono innanzitutto grata a tutti i relatori e al Dr. Alberto Nerini per la disponibilità. L’incontro riguarda una riflessione circa il recupero di quell’insopprimibile istanza “prossima all’Io” che fa del corpo il cardine essenziale della presenza della corporeità senza riprodurre il dualismo Soggetto-Oggetto.

Il titolo è emblematico della complessità dell’essere umano a tutte le età, dell’integrazione corpo-psiche, del corpo e della corporeità che si presentano quasi come un arcipelago, vale a dire quale emersione di alcune parti che si inabissano nel cuore dell’Es e dunque di difficile comprensione.

Cosa è il corpo?

Lo strumento della conoscenza attraverso una complessa interazione dei sensi , ma non si dimentichi che il corpo è portatore di istanze inconsce, l’incontro con il corpo (e quindi anche con l’inconscio) può, come sottolineato dallo stesso Jung, aprire la porta a desideri, brame, passioni difficilmente controllabili.

“Quando facciamo conoscenza con l’inconscio si scatenano il sesso, il potere e ogni parte della nostra natura. D’improvviso, si vede una nuova immagine di se stessi. Ecco perché a volte ci si spaventa e si dice che l’inconscio non esiste”. Mai come oggi l’incontro con l’inconscio (e dunque con il corpo) appare problematico. Ma la vita si trasmette attraverso il corpo, laboratorio dei sensi e nel quale si radicano le nostre esperienze.

Oggi il corpo è disturbato?

Molti sono i disturbi che negano, distorcono o alterano la percezione del corpo. Tra questi l’anoressia, la bulimia, la depressione, i disturbi della sessualità, i disturbi somatoformi. Quasi come se il dialogo tra psiche e corpo, quindi tra Io e Inconscio, fosse precluso dalla paura di perdere il controllo, di essere sommersi dal potere distruttivo dei contenuti inconsci. (p.23 – Il Linguaggio degli Angeli).

L’identità di ciascuno di noi è inscindibile dalla storia del nostro corpo. Il corpo è il luogo della differenza laddove ciascuno è irripetibile.

Il corpo oggi è stato eliminato dai processi comunicativi?

I luoghi della comunicazione sono gli apparecchi telefonici, i computer, i tablet, i media. La fisicità umana è come stata vanificata, ma il corpo è insormontalbile. E se il corpo è virtualmente in parte annullato nella cybercultura, rischia di esserlo realmente; si pensi alle corse in auto, agli sport estremi e si rifletta sull’incidente di Bitonto in cui hanno perso la vita questa notte quattro giovani…

Il corpo è il nostro stesso io che conosce il mondo, che esprime emozioni, sentimenti, passioni e che si trasforma nel tempo senza però perdere il desiderio di essere con l’Altro. E se le parole possono tradire, il corpo non può mentire.

La complessità di tale problematica ha sempre messo a dura prova la relazione con la sessualità. Cosa ci dice in proposito?

Come si sa non sempre si è capaci di prendere una certa distanza da se stessi per vivere le esperienze affettive, emotive e corporee poiché a volte ci si trova letteralmente immersi nel processo primario, con poco spazio e interesse per la riflessione metaforica e con una maggiore inclinazione all'azione.

Quali gli effetti di messaggi mediatici sugli esseri umani?

La sessualità come ”acting out” è sempre più emergente, l'eccitazione è facilitata dall’eccessivo consumo mediatico di sesso e violenza che facilita il “non pensiero“: il che costituisce una fonte di minaccia interna continua per tutte le fasi della vita. Tra l'innocenza organizzata delle “Belle Addormentate” violentate e i «Ragazzi angelici» che si trasformano in hooligans, bisogna presumere aspetti molto arcaici dell'Es che possono sconfinare nell’area dell’Io ponendo a dura prova l’incontro con la realtà.

Cosa è l’agire?

L'«agire» permette all'Io di ribaltare una situazione intrapsichica vissuta come precaria e aliena. Attraverso l'«agire» si tenta di fronteggiare talune delle più primitive ed arcaiche relazioni oggettuali così come le rispettive identificazioni originate nell' infanzia.

Perché ha usato il termine “corporeità”?

Perché discutere di corporeità ci porta al corpo non più inteso quale contenitore di oggetti scissi e assemblati ma quale elaboratore di processi psichici e mentali interpretati da “Corpo che ho” al “Corpo che sono”, al sentirsi nel corpo “vissuto e senziente”, laddove ogni parte del corpo viene investita di significati. Di qui appunto il titolo “L’arcipelago della corporeità”. Il luogo aperto di Senso su cui si incontra l’interpretazione della Corporeità come Soggetto della percezione e la distinzione husserliana tra il corpo proprio o vivo (Leib) – ossia il corpo “in carne e ossa”, vivente e vissuto in prima persona – e il corpo oggettivo (Korper), corpo rappresentato e ridotto a cosa.

Cosa significa per Lei intersoggettività?

L’intersoggettività del corpo è appunto quella possibilità che l’individuo si percepisca come Soggetto. La sessualità che da sempre e in tutte le epoche della vita ci accompagna ripropone ad ogni età tutte quelle problematiche irrisolte nella prima infanzia in cui il gioco delle identificazioni ci appare davvero molto complesso. Freud dice che “l’Io è Io corpo”.

Cosa unisce le generazioni in tal senso?

La summa passionale della vita. Il biologico, il sociale, il culturale, le rinnovate identificazioni e lo slancio d’investimento tutto nuovo, il corpo, il pensiero, il sentimento, il tempo e lo spazio, la fragilità dell’essere umano.

Cosa pensa dell’amore oggi?

Amare facile non è: necessita di assoluta disponibilità ad accettare i propri limiti mentre diviene fondativo di sé e dell’Altro, chiunque esso sia, omosessuale, bisessuale, transessuale… Ma oggi si naviga sul vuoto di un eccessivo narcisismo per cui l’Amore sembra aver cambiato dimora.

Platone racconta che Eros era figlio di Poros (l’Espediente) e di Penia (la Povertà). E non è vero forse che colui/colei che ama si sente sempre privo, povero, della presenza dell’amato? In tal senso l’amore non ha tempo e non ha età, non ha sesso. L’amore non basta mai dall’infanzia alla adolescenza, all’età adulta fino alla fine della vita. Si diventa insaziabili, sì che tenta di incorporare dentro di sé l’oggetto d’amore. E’ comunque l’irresistibile che spinge gli esseri umani l'uno verso l'altro.

Si è sempre desideranti nella bramosia di avere di più e ciò sia per l’amante che per l’amato. Urge però la trasfigurazione della fisicità in Agape. Scrive Fromm: “Esistono tre modi con cui l’uomo tenta di superare il senso di solitudine: la sessualità, il conformismo e l’attività creativa".

Nel primo caso il risultato è un sempre crescente senso d’isolamento, poiché l’atto sessuale, senza amore, non riempie mai il baratro che divide due creature umane, se non in modo assolutamente momentaneo.

La soluzione più frequente scelta dall’uomo è l’unione col gruppo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. (omissis) Un terzo modo per raggiungere l’unione è l’attività creativa: sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, l’uomo si unisce col mondo nel processo di creazione. (omissis)

E allora come conclude?

Noi tutti speriamo di incontrare il nostro volto perso nel volto dell’Altro da noi sempre cercato con il nostro corpo e la nostra psiche. Questa ricerca è da me intesa come nel Simposio di Platone... Amore, infatti, non è godimento dei corpi, Amore è molto di più, afferma Galimberti e io con lui.