Una Puglia a tre velocità

FEDERICO AVERSA - La Puglia è un brand riconosciuto nel mondo e ne siamo tutti ormai consapevoli. Il percorso che ha portato il territorio a questa fama internazionale passa da numerose tappe che in vent’anni lo hanno radicalmente trasformato in uno dei luoghi più ricercati dai turisti.

Il racconto di questa regione, con le sue tradizioni gastronomiche, religiose, con le sue bellezze artistiche e naturali, è cominciato con l’industria musicale, che nell’organizzare un evento come la Notte della Taranta, nel 2006, dopo nove edizioni, ha portato ben centomila spettatori approdando in televisione. 

L’industria cinematografica ci ha messo del suo, soprattutto dopo la nascita di Apulia Film Commission nel 2007, Fondazione alla quale dobbiamo il merito di attirare ogni anno la produzione di film apprezzabili nel panorama italiano e non.

A completare l’opera, le grandi iniziative imprenditoriali, eroiche per certi aspetti, che hanno conquistato migliaia di turisti in strutture ricettive di altissimo livello, entrando ogni anno di più in un turbinìo di virtù in cui si è alzata ogni volta l’asticella della qualità.

Da queste premesse, c’è da ammettere, anche noi pugliesi abbiamo scoperto una Puglia sconosciuta di cui andare orgogliosi ed essere financo un pizzico gelosi. La Puglia degli angoli più lontani, quella dei paesini più piccoli ma egualmente ricchi di storia e di fascino.

Oggi, seppur con qualche differenza interna, la Puglia incrementa il numero di presenze ogni anno, tenta una benché difficile destagionalizzazione, e inventa nuovi modi di raccontare le sue bellezze. Gli eventi più importanti contano centinaia di migliaia di presenze, e ospitano celebrità di ogni campo artistico. Il Locus Festival, per esempio, che nella prossima estate diventerà maggiorenne, ha ospitato e ospita nomi enormi da far invidia a eventi come Umbria Jazz, uno su tutti Herbie Hancock a Fasano in luglio 2023.

In questa autostrada verso l’internazionalizzazione viaggiamo però a tre velocità. La Valle d’Itria si posiziona stabilmente nella corsia di sinistra a un ritmo martellante, con eventi di ogni tipo che accrescono l’intero indotto e attirano nuovi investimenti. Il Salento al centro con alcune nuove realtà ma dove, ancora, si percepisce una buona dose di improvvisazione e dei prezzi per nulla corrispondenti alla qualità dei servizi offerti. Nella corsia a destra il resto. 

Intendiamoci, tutta la regione potrebbe correre un unico viaggio ma vi è, oggi, una differenza sostanziale fatta di rapporti tra pubblico e privato, fatta di collaborazione tra attori del settore e fatta anche della capacità del cittadino di capire e carpire i vantaggi della buona ospitalità. Queste differenze si riversano sulla soddisfazione dei viaggiatori. Non è un caso che il sentiment dei turisti rilevato dalle recensioni online registri nella provincia di Brindisi la maggiore soddisfazione tra i territori pugliesi pari all’87,6%, in vantaggio anche sulla media italiana che ferma all’85,4% (fonte Data Appeal).

Oggi, gli imprenditori che intraprendono un’iniziativa in Valle d’Itria sono consapevoli di entrare in un mercato di fascia alta, e si comportano di conseguenza apportando la giusta professionalità internazionale. La sfida non deve essere lasciata all’organizzazione di ogni comune nel suo piccolo, deve essere la sfida di un intero territorio. 

E’ urgente la necessità di collaborare tra amministrazioni, mettendo da parte sterili campanilismi che non portano a niente, come successo quando abbiamo scritto la brutta pagina del 2020 in cui a concorrere per il titolo di Capitale italiana della cultura furono due città limitrofe come Trani e Barletta. Ne avrebbe giovato tutta la sesta provincia, così come adesso, a distanza di anni, sta ancor succedendo a Matera.