LIVALCA - Il 3 ottobre 2022 avevo scritto un articolo dal titolo “Il mio stadio merita
la A…” affermando che tutti i 24.000 spettatori avevano sentito, nel corso della
partita Bari-Brescia (6-2) del sabato precedente, il nostro mai troppo amato San
Nicola ‘bisbigliare’… il mio stadio merita la A.
Avevo ricordato un Bari Brescia del 1988-89, finito a reti inviolate, stagione in cui Gaetano Salvemini da Molfetta aveva preso il posto di Catuzzi come allenatore, con queste parole: «Salvemini aveva richiesto l’ingaggio di Schillaci, Franco Janich direttore sportivo del Bari dell’epoca mi confermò la cosa, ma in compenso arrivò il nazionale Antonio Di Gennaro - ormai volto notissimo del calcio televisivo amato dai tifosi di ambo i sessi per signorilità e pacatezza di eloquio - e gli attaccanti Monelli e Scarafoni. Partiti gli inglesi, Maiellaro si avvalse dei consigli - lui refrattario di natura non a ‘digerirli’, ma proprio ad ‘ascoltarli’- dell’ex azzurro Di Gennaro e fu la sua annata migliore con nove gol e traghettò il Bari in serie A, a pari punti con la corazzata Genoa (per pochi secondi mi rituffo nel San Nicola per considerare che nella stagione ’22-‘23 il Bari e il Genoa potrebbero ripetere quella splendida cavalcata…)».
Nonostante il direttore Ferri abbia ricevuto molte mail dai miei affezionati lettori, non tutti anta, in cui ‘generosamente’ tacciavano Livalca di sognare ad occhi aperti, il tempo, come sempre fin dal lontano 1966, ha confermato previsioni che avevano un minimo di ‘fondatezza’: probabilmente se il 27 dicembre 2022, giorno in cui il Genoa ha vinto a Bari per 2-1, il colpo di testa di Calcedo negli ultimi minuti dell’incontro, invece di essere miracolosamente fermato sulla linea dal portiere del Genoa Martinez, fosse finito in rete, come meritava, oggi saremmo noi al secondo posto ed il Genoa ad affrontare i playoff.
Certo non posso far altro che fare mia «Del senno di poi son piene le fosse» frase che pronuncia il don Abbondio dei “I Promessi sposi”, opera di quel Manzoni di cui in questi giorni festeggiamo i 150 anni dalla morte, avvenuta il 22 maggio 1873. Nell’articolo del 25 aprile 2022 “Con De Laurentiis torna il lauro” precisavo che raggiunta la B, era il momento di puntare direttamente alla A, come recita la nostra targa prima la B e poi la A. Avevo dato per scontato che i De Laurentiis, probabilmente, avrebbero vinto lo scudetto prima con il Napoli e poi magari con quella città che aveva incrociato i De Laurentiis grazie al VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI del sindaco Antonio Decaro: un calcio senza la speranza che si possa andare oltre il possibile… è un calcio che ignora Corea e Macedonia.
Avevo rievocato che il Bari della stagione 1962-63, guidato dal duo Marino De Palo, aveva rinforzato la squadra con gli acquisti di Panara, Buccione e Postiglione… e proprio riferendomi a quest’ultimo avevo ricordato che proveniva da Napoli «… come dal Napoli di Aurelio De Laurentiis aspettiamo, quest’anno di grazia 2022, il prestito di Gianluca Gaetano per consacrarlo campione da maglia ‘azzurra’… meglio fare ancora un anno da titolare in B che ‘sprecare’ un anno in A per essere ‘riserva’ di lusso». Avevo visto un mese prima in televisione il ragazzo esordire nella formazione dell’Under-21, alla cui guida vi è Nicolato, un bravo commissario tecnico che non ha mai giocato nel calcio che conta, il quale ‘soffre’ nel constatare che i suoi futuri campioni difficilmente trovano spazio nelle squadre di appartenenza, e mi aveva impressionato per tecnica, fisico e visione di gioco, pur non disputando la partita dall’inizio.
Domenica scorsa Gaetano, nato a Cimitile (Na) nel 2000, nell’incontro vinto dal Napoli per 3-1 con l’Inter, ha segnato il suo primo gol in serie A, facendolo coincidere con il suo primo scudetto.
Osanna in tutti i sensi, ma io ritengo che per la sua formazione e il suo futuro - scommetto che sarà ‘notevole’ - forse gli sarebbe servito un anno da protagonista a Bari.
Oggi si adopera per il suo ruolo il termine trequartista - un termine da ‘cantina’ più che da stadio - ma ritengo sia una mezzala pura che col tempo possa passare in cabina di regia. Sono convinto che se la Cremonese lo avesse tenuto - lo scorso anno è stato uno dei fedelissimi dell’allenatore Pecchia, contribuendo in maniera determinante alla promozione in A - avrebbe avuto più possibilità di permanenza nella massima divisione.
Nonostante sia alto 1,81 è in possesso di un dribbling secco, che sfrutta spesso ‘avventurandosi’ nel saltare l’uomo e, dote oggi ricercata, possiede un tiro preciso e potente dalla distanza.
Insomma senza nulla togliere ai magnifici che quest’anno ci regaleranno e ‘restituirAnno’ quello che ci fu tolto in maniera offensiva anni fa, sarebbe stato un valore aggiunto nella nostra ‘rosa’.
Dal momento che ogni impedimento è un giovamento: abbiamo perso un campione, Gianluca Gaetano, ma abbiamo dato spazio ad una certezza, Leonardo Benedetti, che opterà senza esitazioni per la spiaggia barese, invece di quella… sampdoriana. Anche Benedetti come Gaetano è nato nel 2000, ma a La Spezia: vanta nel curriculum, nella stagione 2021-22, 35 presenze nella squadra Imolese in serie C.
Quando ha esordito lo scorso anno in B, con il Bari aveva disputato nella stagione 2019-20 una sola partita nei cadetti con lo Spezia. Bravissimo Polito a farlo giungere a Bari, lode a Mignani per averlo integrato e valorizzato ed encomio per il pubblico barese che, immediatamente, ha imparato ad apprezzarlo, per serietà ed impegno, anche nelle giornate meno esaltanti.
Avevo ‘sognato’ in B nella rosa del Bari Benedetti e Gaetano, quest’ultimo nato il 5 maggio e Leonardo un mese dopo il 6 giugno, venuti al mondo nello stesso anno 2000, con stessa altezza 1,81 e peso forma 73 Kg., nulla toglie che, loro piacendo, possano giocare entrambi in A con il Bari.
Un altro Leonardo famoso - direttore sportivo Giorgio Perinetti forse è giunta l’ora di ‘confessare’ il nome di colui che ti segnalò il difensore - oggi pilastro della Juventus e della nazionale è Bonucci: giocatore che giunse a Bari nella stagione 2009-10. Al tempo il ‘vissuto’ dell’atleta era appena sufficiente: tra il 2005/6 e 2006/7 aveva disputato una sola partita in A con l’Inter e fu mandato in B a giocare tra il 2007/8 e 2008/9 36 partite con il Treviso; a gennaio 2009 finì a Pisa, sempre in B, e disputò 18 partite. A questo punto Perinetti lo prese per affidarlo a Giampiero Ventura nel penultimo anno in cui il Bari ha calcato la serie A: disputò 38 partite con un gol e finì alla Juve ed oggi è uno dei pochi professionisti cui mancano circa 20 incontri per raggiungere quota 500 di partite giocate.
Leonardo Benedetti non mi ha entusiasmato subito, ma tutte le volte che ha giocato è riuscito a conquistare la mia stima per la pulizia di comportamento tenuta in campo, oltre che per quei generosi ripiegamenti che gli sono valsi il posto da titolare: Bonucci in verità mi colpì immediatamente e, infatti, partì per lidi più famosi subito.
Razionalmente è difficile accettare che qualcosa avvenga per caso: di solito difficilmente si ammette di aver vinto per caso, mentre, spesso, la sconfitta è attribuita al… caso.
Andremo in A per merito, cosa ampiamente sanzionata dal campo, e vedremo in tribuna il giorno della finale il presidente Aurelio De Laurentiis, insieme al figlio Luigi, con la sciarpa del Bari al collo: lui, abituato a vincere in ogni ‘campo’, dopo aver battuto le mani al suo Napoli e al suo Gaetano, non potrà non gioire con una folla, una squadra ed una città che ritiene… Benedetti i giorni in cui ‘fece suo’ il Bari. Sull’asse Napoli-Bari passerà direttamente nella STORIA: quella che considera l’ALTA VELOCITA’ non un ‘brivido’, ma una giusta necessità.
Avevo ricordato un Bari Brescia del 1988-89, finito a reti inviolate, stagione in cui Gaetano Salvemini da Molfetta aveva preso il posto di Catuzzi come allenatore, con queste parole: «Salvemini aveva richiesto l’ingaggio di Schillaci, Franco Janich direttore sportivo del Bari dell’epoca mi confermò la cosa, ma in compenso arrivò il nazionale Antonio Di Gennaro - ormai volto notissimo del calcio televisivo amato dai tifosi di ambo i sessi per signorilità e pacatezza di eloquio - e gli attaccanti Monelli e Scarafoni. Partiti gli inglesi, Maiellaro si avvalse dei consigli - lui refrattario di natura non a ‘digerirli’, ma proprio ad ‘ascoltarli’- dell’ex azzurro Di Gennaro e fu la sua annata migliore con nove gol e traghettò il Bari in serie A, a pari punti con la corazzata Genoa (per pochi secondi mi rituffo nel San Nicola per considerare che nella stagione ’22-‘23 il Bari e il Genoa potrebbero ripetere quella splendida cavalcata…)».
Nonostante il direttore Ferri abbia ricevuto molte mail dai miei affezionati lettori, non tutti anta, in cui ‘generosamente’ tacciavano Livalca di sognare ad occhi aperti, il tempo, come sempre fin dal lontano 1966, ha confermato previsioni che avevano un minimo di ‘fondatezza’: probabilmente se il 27 dicembre 2022, giorno in cui il Genoa ha vinto a Bari per 2-1, il colpo di testa di Calcedo negli ultimi minuti dell’incontro, invece di essere miracolosamente fermato sulla linea dal portiere del Genoa Martinez, fosse finito in rete, come meritava, oggi saremmo noi al secondo posto ed il Genoa ad affrontare i playoff.
Certo non posso far altro che fare mia «Del senno di poi son piene le fosse» frase che pronuncia il don Abbondio dei “I Promessi sposi”, opera di quel Manzoni di cui in questi giorni festeggiamo i 150 anni dalla morte, avvenuta il 22 maggio 1873. Nell’articolo del 25 aprile 2022 “Con De Laurentiis torna il lauro” precisavo che raggiunta la B, era il momento di puntare direttamente alla A, come recita la nostra targa prima la B e poi la A. Avevo dato per scontato che i De Laurentiis, probabilmente, avrebbero vinto lo scudetto prima con il Napoli e poi magari con quella città che aveva incrociato i De Laurentiis grazie al VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI del sindaco Antonio Decaro: un calcio senza la speranza che si possa andare oltre il possibile… è un calcio che ignora Corea e Macedonia.
Avevo rievocato che il Bari della stagione 1962-63, guidato dal duo Marino De Palo, aveva rinforzato la squadra con gli acquisti di Panara, Buccione e Postiglione… e proprio riferendomi a quest’ultimo avevo ricordato che proveniva da Napoli «… come dal Napoli di Aurelio De Laurentiis aspettiamo, quest’anno di grazia 2022, il prestito di Gianluca Gaetano per consacrarlo campione da maglia ‘azzurra’… meglio fare ancora un anno da titolare in B che ‘sprecare’ un anno in A per essere ‘riserva’ di lusso». Avevo visto un mese prima in televisione il ragazzo esordire nella formazione dell’Under-21, alla cui guida vi è Nicolato, un bravo commissario tecnico che non ha mai giocato nel calcio che conta, il quale ‘soffre’ nel constatare che i suoi futuri campioni difficilmente trovano spazio nelle squadre di appartenenza, e mi aveva impressionato per tecnica, fisico e visione di gioco, pur non disputando la partita dall’inizio.
Domenica scorsa Gaetano, nato a Cimitile (Na) nel 2000, nell’incontro vinto dal Napoli per 3-1 con l’Inter, ha segnato il suo primo gol in serie A, facendolo coincidere con il suo primo scudetto.
Osanna in tutti i sensi, ma io ritengo che per la sua formazione e il suo futuro - scommetto che sarà ‘notevole’ - forse gli sarebbe servito un anno da protagonista a Bari.
Oggi si adopera per il suo ruolo il termine trequartista - un termine da ‘cantina’ più che da stadio - ma ritengo sia una mezzala pura che col tempo possa passare in cabina di regia. Sono convinto che se la Cremonese lo avesse tenuto - lo scorso anno è stato uno dei fedelissimi dell’allenatore Pecchia, contribuendo in maniera determinante alla promozione in A - avrebbe avuto più possibilità di permanenza nella massima divisione.
Nonostante sia alto 1,81 è in possesso di un dribbling secco, che sfrutta spesso ‘avventurandosi’ nel saltare l’uomo e, dote oggi ricercata, possiede un tiro preciso e potente dalla distanza.
Insomma senza nulla togliere ai magnifici che quest’anno ci regaleranno e ‘restituirAnno’ quello che ci fu tolto in maniera offensiva anni fa, sarebbe stato un valore aggiunto nella nostra ‘rosa’.
Dal momento che ogni impedimento è un giovamento: abbiamo perso un campione, Gianluca Gaetano, ma abbiamo dato spazio ad una certezza, Leonardo Benedetti, che opterà senza esitazioni per la spiaggia barese, invece di quella… sampdoriana. Anche Benedetti come Gaetano è nato nel 2000, ma a La Spezia: vanta nel curriculum, nella stagione 2021-22, 35 presenze nella squadra Imolese in serie C.
Quando ha esordito lo scorso anno in B, con il Bari aveva disputato nella stagione 2019-20 una sola partita nei cadetti con lo Spezia. Bravissimo Polito a farlo giungere a Bari, lode a Mignani per averlo integrato e valorizzato ed encomio per il pubblico barese che, immediatamente, ha imparato ad apprezzarlo, per serietà ed impegno, anche nelle giornate meno esaltanti.
Avevo ‘sognato’ in B nella rosa del Bari Benedetti e Gaetano, quest’ultimo nato il 5 maggio e Leonardo un mese dopo il 6 giugno, venuti al mondo nello stesso anno 2000, con stessa altezza 1,81 e peso forma 73 Kg., nulla toglie che, loro piacendo, possano giocare entrambi in A con il Bari.
Un altro Leonardo famoso - direttore sportivo Giorgio Perinetti forse è giunta l’ora di ‘confessare’ il nome di colui che ti segnalò il difensore - oggi pilastro della Juventus e della nazionale è Bonucci: giocatore che giunse a Bari nella stagione 2009-10. Al tempo il ‘vissuto’ dell’atleta era appena sufficiente: tra il 2005/6 e 2006/7 aveva disputato una sola partita in A con l’Inter e fu mandato in B a giocare tra il 2007/8 e 2008/9 36 partite con il Treviso; a gennaio 2009 finì a Pisa, sempre in B, e disputò 18 partite. A questo punto Perinetti lo prese per affidarlo a Giampiero Ventura nel penultimo anno in cui il Bari ha calcato la serie A: disputò 38 partite con un gol e finì alla Juve ed oggi è uno dei pochi professionisti cui mancano circa 20 incontri per raggiungere quota 500 di partite giocate.
Leonardo Benedetti non mi ha entusiasmato subito, ma tutte le volte che ha giocato è riuscito a conquistare la mia stima per la pulizia di comportamento tenuta in campo, oltre che per quei generosi ripiegamenti che gli sono valsi il posto da titolare: Bonucci in verità mi colpì immediatamente e, infatti, partì per lidi più famosi subito.
Razionalmente è difficile accettare che qualcosa avvenga per caso: di solito difficilmente si ammette di aver vinto per caso, mentre, spesso, la sconfitta è attribuita al… caso.
Andremo in A per merito, cosa ampiamente sanzionata dal campo, e vedremo in tribuna il giorno della finale il presidente Aurelio De Laurentiis, insieme al figlio Luigi, con la sciarpa del Bari al collo: lui, abituato a vincere in ogni ‘campo’, dopo aver battuto le mani al suo Napoli e al suo Gaetano, non potrà non gioire con una folla, una squadra ed una città che ritiene… Benedetti i giorni in cui ‘fece suo’ il Bari. Sull’asse Napoli-Bari passerà direttamente nella STORIA: quella che considera l’ALTA VELOCITA’ non un ‘brivido’, ma una giusta necessità.