Bari, cerimonia di intitolazione dell’area verde in piazza Eroi del Mare a Chiara Fumai
BARI - Si è tenuta questa mattina, alla presenza del sindaco Antonio Decaro, la cerimonia di intitolazione dell’area verde situata in piazza Eroi del mare - angolo tra piazza Eroi del Mare, lungomare di Crollalanza e tratto oltre via Giuseppe Bozzi - a Chiara Fumai, scomparsa prematuramente nel 2017, eccellenza dell’arte contemporanea internazionale, autrice di una ricerca artistica eccentrica e visionaria.
Alla cerimonia hanno partecipato inoltre l’assessora alle Culture Ines Pierucci, la consigliera delegata alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico della città Micaela Paparella, il direttore del Centre d’Art Contemporain di Ginevra Andrea Bellini e Milovan Farronato, curatore del padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia del 2019.
“Oggi teniamo fede a un impegno preso con Liliana Chiari - ha detto Antonio Decaro - e con la nostra città, in cui Chiara Fumai è cresciuta e alla quale è rimasta particolarmente legata. Lo facciamo perché crediamo che la toponomastica sia uno strumento di memoria e conoscenza, e dedicarle questo spazio significa rendere omaggio alla sua sensibilità artistica e al suo grande talento. Un talento che ha saputo lasciare un segno netto nella storia dell’arte contemporanea, come dimostra la presenza, qui, oggi, accanto a noi, di Andrea Bellini e Milovan Farronato, che ringrazio per aver voluto essere al nostro fianco.
Chiara Fumai in poco più di dieci anni ha saputo imporsi sulla scena internazionale dell’arte per il carattere assolutamente originale della sua ricerca, che ha indagato il rapporto tra potere e linguaggio utilizzando espressioni assai diverse, alla musica sperimentale al femminismo radicale, dal pensiero anarchico a studi occultistici.
Le sue figure femminili, sovversive perché diverse, non allineate, disturbanti, sono espressione di una controcultura che ha ancora molto da dirci sulle dinamiche del potere e sul sistema patriarcale.
Dopo la retrospettiva del 2020 al teatro Margherita, ci piacerebbe che le opere di Chiara Fumai possano tornare ad essere esposte nella nostra città, a testimonianza di un legame fortissimo: nel frattempo questo spazio pubblico che abbiamo scelto di intitolarle resterà a memoria di un’esperienza personale e artistica di straordinario rilievo”.
“Intitolare l’area verde di piazza Eroi del Mare a Chiara Fumai - ha evidenziato Ines Pierucci - se per un verso è l’occasione di ricordare e valorizzare il suo lavoro artistico, che ha attraversato con assoluta libertà le tradizioni del femminismo radicale e dello spiritualismo, per altro ci consente di auspicare che tutte le bambine e i bambini che frequenteranno questo luogo possano riconoscersi nei valori di libertà che l’arte restituisce, ispirandosi alla ricerca poetica, linguistica e intellettuale di Chiara.
La toponomastica non è neutra: la scelta di questa intitolazione risponde alla volontà della nostra amministrazione di colmare un gap di genere nei toponimi di luoghi e spazi pubblici presenti sul territorio cittadino, recuperando la memoria di donne che, come Chiara Fumai, hanno agito e prodotto cultura, hanno avuto un ruolo nella storia, nelle scienze e nelle arti o sono diventante un simbolo di lotta e di cambiamento”.
“Il 20 marzo del 2017, insieme al sindaco Decaro e a tanti amanti e cultori dell’arte - ha ricordato Micaela Paparella -, eravamo a pochi passi da qui, in piazza IV Novembre, per intitolarne il giardino alla gallerista Marilena Bonomo: quel giorno Chiara era accanto a noi, contenta di condividere il successo di quell’iniziativa.
Non avremmo mai immaginato di ritrovarci, a distanza di soli sei anni, qui, a rendere omaggio alla memoria di Chiara, precocemente scomparsa.
Chiara è stata un’artista geniale, una meteora dell’arte contemporanea che ha dato voce e corpo, attraverso le sue performance, alle sue femmine insolenti, appartenenti a contesti sociali, culturali, politici lontani, ad epoche diverse, accomunate però dall’esigenza impellente di riscatto.
In virtù del suo potentissimo lascito, creativo e artistico, l’intitolazione di oggi risulta particolarmente significativa: Chiara Fumai è la prima artista donna a cui la città di Bari intitola uno spazio pubblico, segno tangibile di una riflessione che ribalta la visione e il pensiero dominante alla luce della potenza innovatrice dell’arte”.
Per volontà di Liliana Chiari, madre dell’artista, scomparsa nel 2022, Andrea Bellini e Milovan Farronato sono diventati i responsabili dell’archivio intitolato a Chiara Fumai: in occasione dell’intitolazione di questa mattina hanno annunciato una serie di iniziative.
“Io e Milovan rappresentiamo questo archivio per volontà di sua madre Liliana - ha sottolineato Andrea Bellini -, che ci ha lasciato la responsabilità di gestirne l’eredità artistica e le opere: avremmo potuto donare immediatamente tutta la sua produzione a un museo - la soluzione sicuramente più facile - oppure creare un archivio valorizzando l’arte di Chiara per preservarne la memoria, strada che abbiamo scelto di percorrere. Abbiamo anche creato un sito web e la nostra intenzione è continuare a studiare Chiara Fumai e, nel tempo, stringere accordi con una serie di musei nel mondo per allestirvi mostre in cambio del dono di alcune delle sue opere. Il nostro intento è, cioè, quello di proseguire nel lavoro di conoscenza e promozione dell’artista, una figura fondamentale che ha avuto la forza e l’intelligenza di anticipare un’atmosfera, annunciando il tempo che sarebbe arrivato: Chiara lo ha fatto già nel 2007, quando ancora non si parlava di artiste e femminismo, manifestandosi come un’artista straordinaria di Bari e del mondo, un’artista pienamente cosmopolita”.
“Sarà Micaela Paparella la presidente dell’archivio Chiara Fumai - ha proseguito Milovan Farronato - e con lei abbiamo condiviso l’intenzione di donare alcune opere di Chiara alla città di Bari, in particolare un’installazione sonora. Stiamo anche dialogando con la fondazione Pino Pascali di Polignano per dar vita a un progetto speciale per la programmazione del 2024 e siamo in contatto con diverse istituzioni museali internazionali per restituire l’immagine di un’artista radicata in un contesto geografico specifico ma in grado di parlare a tutto il mondo. Il tempo vi mostrerà dove ci hanno portato le nostre riflessioni”.
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