Russia: 'Immortali assenti, ma fuochi d’artificio ovunque…'. Parla lo scrittore Manlio Casagrande


FRANCESCO GRECO -
Manifestazioni in tono minore per il 78mo anniversario della vittoria dell’Unione Sovietica sul nazifascismo nella “grande guerra patriottica”, e tutto a causa del conflitto in corso ormai da quasi 15 mesi? Il mainstream dei media occidentali ha battuto il tasto sulle commemorazioni annullate in alcune città della Russia sconfinata fra Europa e Asia, sui cellulari che sarebbero stati vietati alla folla sulla Piazza Rossa, sugli Immortali (i famigliari che sfilano recando le foto dei loro cari caduti dal 1941 al 1945) assenti e quant’altro.

Lo scrittore e imprenditore veneto Manlio Casagrande vive a San Pietroburgo da 17 anni, ha sposato una ragazza russa ed è appena diventato padre. Laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Padova, è giunto in Russia per imparare la lingua. Se ne è innamorato e ha deciso di viverci e raccontarla con la massima sincerità e anche con affetto dalla sua pagina Facebook SPB24. E anche autore del bel saggio “L’anima russa ai tempi di Internet” (Ivvi Editore, Salerno 2022).

Cominciamo dagli Immortali: c’erano? 

“No, alla fine non c’è stato il Reggimento Immortale, che è un tratto tipico della manifestazione e che c’è stato anche l’anno scorso”.

A San Pietroburgo, novità? 

“Almeno qui non c'era l'aviazione, poi per il resto credo che la festa si sia tenuta normalmente. Io son dovuto andare via alle 12 perché dovevo stare col bimbo, la sera però abbiamo sentito i fuochi d'artificio. Credo che lo stesso sia avvenuto nelle altre città”. 

Capitolo cellulari: i moscoviti li avevano accesi o spenti?

“Guarda, non te lo so dire, potrebbero averli proibiti vicino al palco principale (dove c'era Vladimir Putin, per intenderci), ma non a tutti coloro che entravano nella piazza. La gente fa foto, video, tutto il tempo, eccetera: una cosa così mi pare molto strana e difficile da applicare...”.

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