'Scippano altri soldi al Sud per rimediare ai ritardi del Pnrr'

BRUXELLES - “Un nuovo, ennesimo furto è pronto per essere perpetrato ai danni dei cittadini del Mezzogiorno d’Italia. Per ovviare all’assoluta incapacità di spesa del Pnrr entro il 2026, il governo Meloni ha pensato bene di realizzare i progetti che rischiano di saltare utilizzando i fondi della Politica di Coesione. Parliamo di un tesoretto pari a 126 miliardi di euro, assegnato dall’Europa all’Italia, di cui il 75% è destinato alle regioni del Sud. Di questa somma, il 70% è stato ora congelato dal Governo italiano con l’idea di dirottarlo su progetti che erano invece a valere sui fondi del Piano di ripresa. L’ennesima scelta che impedirà ai territori del Mezzogiorno di ridurre il gap con il resto d’Europa”. Lo denuncia l’europarlamentare Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, che sulla questione ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea.

“A pagare sono sempre i cittadini delle aree meno sviluppate del Sud, che hanno già subito la sottrazione di oltre mille miliardi di spesa pubblica in 20 anni, a cui è stata destinata meno della metà delle risorse del Pnrr ottenute dall’Italia, a fronte di almeno l’80% dovuto, e che ora rischiano di vedersi scippati anche soldi che gli erano già stati assegnati di diritto. Per questo - conclude Pedicini - ho depositato un’interrogazione, con la quale ho chiesto alla Commissione Ue se ritiene legittima la manovra del Governo di dirottare risorse della Politica di Coesione da investimenti strategici nel Sud Italia, su opere che dovrebbero essere invece a carico dello Stato centrale, per la gran parte previste al Nord, osteggiando le giustificate rivendicazioni di spesa dei governatori delle Regioni del Meridione”.

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