VITTORIO POLITO - L’improvvisa protesta degli studenti per il caro-affitti, è salita da qualche giorno alla ribalta più per motivi politici che di necessità . Finora nessuno ha tenuto conto che il benessere regna sovrano in moltissime famiglie e una grande percentuale di esse sono in grado di affrontare tasse, spese e quant’altro per il solo desiderio di avere un figlio all’Università . Si, oggi, tutti vanno o aspirano ad andare all’Università , ma ahimè non ci sono lavoratori per raccogliere le ciliegie o altri prodotti della terra, senza far ricorso agli emigranti. Ma questa è un’altra storia.
La questione degli affitti viene da lontano, qualche decennio fa gli studenti facevano enormi sacrifici per studiare e viaggiavano mattina e sera per recarsi all’Università , oggi regna la comodità e la disponibilità economica che consente di restare comodamente nelle sedi universitarie.
I motivi del caro-alloggi, dipende soprattutto dal fatto che i proprietari degli immobili non affittano più le case alle famiglie, dal momento che la legge non è favorevole ai proprietari e una volta che certe famiglie entrano in una casa e, dopo i primi mesi non pagano più o alla scadenza del contratto si vuole disdirlo, allora inizia il “calvario”, poiché non è affatto facile riavere liberi gli appartamenti e allora difficilmente si trovano case per le famiglie e si preferisce, quindi, affittarli agli studenti per la facilità di ottenere liberi gli appartamenti alla bisogna o, al massimo, dopo un anno senza problemi di sorta, con lauti guadagni e, spesso, affittati anche “in nero”. Questa la verità sul caro-affitti. La domanda e l’offerta vanno di pari passo e soddisfano sia proprietari che studenti.
Tutto dipende dalle condizioni economiche delle famiglie degli studenti, dal momento che il benessere consente, oltre che pagare esose tasse, anche di sopportare agevolmente le spese per l’affitto, il soggiorno e quant’altro serve per vivere, fuori casa, in una sede universitaria.
Le tende che si vedono nei pressi delle Università in questi giorni sono solo un pretesto nel tentativo di creare un problema più che risolverlo. O no?