KHARTUM - Il ministero degli Esteri del Sud Sudan ha dichiarato di aver concordato in linea di principio una tregua di sette giorni a partire dal 4 maggio. L'accordo è stato firmato tra il capo generale dell'esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan e il leader delle forze paramilitari di supporto rapido (RSF), il generale Mohamed Hamdan Dagaló. Lo riferisce l'emittente al Arabiya citando un comunicato diffuso oggi dal ministero.
Nel frattempo, oggi le Nazioni Unite hanno annunciato che più di 330.000 persone sono state sfollate in Sudan a causa dei combattimenti. Più di 100.000 persone sono già fuggite dai combattimenti nei paesi vicini, ha detto la portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Olga Sarrado, durante una conferenza stampa a Ginevra.
Le Nazioni Unite temono un esodo di massa dal Sudan e stimano che "più di 800.000 persone" potrebbero lasciare il Paese. Secondo l'UNHCR, la maggior parte di loro dovrebbe andare in Ciad, Egitto e Sud Sudan. "E' molto difficile prevedere cosa accadrà . Dipenderà da quello che accadrà in Sudan", ha commentato Sarrado.