PIERO CHIMENTI - Ospite del Giornale di Puglia Umberto Smaila, attore e showman reso celebre grazie al gruppo comico Gatti del Vicolo Miracoli ed alla nota trasmissione divenuta cult 'Colpo Grosso'. Smaila, nel corso della nostra chiacchierata, ha fatto un bilancio dei suoi 50 anni di carriera televisiva e ha parlato, oltre del suo passato, anche di qual è lo stato 'attuale' della comicità italiana.
I Gatti del Vicolo dei Miracoli e Colpo Grosso sono stati importanti per la tua vita artistica. Secondo te quale dei due eventi ha inciso maggiormente nella tua carriera artistica?
R: Sicuramente i Gatti del Vicolo dei Miracoli. Sono stati l'inizio della carriera dove tutto si riferisce ad un periodo importante della mia vita. Avevo 20 anni e non avevo le idee chiare. Quando ci siamo messi insieme per fare il gruppo, abbiamo trovato subito l'occasione per farci conoscere, per farci capire ed iniziare un percorso durato quasi 15 anni. Diciamo che i Gatti sono stati fondamentali, la pietra miliare della mia vita artistica. Colpo Grosso è un altro capitolo completamente diverso.
Con il prosieguo della tua carriera artistica, hai sempre più preferito la musica alla tv. Come mai questa scelta?
R: Ho sempre pensato che un personaggio del mondo dello spettacolo dovesse essere capace di avere più aspetti e più 'frecce al proprio arco'. Quando ho iniziato da bambino a suonare il pianoforte, ed andare a scuola di recitazione ecc, mi sono trovato a 20 anni ad avere in mano delle carte in più rispetto agli altri. Mi sono dedicato sia alla parte musicale che recitativo. Non ho mai trascurato la parte musicale, tant'è vero che negli ultimi 2 anni sotto la minaccia di Covid e della pandemia ho lavorato molto nel cinema come autore di colonne sonore
R: Il bilancio è certamente positivo, perché ho ricevuto tante soddisfazioni sia quando lavoravo con i Gatti che come solista. Colpo Grosso è stato un momento storico, per cui ancora oggi tutti si ricordano del programma e di me. Smaila è nome conosciuto, non c'è bisogno di dirlo che è quello lì. Molti personaggi dello spettacolo, oggi, fanno fatica a coniugare il nome con il volto. Per farsi conoscere si fa molta più fatica. Fortunatamente ho trovato un modo attraverso Colpo Grosso di avere immortalato la mia immagine nel mondo dello spettacolo, più o meno sanno chi sono e ancora oggi mi fermano per strada: "Mi ricordo quando facevi Colpo Grosso..", "Perché non lo rifai", "lo guardavo con mio nonno, lo guardavo con mio padre". Quindi questo è stato un punto fondamentale.
Vista la tua carriera artistica variegata, non ti 'secca' essere riconosciuto soprattutto per Colpo Grosso?
R: No assolutamente, perché già allora sapevo che col passare del tempo sarebbe diventato un ricordo molto opaco in effetti lo è, perché molti si ricordano le parti divertenti e non le parti di nudo o presunto voyeurismo. Ecco che allora, a distanza di tanti anni, salta fuori che alla fine è stata una scelta giusta. Al momento c'ho dovuto pensare 5 minuti, anzi più di 5 minuti, perché era una scelta molto difficile, complicata ed allora avevo posto come condizione che mi avevano proposto Colpo Grosso: "Faccio Colpo Grosso, ma mi dovete lasciare anche un altro programma sulle reti normali" e così successo che di giorno conducevo, C'est la vie, Help, dei programmi pomeridiani o per famiglie e poi la sera cambiavo completamente registro. Questa è stata una scelta dettata in un momento in cui c'ho pensato parecchio.
Vista la tua carriera artistica variegata, non ti 'secca' essere riconosciuto soprattutto per Colpo Grosso?
R: No assolutamente, perché già allora sapevo che col passare del tempo sarebbe diventato un ricordo molto opaco in effetti lo è, perché molti si ricordano le parti divertenti e non le parti di nudo o presunto voyeurismo. Ecco che allora, a distanza di tanti anni, salta fuori che alla fine è stata una scelta giusta. Al momento c'ho dovuto pensare 5 minuti, anzi più di 5 minuti, perché era una scelta molto difficile, complicata ed allora avevo posto come condizione che mi avevano proposto Colpo Grosso: "Faccio Colpo Grosso, ma mi dovete lasciare anche un altro programma sulle reti normali" e così successo che di giorno conducevo, C'est la vie, Help, dei programmi pomeridiani o per famiglie e poi la sera cambiavo completamente registro. Questa è stata una scelta dettata in un momento in cui c'ho pensato parecchio.
In una recente intervista hai dichiarato che preferisci seguire più le serie tv che i comici italiani. Cos'è che non ti piace dell'attuale comicità nostrana?
R: Non voglio essere necessariamente critico, ho sempre rispetto per chi decide di fare questo mestiere che è molto difficile e complicato. La differenza sostanziale è questa: negli anni '70 c'eravamo molto di meno, c'era molta meno competizione, molta meno scelta, di farci valere, dopo aver fatto un percorso di studio. Oggi invece appena uno a uno-due battute viene buttato in pasto al pubblico in televisione e questo crea difficoltà, perché non è facile far ridere, far sorridere quando non hai avuto esperienza sul palco, quando non ti sei 'allenato'. Questa è la differenza più importante. Noi eravamo un gruppo 'scelto', c'era Troisi con la Smorfia, Lello Arena, Enzo Decaro, Benvenuti, Nuti, Vittorio Gassman, Verdone. Capisci bene che la qualità era diversa.