Albano Carrisi (intervista): 'Ho sempre vissuto in nome della musica… qualche volta non vincendo'


NICOLA RICCHITELLI –
Poco più di un mese fa tagliava il traguardo degli ottant’anni – o come preferisce chiamarli lui, “4 volte 20” – di cui sessanta passati calcando i più grandi palcoscenici della musica nazionale e internazionale: «Ho sempre vissuto in nome della musica, qualche volta vincendo, qualche volta non vincendo. Ma la passione è sempre stata la vincitrice assoluta di questa mia vita… di questo mio mestiere».

Se dici Puglia, il primo nome che ti viene in mente è il suo: la Puglia è stato il suo vanto e il suo orgoglio, è stato pugliese prima di tutto e noi tutti ci siamo sentiti “pugliesi come Albano”…

Signor Carrisi, la ringrazio per questa chiacchierata e con immenso onore noi della redazione del “Giornale di Puglia” le diamo ancora una volta il bentornato sulle pagine del nostre giornale.

Qualche settimana fa con l’evento “4 volte 20” ha festeggiato i suoi 80 anni, di cui 60 passati su un palcoscenico. Che significa per lei ritrovarsi ancora sul quel palcoscenico dopo così tanti anni?

R: «Significa avere nella vita una passione, la mia è stata la musica, ho sempre vissuto in nome della musica, qualche volta vincendo, qualche volta non vincendo. Ma la passione è sempre stata la vincitrice assoluta di questa mia vita… di questo mio mestiere».

La svolta avviene nel 1967 con il brano “Nel Sole”. Ancora oggi che emozioni le trasmettono quelle note?

R: «Sono note che, innanzitutto, sono ancora oggi più forti che mai; sono note che, nonostante il tanto tempo passato, creano una specie di ponte tra ciò che eravamo e ciò che siamo, musicalmente parlando. È stato ed è un brano che raccoglie, ha raccolto e continua a raccogliere consensi in ogni momento della mia esistenza artistica».

Erano gli anni in cui ha lasciato la sua terra per arrivare a Milano…

R: «Sapevo di amare la mia terra, ma sapevo anche che non avrei potuto fare tutto quello che ho fatto. Poi in nome della musica la mia passione era quella. L'ho inseguita fortemente, volli sempre volli, fortissimamente volli per utilizzare un termine di Vittorio Alfieri. Anche se volevo scappare via dall'arcaico per trovare la mia essenza in un mondo che era già cambiato. Ma in Puglia c'era questo ritardo di cambiamento».

Poi proprio a Milano arriva l’incontro che in qualche modo dà la svolta…

R: «Ogni giorno ho cercato la strada per arrivare dove sono arrivato. Ogni giorno costruivo il mio scalino di questa scala; poi incontrai il maestro Pino Massara, stavano cercando voci nuove. Evidentemente la mia voce era nuova. Mi accettarono. Nel clan Celentano ho fatto il mio primo disco. Poi, sempre grazie a Pino Massara, cambiammo etichetta discografica passando alla Emi. Poi arrivò la “Canzone del sole” che ha scombussolato tutta la mia esistenza in maniera rara».

“Nel sole” le diede il successo, le fece conoscere l’amore e la portò fino al palco di Sanremo…sembra scontata come domanda, ma cosa significò per lei arrivare su quel palco?

R: «Significa ritrovarsi in tutto ciò che avevi sognato per tantissimi anni, vedi che tutto si solidifica e tu ci sei dentro in quel quella solidità. È stato un momento magico per la mia esistenza artistica. Sanremo era stato il mio sogno da sempre, dagli anni in cui ho cominciato a seguirlo e finalmente ero. Ero lì, tra i tanti, grandi e non che partecipavano a Sanremo del '68. Stare vicino a Luis Amstrong, ad un mostro sacro come Domenico Modugno, Celentano, tutti l’uno contro l’altro per la vittoria a Sanremo».

Un palco che ha calcato moltissime altre volte. Cosa ha rappresentato quel palco per la sua carriera?

R: «Lì ho iniziato la mia carriera da solista e da lì è ripartita. Lì è iniziata la carriera artistica di coppia con Romina nel 1982 con “Felicità”, poi incominciò la mia vita da solista con la canzone “E' la mia vita” nel 1996 e continua tutt’oggi».

A proposito di “Felicità”, cos’è per lei oggi la felicità?

R: «La felicità è un sogno, un pensiero, è un desiderio. Tutti ne abbiamo bisogno, ma bisogna creare i presupposti. Come fa un contadino con una pianta appena piantata, poi questa dovrà fare i conti, ovviamente, con le atmosfere, con il tempo che cambia, con la siccità... L'importante è riuscire a creare una piattaforma di serenità».

Nel mondo che viviamo oggi c’è ancora felicità?

R: «La felicità c'è tanto quanto la tristezza, quanto la nostalgia, quanto l'amore. Sono tutti elementi che circolano, circolano, circolano intorno all'essere umano».

Ci sono rimpianti voltando lo sguardo alla sua vita e alla sua carriera artistica?

R: «Io ai rimpianti non dò nessuno spazio, perché, anche se ho commesso degli errori, sono regolarmente commessi, fanno parte della vita».

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