FRANCESCO GRECO - Perché aver paura della morte? Ammonisce Epicuro in una lettera a Meneceo: “Quando ci siamo noi, non c’è la morte”. Sottinteso: e viceversa.
Il nostro tempo virale e insonne ha relativizzato, quasi esorcizzato il concetto di fine corsa, rimosso l’idea ontologica del the end. Nonostante il Vangelo (Mt 26,41) avverta: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno nè l’ora”. Ma tentare di spiegarne il perché ci porterebbe lontano, troppo lontano…
L’artista di fama internazionale Luigi Sergi ha deciso di proporre le sue sculture nei viali di un cimitero del Sud (Gagliano del Capo, a due passi dal Capo di Leuca, Finibus Terrae, “E’ qui che i salentini / dopo morti fanno ritorno / col cappello in testa, ”Finibusterrae”, Vittorio Bodini), di quelli frequentati tutto l’anno, pieni di sole e di energia, come location della sua antologica (15 le opere proposte, ispirate agli scritti di Pavese, Bergson, Sepùlveda, Montale, etc., con la narrazione di genesi ed estetica) dal titolo: “Volo delle Anime” (vernissage l’8 luglio, alle ore 19.00, fino al 16 settembre, dalle 8 del mattino alle 7 di sera, martedi escluso, interverranno il Vescovo della Diocesi di Ugento- S. Maria di Leuca, Mons, Vito Angiuli e il Vicario Mons. Beniamino Nuzzo), a cura di De Arte Novara, Dentro l’Arte Novara, Italgrafica Novara, patrocinio del Comune di Gagliano del Capo.
Si, avete letto bene: è la prima volta nella storia dell’arte, da Fidia a Guttuso, che una mostra ha luogo nell’ultima dimora che attende tutti.
Sospesa fra l’Europa della ragione e il Mediterraneo della sensualità, Oriente e Occidente, una proposta così insospettata e ricca di nervature artistiche ed estetiche, di semantica, filologia, filosofia (“Giunto a questo punto della mia vita, biologica e artistica, per me è come se fosse l’anno zero...”, osserva Sergi) annunciando l’evento artistico dell’Italia 2023, che nelle intenzioni dovrebbe essere itinerante.
“L’arte è un’esperienza che evoca emozioni, promuove la riflessione e crea un dialogo fra Vita e Morte”, premette Mattia Sergi. Che così continua: “Questo tipo di mostre è un modo di esplorare il concetto di Vita, la Morte, la memoria e l’eredità culturale, offre una prospettiva unica sul significato della Vita e sulla connessione con i nostri antenati. Offre una nuova prospettiva su un luogo che è associato solo al lutto”.
Aggiunge il direttore artistico di Dentro l’Arte: “La leggo anche come un tributo ai Defunti e una celebrazione della loro vita. Attraverso qualsiasi arte è possibile esplorare storie personali, tradizioni culturali e l’impatto che le persone hanno avuto sulle nostre vite”. E così conclude: “Sono sicuro che promuoverà anche un senso di appartenenza e favorirà un’occasione per celebrare la vita e la cultura insieme. Ed è anche un’idea futuristica che certamente avrà un seguito in altri paesi…”.
Perché una location così inconsueta e spiazzante, eppure pregna di semantica?
“Non è stata inconsueta perché da anni pensavo a un evento così diverso dai soliti luoghi deputati alle esposizioni d’arte. Può essere sicuramente spiazzante per il pubblico, ma non per me che ho avuto la morte come una rinascita”.
E perché quel titolo?
“Nasce dalle mie visite nei cimiteri, in particolare quelli di Gagliano e di Presicce. Ogni volta creavano in me una forte riflessione tra la Vita e la Morte. E’ come se i parenti, gli amici e le persone mi chiedessero di fare qualcosa per ricordare tutti. Questa riflessione mi ha suggerito il titolo Volo delle Anime”.
Che significato attribuire a quella farfalla?
“La farfalla nella religiosità cristiana è l’ultimo respiro dell’uomo che diviene, appunto, farfalla”.
Altri aspetti del concept più intimo estetico, filosofico e morale della sua proposta artistica che intende comunicare? L’arte vista come medium?
“Non ho cercato nessun significato estetico, mentre ho dato importanza al significato filosofico e morale. Filosofico per esplorare le storie personali nei racconti dei parenti e amici e l’impatto che le persone hanno avuto sulle nostre vite. Intendo comunicare ai visitatori attraverso le mie opere che l’arte, oltre a essere vista, entra nella coscienza e nello spirito di ognuno di noi, avvicinandoci in modo diverso alle persone che ci hanno lasciato. Le mie farfalle indicheranno il respiro dell’anima, per questo la mia arte diventa respiro…”.
LUIGI SERGI è nato a Presicce (Lecce) nel 1952. Vive e lavora a Novara. Ha iniziato l’attività artistica nel 1970, periodo a cui risale la sua prima personale, dedicandosi contemporaneamente alla pittura e alla scultura. Ha frequentato I’Istituto d’Arte e l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove nel 1975 si è diplomato in scultura.
Trasferitosi a
Roma, inizia una ricerca sul modulare e sulla
psicologia della forma approfondendo il suo
percorso anche attraverso il confronto con
alcuni artisti e avvicinandosi in particolar
modo a Rocco Coronese e a Corrado Cagli.
Grazie a questi incontri, la sua arte si va
definendo.
E’ in questo periodo che rielabora in maniera personale vari movimenti artistici: cubismo, astrattismo, arte informale, pop art, concettualismo, optical.
Dopo la parentesi romana si stabilisce in provincia di Novara come docente di Materie Artistiche, portando avanti la sua sperimentazione tecnico-pittorica e superando i confini canonici dell’opera, facendo entrare lo spazio reale nel quadro e il quadro nello spazio reale.
Nel 1980 si trasferisce definitivamente a Novara dove incontra casualmente il critico Giovanni Quaglino con il quale stabilirà un profondo rapporto di amicizia.
Nel 1982 espone in diverse mostre personali collettive che testimoniano una matura acquisizione delle esperienze artistiche mentre si va sempre più definendo un modo di dipingere basato sull’intuizione, su un rapporto quasi fisico con la tela.
Nel 1990 apre per la prima volta ai visitatori lo studio di Via Zanoia, con la mostra “Aggregazioni” e l’anno seguente il Comune di Presicce gli organizza una grande mostra antologica nell’ex Convento dei Carmelitani.
Nel 2007 ha aperto al pubblico uno spazio del suo nuovo studio, “Dentro l’Arte”, inaugurato con la mostra “Catalogo Espressioni” sintesi della sua attività pluriventennale.
Lo spazio ospita anche la sede dell’Associazione Culturale “DeArte” che organizza mostre, eventi culturali e artistici.
E’ in questo periodo che rielabora in maniera personale vari movimenti artistici: cubismo, astrattismo, arte informale, pop art, concettualismo, optical.
Dopo la parentesi romana si stabilisce in provincia di Novara come docente di Materie Artistiche, portando avanti la sua sperimentazione tecnico-pittorica e superando i confini canonici dell’opera, facendo entrare lo spazio reale nel quadro e il quadro nello spazio reale.
Nel 1980 si trasferisce definitivamente a Novara dove incontra casualmente il critico Giovanni Quaglino con il quale stabilirà un profondo rapporto di amicizia.
Nel 1982 espone in diverse mostre personali collettive che testimoniano una matura acquisizione delle esperienze artistiche mentre si va sempre più definendo un modo di dipingere basato sull’intuizione, su un rapporto quasi fisico con la tela.
Nel 1990 apre per la prima volta ai visitatori lo studio di Via Zanoia, con la mostra “Aggregazioni” e l’anno seguente il Comune di Presicce gli organizza una grande mostra antologica nell’ex Convento dei Carmelitani.
Nel 2007 ha aperto al pubblico uno spazio del suo nuovo studio, “Dentro l’Arte”, inaugurato con la mostra “Catalogo Espressioni” sintesi della sua attività pluriventennale.
Lo spazio ospita anche la sede dell’Associazione Culturale “DeArte” che organizza mostre, eventi culturali e artistici.