LECCE - L’ennesimo aumento del tasso Bce, stabilito dalla Banca centrale europea, mira a ridurre l’inflazione. «Ma per le famiglie salentine significa dover rimborsare rate dei prestiti e dei mutui ben più alte», sottolinea Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico Aforisma.
«Più le famiglie sono indebitate e più sono penalizzate da questi continui rialzi del tasso Bce che, a partire dal prossimo 21 giugno, salirà al 4 per cento».
Ricorrere all’aiuto di un istituto di credito per comprare casa, ad esempio, comporterà un esborso ancora più elevato, con effetti a cascata sulle rate dovute. Mentre diminuiscono i prestiti alle imprese private anche per via dei maggiori rischi conseguenti a un rallentamento dell’economia e dei maggiori costi, il tasso sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa, considerate anche le spese accessorie ricomprese nel tasso annuale effettivo globale (Taeg), è già arrivato al 4,52 per cento, rispetto al 4,36 per cento di marzo.
«I dati relativi all’accensione di un mutuo finalizzato all’acquisto di un’abitazione non possono che preoccupare», commenta Stasi. «Rispetto ad aprile 2022, quando il tasso annuale effettivo globale si attestava attorno al 2,15 per cento, è dunque più che raddoppiato. Considerati l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ora ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, cresce, rispetto a un anno fa, da 595 a 768 euro, con un rincaro pari a 173 euro al mese. Una stangata annua pari a 2.076 euro. Rispetto poi a due anni fa, quando era all’1,74 per cento, l’incremento si attesta addirittura al 160 per cento».
«Più le famiglie sono indebitate e più sono penalizzate da questi continui rialzi del tasso Bce che, a partire dal prossimo 21 giugno, salirà al 4 per cento».
Ricorrere all’aiuto di un istituto di credito per comprare casa, ad esempio, comporterà un esborso ancora più elevato, con effetti a cascata sulle rate dovute. Mentre diminuiscono i prestiti alle imprese private anche per via dei maggiori rischi conseguenti a un rallentamento dell’economia e dei maggiori costi, il tasso sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di una casa, considerate anche le spese accessorie ricomprese nel tasso annuale effettivo globale (Taeg), è già arrivato al 4,52 per cento, rispetto al 4,36 per cento di marzo.
«I dati relativi all’accensione di un mutuo finalizzato all’acquisto di un’abitazione non possono che preoccupare», commenta Stasi. «Rispetto ad aprile 2022, quando il tasso annuale effettivo globale si attestava attorno al 2,15 per cento, è dunque più che raddoppiato. Considerati l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ora ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, cresce, rispetto a un anno fa, da 595 a 768 euro, con un rincaro pari a 173 euro al mese. Una stangata annua pari a 2.076 euro. Rispetto poi a due anni fa, quando era all’1,74 per cento, l’incremento si attesta addirittura al 160 per cento».