Autismo, Galante (M5S): 'Necessaria per i nuovi centri la figura del terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva. Serve l’attivazione del corso di laurea'
BARI - “La carenza di figure specializzate nella corretta presa in carico di bambini con lo spettro autistico è uno degli aspetti a cui il Tavolo regionale dell’Autismo sta cercando di far fronte. Parliamo di una problematica sollevata a più riprese, che ha bisogno di soluzioni urgenti. Serve una formazione specifica per insegnanti e medici e pediatri di famiglia ed è necessario dotare i centri di specialisti come i terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva. Parliamo di professionisti indispensabili per l’attivazione di nuovi centri, così come educatori e logopedisti. In Puglia non sembra esistere in nessun ateneo il corso di Studi in terapia della neuro e psicomotricità dell’Età Evolutiva e ritengo indispensabile capire se sia possibile dare vita ad un percorso per attivarlo e colmare così questa lacuna”. Lo dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante che ha depositato una richiesta di audizione dell'assessore alla Formazione Sebastiano Leo, del Direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, dei Magnifici Rettori delle Università pugliesi e del Professor Alessandro Dell'Erba, preside della scuola di Medicina dell’Università di Bari.
“È importante - continua il pentastellato - capire quale sia la situazione attuale per quello che riguarda questi corsi e quale sia la posizione della Regione in merito all’attivazione degli stessi, in collaborazione con le università. Dobbiamo dare risposte alle famiglie e fare il possibile per attivare i moduli, i centri diurni e le strutture residenziali: il fabbisogno ne prevede complessivamente 82, ma al momento ne sono attivi solo 17: una situazione che spesso costringe a ricorrere al privato e fuori regione con costi notevoli che non tutti possono permettersi”.
“È importante - continua il pentastellato - capire quale sia la situazione attuale per quello che riguarda questi corsi e quale sia la posizione della Regione in merito all’attivazione degli stessi, in collaborazione con le università. Dobbiamo dare risposte alle famiglie e fare il possibile per attivare i moduli, i centri diurni e le strutture residenziali: il fabbisogno ne prevede complessivamente 82, ma al momento ne sono attivi solo 17: una situazione che spesso costringe a ricorrere al privato e fuori regione con costi notevoli che non tutti possono permettersi”.