Bari, 'Eurorchestra': domenica 18 giugno doppio appuntamento per il nuovo progetto per 'Le due Bari 2023'


BARI - Si inaugura domenica 18 giugno, nel cortile Settecentesco della Chiesa di San Marco a Japigia (Bari), con la direzione artistica di Francesco Lentini, il “SSaCMU - Sacred Serious and Comic Music Festival (Barisien Napolitain, e oltre) dell’EurOrchestra da Camera di Bari”, creato nell’ambito dell’accordo di programma Mic-Comune di Bari per l’avviso pubblico “Le Due Bari 2023”.

Alle 18 è in programma una iniziativa a cura della Star Gate Universal Service adv con Mariella Ragnini De Sirianna che si occuperà di un laboratorio inclusivo e formativo del pubblico, a ingresso libero, sul tema “Sviluppo di competenze critiche attraverso l’ascolto di repertori appartenenti alla nostra cultura musicale”.

Seguirà, alle 21, il concerto dal titolo “Dinastia Piccinni – Latilla & friends: Sinfonie, Arie, Canzoni e Lodi sacre” con musiche inedite, revisionate e riadattate ai tempi moderni, nelle trascrizioni di Angela Montemurro da antichi manoscritti o antiche edizioni a stampa. La serata si aprirà con una Sinfonia, mai eseguita, in Fa maggiore di Gaetano Latilla, del quale saranno poi eseguite due arie tratte dall’opera Don Calascione, “Colà sul praticello” affidata al Soprano Angela Cuoccio e “La fravoletta mi porterà” affidata al tenore Gianni Leccese; di Niccolò Piccini sarà eseguito il duetto “Contino amabilissimo” per Soprano, Basso e orchestra (A. Cuoccio e Basso Pietro Barbieri) e l’aria scritta per Soprano en travesti “Dov’è la morte”, che sarà cantata dal Tenore Gianni Leccese; di Louis Alexander Piccinni saranno eseguite due Chansons: “La mode aux montagnes russes” dal mezzosoprano Valentina Patella, e “Eloge du temp passè” da Pietro Barbieri. Le quattro voci liriche eseguiranno poi un inedito “Laudate Dominum” di Leonardo Leo, brano di cui esistono solo le parti manoscritte, e non la partitura, che è stata quindi ricavata appositamente per il Festival. Ancora Gianni Leccese eseguirà a seguire una canzone napoletana di Mario Costa, “Era de maggio” mentre a Valentina Patella sono affidare di De Giosa la “Polka Mazurca Song”, tratta da un’antica edizione a stampa londinese, e l’“Ave Maria” di Piazzolla. Chiuderà il concerto il duo Cuoccio - Leccese con una canzone napoletana di De Giosa a due voci: “Le marenare”. Dirige il Maestro Francesco Lentini. L’ingresso è libero.

IL FESTIVAL NEL COMPLESSO

Il Festival si concretizzerà in cinque concerti, ognuno in prima assoluta mondiale, in altrettante aree bersaglio della città metropolitana di Bari. Ciascun concerto sarà anticipato da un laboratorio inclusivo. Obiettivo del Festival è salvaguardare e valorizzare, portandolo all’attenzione del pubblico, il patrimonio immateriale del nostro territorio. Saranno riproposte, come prime esecuzioni assolute nei tempi moderni, cioè in nuove vesti e in nuove partiture, realizzate dalla compositrice barese Angela Montemurro, musiche scritte dagli antichi maestri di scuola napoletana appartenenti a dinastie musicali, soprattutto di origini baresi, nelle quali l’arte della composizione e della interpretazione si è tramandata di padre in figlio (come nel caso delle dinastie Piccinni, Tritto, Veneziano, Festa), o si è realizzata in mutevole scambio tra fratelli, come nel caso dei fratelli andriesi Broschi, di cui è famosissimo Carlo, conosciuto col nome di Farinelli (cantore sopranista e compositore egli stesso), o si è mutuata per parentele in linea collaterale, come tra i Piccinni e il baresissimo Latilla, cantore da bambino nella Cattedrale di Bari.

A questi va aggiunta la stirpe “tarantina” dei Fago, padre, figlio e nipote. Lo sguardo del Festival si rivolgerà anche al famoso Maestro barese della Regia Cappella Napoletana Giuseppe Millico, al noto Maestro bitontino Nicola Bonifacio, della musicalissima famiglia dei Logroscino, per giungere a ricordare l’Abate Francesco De Rossi, canonico della Cattedrale di Bari, e i pugliesi di gran fama come Leonardo Leo di San Vito dei Normanni, il tarantino Giovanni Paisiello e il salentino Pasquale Cafaro, per giungere nell‘800 ad autori come Nicola De Giosa (nato a Bari nel 1819, dove morì nel 1885, anch’egli operante a Napoli), e Saverio Mercadante, nato ad Altamura, fino ad arrivare alla riproposizione delle più belle canzoni napoletane create dal compositore tarantino Mario Pasquale Costa (1858), che ha musicato i versi delle liriche di Salvatore di Giacomo, creando capolavori noti in tutto il mondo.

Nei concerti del festival l’ultima parola l’avranno infine le musiche dei pugliesi “di origine” come Piazzolla, o di pugliesi “di adozione” come Nino Rota, o di pugliesi “veraci” come Raffaele Gervasio e Domenico Modugno, giunti a fama universale, anche grazie alla identità musicale originaria della quale è ricca la loro creatività.

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