FIRENZE - Sequestro di persona a scopo di estorsione, forse legato al racket degli affitti dei posti letto. È questa l'ipotesi di reato con cui stanno indagando Dda e carabinieri per cercare la piccola Kata, 5 anni, scomparsa a Firenze e di cui da sabato non si sa più nulla mentre le ricerche proseguono senza sosta. I vigili del fuoco ieri hanno utilizzato anche droni e termocamere, in grado di rilevare da remoto la temperatura umana.
Centinaia di volontari si stanno alternando nei parchi, nei giardini e nelle strade dei quartieri intorno alla zona della scomparsa. E la sera si è tenuta una fiaccolata per la piccola Kataleya. L'iniziativa, organizzata dagli inquilini dell'edificio occupato dove la piccola vive con la mamma e il fratellino, ha visto la partecipazione anche della comunità peruviana e di alcuni cittadini.
Intanto, ieri pomeriggio, la mamma della piccola è stata portata all'ospedale fiorentino di Careggi, in un primo momento si è pensato per un malore ma, come si è poi appreso, per aver ingerito una piccola quantità di candeggina. Ad intervenire sul posto il 118 che ha allertato i carabinieri. E con un'altra ambulanza è stato portato in ospedale anche un amico della donna. Ha passato la notte in ospedale e sta bene.
Anche il padre del bambino, detenuto nel carcere di Sollicciano, domenica sera ha ingoiato del detersivo, forse per tentato suicidio o per un gesto disperato di autolesionismo, poi dopo una lavanda gastrica è stato dimesso dall'ospedale. Per l'Arma non sarebbe coinvolto nella scomparsa della figlia e gli stessi suoi parenti, che non sono residenti a Firenze, stanno collaborando attivamente con le autorità .
Intanto, ieri pomeriggio, la mamma della piccola è stata portata all'ospedale fiorentino di Careggi, in un primo momento si è pensato per un malore ma, come si è poi appreso, per aver ingerito una piccola quantità di candeggina. Ad intervenire sul posto il 118 che ha allertato i carabinieri. E con un'altra ambulanza è stato portato in ospedale anche un amico della donna. Ha passato la notte in ospedale e sta bene.
Anche il padre del bambino, detenuto nel carcere di Sollicciano, domenica sera ha ingoiato del detersivo, forse per tentato suicidio o per un gesto disperato di autolesionismo, poi dopo una lavanda gastrica è stato dimesso dall'ospedale. Per l'Arma non sarebbe coinvolto nella scomparsa della figlia e gli stessi suoi parenti, che non sono residenti a Firenze, stanno collaborando attivamente con le autorità .