Confesercenti: la Puglia è il fanalino di coda nei consumi
BARI - Dalla pandemia al lockdown, dalla guerra in Ucraina alla corsa dell’inflazione. Gli ultimi quattro anni hanno stravolto i bilanci degli italiani, ormai quasi per metà assorbiti dalle spese obbligate: abitazione, elettricità e le altre utenze. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di un’analisi condotta sulla spesa, i redditi e il risparmio delle famiglie negli ultimi quattro anni.
Complessivamente quest’anno le famiglie italiane spenderanno in media 286 euro in più al mese rispetto all’ultimo anno prima della pandemia. Una crescita, però, non dovuta all’aumento dei consumi, ma interamente all’inflazione energetica: in realtà si spende di più acquistando di meno.
A crescere, in questi quattro anni, sono state soprattutto le spese per l’abitazione e per le utenze, che più hanno risentito degli aumenti di energia e gas. Nel 2019 le famiglie spendevano per questa voce in media il 35% del budget mensile; oggi l’esborso è arrivato a quasi la metà (il 45,8%) del bilancio familiare.
La stangata degli energetici, inevitabilmente, ha tagliato lo spazio per gli altri consumi. Nel 2023 le famiglie spenderanno in media circa 210 euro in meno all’anno per l’abbigliamento, 384 euro in meno per i trasporti, -374 l’anno per spettacoli e cultura. Le uniche voci di spesa a non restringersi sono quella per i prodotti alimentari e le bevande (+339 euro l’anno).
Il confronto dei dati tra le varie regioni evidenzia come la Puglia sia il fanalino di coda nella capacità di spesa per famiglia.
Per Benny Campobasso, presidente di Confesercenti Puglia: 'è necessario che le famiglie pugliesi recuperino potere d’acquisto e capacità di consumo. Un’inflazione sopra il +2% fino al 2025, invece, rischia di bruciare altro potere d’acquisto nei prossimi tre anni. In termini reali, solo a fine 2025 si assisterà infatti ad un recupero tale da raggiungere i livelli del 2019, ma ci troveremo ancora ad un livello inferiore rispetto al 2007'.
Complessivamente quest’anno le famiglie italiane spenderanno in media 286 euro in più al mese rispetto all’ultimo anno prima della pandemia. Una crescita, però, non dovuta all’aumento dei consumi, ma interamente all’inflazione energetica: in realtà si spende di più acquistando di meno.
A crescere, in questi quattro anni, sono state soprattutto le spese per l’abitazione e per le utenze, che più hanno risentito degli aumenti di energia e gas. Nel 2019 le famiglie spendevano per questa voce in media il 35% del budget mensile; oggi l’esborso è arrivato a quasi la metà (il 45,8%) del bilancio familiare.
La stangata degli energetici, inevitabilmente, ha tagliato lo spazio per gli altri consumi. Nel 2023 le famiglie spenderanno in media circa 210 euro in meno all’anno per l’abbigliamento, 384 euro in meno per i trasporti, -374 l’anno per spettacoli e cultura. Le uniche voci di spesa a non restringersi sono quella per i prodotti alimentari e le bevande (+339 euro l’anno).
Il confronto dei dati tra le varie regioni evidenzia come la Puglia sia il fanalino di coda nella capacità di spesa per famiglia.
Per Benny Campobasso, presidente di Confesercenti Puglia: 'è necessario che le famiglie pugliesi recuperino potere d’acquisto e capacità di consumo. Un’inflazione sopra il +2% fino al 2025, invece, rischia di bruciare altro potere d’acquisto nei prossimi tre anni. In termini reali, solo a fine 2025 si assisterà infatti ad un recupero tale da raggiungere i livelli del 2019, ma ci troveremo ancora ad un livello inferiore rispetto al 2007'.