Disastro ferroviario Andria-Corato, condanne solo per capotreno e capostazione


TRANI - E' giunto al termine il processo di primo grado sulla strage ferroviaria avvenuta lungo la tratta Andria-Corato il 12 luglio 2016. Le condanne sono di sei anni e sei mesi di reclusione per il capostazione Vito Piccarreta, sette anni per il capotreno Nicola Lorizio, per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni gravissime. Assolti tutti gli altri 14 imputati così come la società Ferrotramviaria, che tuttavia insieme ai due ferrovieri dovrà risarcire le vittime dell'incidente e le altre parti civili.

L'incidente causò 23 morti e 51 feriti e fu il peggiore disastro ferroviario in Puglia.

Sono stati assolti con varie formule dal Tribunale di Trani Enrico Maria Pasquini, (difeso dagli avvocati Luigi Panella e Leonardo Iannone) all’epoca dei fatti al vertice di Ferrotramviaria; Massimo Nitti, direttore generale di Ferrotramviaria, Michele Ronchi, direttore di esercizio della società, Giulio Roselli, (difeso dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Fabio de Feo) dirigente a capo della divisione infrastruttura, Francesco Pistolato (avvocati Antonio Falagario e Nicola Di Cosola), dirigente coordinatore centrale, Vito Mastrodonato, dirigente della divisione passeggeri, macchinisti e capitreno, Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, a capo unità organizzativa tecnica, Tommaso Zonno, della divisione passeggeri, Giandonato Cassano, ferroviere e istruttore, Virginio Di Gianbattista, all’epoca dirigente del Ministero delle Infrastrutture, Alessandro De Paola, direttore Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi), Pietro Marturano anch’egli direttore Ustif.

Il pm aveva chiesto 15 condanne a pene comprese tra i 12 e i 6 anni di reclusione e un’assoluzione.

I commenti dei familiari delle 23 vittime dopo la lettura della sentenza: «Ãˆ una vergogna». «Non è giustizia questa: li avete uccisi due volte». «Non si vergognano? Ne son morti 23». «Come fanno a dormire la notte?».

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