Maltempo, Perrini: 'Le forti piogge provocano lo sversamento di liquami nel mare della spiaggia dei tarantini. Emiliano e Maraschio stanno a guardare?'

BARI - "La rada del Mar Grande di Taranto è stata interessata da un fiume di liquami a seguito delle copiose piogge dei giorni scorsi. Lo sversamento è avvenuto da una condotta fognaria dell’Acquedotto Pugliese, a soli 100 metri da una spiaggia pubblica, importante punto di riferimento per tanti tarantini. Sul posto è intervenuta la Guardia Costiera e i tecnici dell’Arpa per eseguire i prelievi, ma anch’io, personalmente, ieri, 15 giugno, avendo ricevuto innumerevoli segnalazioni ho verificato la situazione, che è davvero grave: la compromissione ambientale delle sue acque potrebbe avere ricadute pesanti per l’economia tarantina. Così in una nota il consigliere di Fratelli d'Italia, Renato Perrini.

"Purtroppo - prosegue Perrini -, non un evento raro perché la rete fognaria di Taranto è caratterizzata da collettori che scorrono a una profondità di circa 10-12 metri sotto il livello della strada, opere realizzate prima della costruzione degli edifici, per questo sono stati previsti interventi che prevedano una articolata e complessa progettazione tale da intervenire ad una profondità rilevante, che prevede un costo di 15 milioni di euro, per la realizzazione di una nuova condotta sottomarina al largo di Lido Bruno, in località San Vito, la cui entrata in esercizio è fissata al giugno 2025. Vale a dire, come minimo, altre due estati con un mare inquinato sulla spiaggia popolare dei tarantini".

"Per questo ho presentato un’interrogazione al presidente Emiliano e all’assessore all’Ambiente Maraschio per sapere: se la Giunta regionale è a conoscenza della situazione e se sono stati effettuati controlli e verifiche sull’avanzamento finanziario degli interventi; quali soluzioni sono state previste e/o programmate dall’Acquedotto pugliese per evitare che il Mare Ionio diventi impraticabile, con tutti gli ulteriori effetti relativi all’impatto ambientale e balneabilità" conclude Perrini.

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