(CC-BY-NC-SA 3.0 IT) |
"La sfida europea, richiede risposte europee", ha evidenziato la premier. E ha ricordato che "la migrazione di massa non ha nulla di umano". L’attenzione va quindi puntata sull’Africa, per cui il governo italiano rilancia il piano Mattei, con un "modello di sviluppo paritario e non predatorio".
Poi un passaggio anche sulla Tunisia: "Nelle missioni del 6 e dell'11 giugno mi sono impegnata perché l'Europa mantenesse alta l'attenzione sulla stabilità della Tunisia. Il lavoro continua in queste ore per giungere a un pacchetto europeo a sostegno di Tunisi". Dopo il passaggio sul tema dei migranti, un lungo applauso si è levato dalle fila della maggioranza quando la presidente del Consiglio ha detto di non aver accettato di essere "pagata
Poi sulla Nato, Meloni ha precisato: "Non è mutata la fase che l’Europa, l'Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell'avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg".
Nel suo discorso, Meloni ha toccato anche la questione dell'Ucraina: "Lo strumento proposto dalla Commissione, il New Ukraine Facility, dimostra che la comunità internazionale guarda tutta nella stessa direzione, a un'Ucraina ricostruita. E l'Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista. Scommettiamo su un futuro di pace e prosperità per l'Ucraina, e sull'integrazione europea di questa nazione: sosterremo con forza il diritto degli ucraini di essere parte della famiglia europea", ha detto.
Poi un passaggio anche sul Mes. "Non reputo utile all'Italia alimentare una polemica interna. L'interesse dell'Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale", ha detto Meloni.
"La Commissione europea ha presentato il 20 giugno una piattaforma, Step, per semplificare le procedure" sullo stanziamento dei fondi che "concede flessibilità per i settori strategici: era una richiesta che l'Italia aveva avanzato", ha aggiunto Meloni.
"La proposta - ha sottolineato - è un importante punto di partenza per il negoziato al quale l'Italia intende contribuire, questo strumento" può essere un "primo passo per arrivare a un fondo europeo per la sovranità ".
"Il Consiglio Ue si occuperò anche di sicurezza economica", della necessità di un "maggiore controllo e difesa delle catene produttive e della propria autosufficienza che qualcuno avrebbe bollato come un approccio autarchico ma in realtà è un approccio realistico di chi crede che la Ue debba proteggere le proprie catene e non essere esposta a dipendenze che rischiano di essere pericolose", ha inoltre sottolineato la premier italiana.
Mentre sul versante dell'inflazione, Meloni ha chiarito che si tratta di "un'odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L'aumento dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia".
Poi sulla Nato, Meloni ha precisato: "Non è mutata la fase che l’Europa, l'Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell'avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg".
Nel suo discorso, Meloni ha toccato anche la questione dell'Ucraina: "Lo strumento proposto dalla Commissione, il New Ukraine Facility, dimostra che la comunità internazionale guarda tutta nella stessa direzione, a un'Ucraina ricostruita. E l'Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista. Scommettiamo su un futuro di pace e prosperità per l'Ucraina, e sull'integrazione europea di questa nazione: sosterremo con forza il diritto degli ucraini di essere parte della famiglia europea", ha detto.
Poi un passaggio anche sul Mes. "Non reputo utile all'Italia alimentare una polemica interna. L'interesse dell'Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c'è una questione di metodo su come si faccia a difendere l'interesse nazionale", ha detto Meloni.
"La Commissione europea ha presentato il 20 giugno una piattaforma, Step, per semplificare le procedure" sullo stanziamento dei fondi che "concede flessibilità per i settori strategici: era una richiesta che l'Italia aveva avanzato", ha aggiunto Meloni.
"La proposta - ha sottolineato - è un importante punto di partenza per il negoziato al quale l'Italia intende contribuire, questo strumento" può essere un "primo passo per arrivare a un fondo europeo per la sovranità ".
"Il Consiglio Ue si occuperò anche di sicurezza economica", della necessità di un "maggiore controllo e difesa delle catene produttive e della propria autosufficienza che qualcuno avrebbe bollato come un approccio autarchico ma in realtà è un approccio realistico di chi crede che la Ue debba proteggere le proprie catene e non essere esposta a dipendenze che rischiano di essere pericolose", ha inoltre sottolineato la premier italiana.
Mentre sul versante dell'inflazione, Meloni ha chiarito che si tratta di "un'odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell'aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L'aumento dei prezzi non è figlio di un'economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l'aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia".