Muore travolto sulla Ss100, la madre: 'Non mi fermerò finchè non saprò la verità'

Lola Simón Martín, artista spagnola e madre di Mateo Correas, il giovane di 21 anni che è morto dopo essere stato investito sulla SS100 all'uscita di Adelfia-Rutigliano in direzione Bari, ha pubblicato un post sui social in cui si è sfogata riguardo alla telefonata che ha ricevuto dal consolato di Napoli quattro mesi fa. La signora ha raccontato che le è stata data la brutta notizia della morte del figlio in modo brusco e che ha avuto una reazione emotiva molto forte. Da allora, ha trascorso quattro mesi alla ricerca della verità su quello che è successo quella notte, accumulando alcune informazioni ma ancora non sapendo tutto. La signora ha giurato che non si fermerà finché non saprà la verità.

“Mateo era a una festa Erasmus organizzata dall’ESN di Bari. Non molte persone, circa 180 persone e molte di loro spagnole. Senza un motivo ancora noto Mateo ha lasciato quella festa, da solo? Accompagnato? Non lo so - scrive la donna su fb -. Senza sapere il motivo ha iniziato a camminare in direzione di Casamassima su quella strada dove è stato investito. Alloggiava a Bari, erano arrivati alla festa in autobus, cosa faceva lì, su quella strada? Nessun messaggio a nessuno che stava abbandonando la festa, niente sul suo cellulare. Nemmeno la consultazione delle mappe, niente. Ad oggi nessuno mi ha detto che si sta indagando su cosa stava facendo quel ragazzo su quella strada, e sono passati quattro mesi dall’incidente. Ho ottenuto delle foto, grazie a loro ho potuto sapere che i gruppi tra cui Mateo si è mosso quella notte erano spagnoli. Ho inviato messaggi e ho parlato con la maggior parte di loro. La conclusione di tutte le conversazioni è sempre la stessa: amnesia di quella notte. Ma un po’ di qui un altro po’ di là, il cerchio si restringe. Tutti vogliono dimenticare quella notte e voltare pagina. Non vogliamo, né possiamo dimenticare quella notte. È impossibile che nessuno lo vedesse uscire dalla festa, non ci credo. E sapete, prima si prende un bugiardo che uno zoppo, quindi non ho intenzione di fermarmi. So che a lui nessuno me lo restituirà, ma tutta questa storia è troppo oscura e la mia mente ha bisogno di sapere. Un giorno tutte quelle persone che erano alla festa e si sono relazionate con lui, in un modo o nell’altro, saranno padri e madri e quel giorno, come se fosse un flash, ricorderanno quella notte, sentiranno per un secondo quello che sento e poi mi capiranno”.