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Con i big three che sono pronti ad abbandonare il terreno di gioco, il mondo del tennis è destinato irrimediabilmente a cambiare. Rispetto al passato, in molti si rendono conto del fatto che il livello generale del tennis tende sempre più a equilibrarsi, soprattutto in virtù di una maggiore prestanza fisica che spesso soppianta anche il fattore talento. C'è, inoltre, da considerare che i tennisti più forti non riescono ad essere sempre schiacciasassi, anche negli incontri che sono più semplici sulla carta. Un esempio può essere tratto dal recente esito del Roland Garros, che ha visto due tennisti nello stesso lato del tabellone (Sinner e Medvedev) uscire immediatamente dalla competizione per mano di Altmaier e Seyboth Wild. In quel caso, inutile sottolineare che il pronostico verteva a loro favore, come dimostrato anche dall'andamento di piattaforme come starcasino.
Elemento comune di tale difficoltà è rappresentato dall'andamento della Next Gen, che non riesce ancora a sostituire del tutto i grandi del passato. Ma chi sono i tennisti destinati a fare la storia futura del gioco?
Carlos Alcaraz
Si parte con il giocatore che, probabilmente, è destinato a diventare schiacciasassi nel futuro del tennis e, soprattutto, quando avrà acquisito una padronanza non soltanto atletica, ma anche tecnica del gioco: Carlos Alcaraz. Lo spagnolo ha ben poco da dimostrare, dato il suo andamento in qualsiasi tipologia di competizione, dove ha dimostrato di poter già competere (e battere) i più forti. Uno stile di gioco che ricorda molto quello di Rafa Nadal, anche se lo spagnolo ha ammesso di ispirarsi a Federer, e una padronanza dei colpi già incredibilmente valida.
È questo il mix che rende Carlos Alcaraz esplosivo e, soprattutto, incredibilmente dominante nonostante la sua giovane età . Il futuro è già suo e, con la vittoria dello Slam già acquisita, la strada è in discesa. La vera ricerca da effettuare non sembra tanto riguardare colui che sembra essere il prossimo numero 1, quanto chi potrà inseguirlo e scalfire il suo dominio. Ad oggi, Alcaraz ha bisogno di pochi dettagli per dominare in lungo e in largo.
Holger Rune
Il tennista danese ha dimostrato di non star simpatico al pubblico, eppure questo elemento non sembra scalfirlo più di tanto, come dimostrato da alcuni risultati che, nonostante uno stadio contro, sono stati favorevoli per il danese. Proprio a partire dal Roland Garros 2022, Rune ha iniziato un'incredibile ascesa che si fonda soprattutto sulle sue incredibili qualità su terra rossa ma che, allo stesso tempo, lo portano ad avere grandi margini di guadagno (anche in termini di punteggio) nelle altre superfici.
La rivalità tra Rune e Alcaraz sembra essere molto simile a quella che ha riguardato Djokovic e Nadal, a meno che non si individui un altro prossimo campione in grado di scalfire quel dominio che sembra appartenere ai due. Per Rune, al di là della padronanza del campo, c'è da sottolineare un difetto di tenuta mentale che, nei momenti più importanti della partita, manca: per diventare campioni non c'è bisogno soltanto di dominare fisicamente e tecnicamente l'avversario, ma anche di annientarlo psicologicamente. Come, del resto, i più grandi insegnano.
Lorenzo Musetti
Per quanto possa apparire di parte o patriottico, il giudizio su Lorenzo Musetti poggia anche sui risultati che il tennista italiano ha dimostrato. Rispetto agli altri italiani del momento, Musetti non può fondare il suo gioco su una prima di servizio importante o su una solidità mentale costante, ma la tecnica è un fattore che non può essere dimenticato e di cui Musetti certamente non manca.
Il talento di questo giovane campione gli ha permesso di vincere un 500 ad Amburgo, di battere Alcaraz in diverse occasioni e di potersi battere, se in giornata, praticamente con chiunque. Ciò che manca a Musetti, nel contesto Slam, è il rendimento fisico sui cinque set, per cui la stanchezza la fa da padrona quando c'è da allungare la partita e giocare sullo strapotere fisico. In aggiunta a questo elemento, un difetto che ha interessato spesso Musetti è relativo al fatto che tende ad arretrare troppo la sua risposta, subendo - di conseguenza - il gioco dei tennisti più abili nella conduzione della palla.