Russo vs Leopardi, è la 'tesi' di Flavia Fersini


FRANCESCO GRECO
- Separati da due secoli distanti anni luce Due glaciazioni. La rivoluzione industriale con i suoi costi e tragedie umane e la prevalenza magmatica del virtuale con la variante intelligenza artificiale. Immerso nel cosmo oscuro con l’uomo razionale che tenta di dominare il Fato il poeta di Recanati, in un tempo contratto, marcato dall’individualismo e il nichilismo il poeta del Sud più mediterraneo che Europa. Nelle nazioni e gli imperi Leopardi, nel loro ontologico disfacimento “liquido” direbbe Zygmunt Baumann. E i parallelismi potrebbero proseguire all’infinito.

“Cosimo Russo e Giacomo Leopardi, due poeti a confronto” è il titolo della tesi di laurea triennale in Letteratura Italiana di Flavia Fersini da Gagliano del Capo (Lecce). L’ha appena discussa con successo con la prof. Beatrice Stasi all’Università del Salento. E alla fine, tra un abbraccio e una una foto-ricordo, ha ringraziato i suoi genitori Milena Bisanti e Mario Fersini per i sacrifici affrontati, oltre che la mamma commossa del poeta Luigina Paradiso.

Per la Storia: questa sul poeta di Gagliano del Capo è la terza tesi; le precedenti, triennale e specialistica, in Critica Letteraria ed Ermeneutica, sono state presentate da Michela Biasco (2019 e 2022).

In attesa di leggerla de visu, di conoscere cioè i punti di contatto fra i due, le convergenze esistenziali, i mondi paralleli, i significati significanti, allegorie e metafore, le “ombre amiche” (cit. Alfonso Gatto) comuni nel cuore e nelle loro dimore, incontriamo la dottoressa Fersini. 


Perché ha deciso di fare la tesi su Cosimo Russo?

“La decisione di affrontare questo tema è scaturita dalla necessità di voler presentare, in una mia futura tesi di laurea, un autore del Salento per poter valorizzare tutti quegli autori del Sud Italia che, a mio avviso, vengono etichettati come meno importanti.

Ho iniziato a conoscere la storia personale del poeta nel settembre del 2022 durante una presentazione della sua raccolta di poesie; da quel momento ho sentito un trasporto, anche emotivo, verso le parole che il poeta trascrive all’interno dei suoi versi. Ed è stato proprio in quel momento che ho preso la decisione di voler trattare, nella mia tesi, la poetica di Cosimo Russo”.

Lo ha messo allo specchio come Narciso, un parallelo con un classico come Leopardi: non è stato un azzardo troppo audace?

“Dopo aver studiato e analizzato le poesie di Russo, notavo degli aspetti analoghi, ma anche contrastanti con la poetica di Leopardi.

Giacomo Leopardi è stato uno dei più grandi autori della letteratura italiana, forse sì, è stato un azzardo troppo audace, ma ero a conoscenza della grande produzione poetica di Russo e sentivo dentro di me che questo parallelo tra i due poeti fosse la cosa migliore da affrontare e studiare. Dopo vari mesi di analisi delle poesie di Russo, riuscivo a collocare quest’ultimo in uno spazio temporale abbastanza vasto.

Russo è un uomo di tutti i tempi perché la sua poetica ci consente di confrontarlo sia con autori del passato, sia con autori del presente”.

Cosa ha scoperto in comune fra i due poeti e c’è un aspetto prevalente?

“Ci sono vari aspetti che accomunano i due poeti. Il rapporto con i luoghi del proprio vissuto è una delle tematiche che ho ritrovato in entrambi; questi luoghi che spesso diventano interlocutori dei poeti, instaurando un continuo scambio di emozioni e sensazioni.

Questo rapporto con i luoghi del vissuto accomuna i due poeti soprattutto perché la loro produzione pone in primo piano l’elemento autobiografico e la loro scrittura ci permette di poter rivivere le occasioni concrete del loro vissuto. Ma vi è un altro aspetto che prevale nella loro produzione...”. 


Quale?

“Lo stesso sguardo rivolto verso l’infinito e soprattutto verso la luna. L’infinito, per entrambi i poeti, è il punto più importante nelle loro poesie perché questo sguardo, rivolto verso un qualcosa che non ha mai fine, fa riflettere i poeti, fa accrescere in loro l’immaginazione e permette a entrambi di superare ogni limite umano. La luna invece è considerata l’unica vera confidente per entrambi, il loro rapporto con essa è magico, puro, spesso si rivolgono a questa luna come una vera amica.

All’interno delle loro poesie, si percepisce questo rapporto con una luna consolatrice che riesce a consolare i poeti nei loro momenti di malinconia e di solitudine. È questo, quindi, l’aspetto che prevale all’interno della loro produzione poetica”. 

Ancora più precisamente, dov’è che la loro opera si sfiora, si intreccia, si contamina, diviene una cosa sola?

“Come già detto, la tematica principale che accomuna entrambi i poeti è l’infinito. Ed è proprio nelle due poesie, «L’infinito» di Giacomo Leopardi e «Incanto di Leuca» di Cosimo Russo, che l’opera si intreccia e si contamina.

In entrambe le poesie si avvertono le sensazioni percepite dai poeti, la percezione visiva e uditiva, l’immagine di un paesaggio vasto che allarga i confini della propria immaginazione.

Entrambi i poeti descrivono la stessa eternità in cui il tempo sembra non trascorrere mai e quell’infinito temporale permette a entrambi di insediare le proprie radici in quella terra tanto amata dai due poeti”.

Possiamo dire che per Russo e per Leopardi c’è un’osmosi continua, strutturale, fra la vita e la poesia?

“Sì, in entrambi vi è quest’osmosi continua dovuta anche all’influenza dell’elemento autobiografico presente in entrambi, è questo anche che ci consente di confrontarli appieno e di capire meglio la loro produzione poetica.

Tutte le loro poesie sono state condizionate dalla vita privata dei due e, secondo un mio parere, è proprio questo rapporto tra la vita e la loro produzione che ci permette di immergerci appieno nella loro scrittura e appassionarci ai loro versi, cercando di comprendere le loro sensazioni ed emozioni”.

Leopardi è, come si diceva poc’anzi, un classico, con la sua solitudine cosmica, lo smarrimento, le passioni e il tormento: Russo col suo universo poetico ancora in parte inedito, reggerà al tempo?

“Secondo un mio parere penso che sì, Russo reggerà al tempo, perché, come dicevo precedentemente, è un poeta con una produzione abbastanza vasta e questo ci consente di poterlo studiare e, soprattutto comprendere la sua poesia, anche a distanza di anni proprio come si fa con Leopardi.

Il mio augurio, quindi, è che in futuro si possano proseguire gli studi su Cosimo Russo e valorizzare la sua produzione esaltando pertanto un poeta del Sud Italia come lui”.

Per la cronaca, infine: il centro-studi nella casa del poeta a due passi dall’ospedale Daniele-Romasi, il sogno dei genitori, Luigina e Umberto, è cosa fatta e si attende l’inaugurazione.

Ospiterà la sua biblioteca privata e, porta spalancata sul mondo, la presentazione delle opere di autori di ogni continente. Sarà un modo di far rivivere la vita e l’opera del poeta, di cui prosegue la ricognizione dei materiali inediti.

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