Sanità, FdI: 'SSR nel caos, l’Azienda Zero (sul modello veneto) è indispensabile per garantire i servizi ai pugliesi'


BARI - “Il Sistema Sanitario Regionale pugliese è nel caos più completo: i tanti problemi che si riversano sulle tasche e sulla pelle dei pugliesi, ma anche sulla quotidianità degli operatori sanitari pochi e con troppe ore lavorative sulle spalle per coprire vuoti e servizi essenziali". Così il capogruppo Francesco Ventola, a nome di tutto il gruppo regionale di Fratelli d'Italia.

“È evidente - prosegue Ventola - che l’organizzazione non regge più, per questo da tempo stavamo cercando soluzioni drastiche e non provvedimenti tampone ora per risolvere il problema delle liste di attesa, ora quello delle emergenze/urgenze, ora dei reparti chiusi per carenza di medici. E la soluzione potrebbe essere quella che la Regione Veneto, storicamente governata dal centrodestra, sta sperimentando in modo positivo dal 25 ottobre 216, vale a dire da quando il Consiglio regionale del Veneto ha approvato una legge che ha riformato il Servizio Sanitario Regionale attraverso l'istituzione dell'Azienda per il governo della sanità della Regione del Veneto, vale a dire Azienda Zero. Forse è proprio grazie a questa intuizione che il Veneto è stata una delle Regioni del Nord che meglio ha retto il peso dell’emergenza Covid. “Guardando a quella legge veneta, anche Fratelli d’Italia in Consiglio regionale ha lavorato nei giorni scorsi a una Proposta di Legge che abbiamo depositato. L’obiettivo è far creare un’Azienda, appunto Zero, che coordini sia le Asl sia le Aziende ospedaliere, in modo che tutte le scelte più importanti, sanitarie e occupazionali, siano prese nell’interesse di tutta la Puglia e quindi non avere ASL e province di serie A e altre di serie B. “In queste ore sappiamo che anche il collega Fabiano Amati di Azione ha presentato una PdL analoga, in spirito collaborativo una volta che entrambe saranno incardinate in Commissione Sanità faremo sintesi, perché quando si parla di Sanità la priorità è la salute dei cittadini e non l’appartenenza politica” conclude.

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