Silvio Berlusconi, conclusi i funerali nel Duomo di Milano. Delpini: un uomo che ha vissuto

MILANO - Si sono conclusi nel Duomo di Milano i funerali dell'ex premier Silvio Berlusconi, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, delle più alte cariche dello Stato e di numerosi leader stranieri. Oggi in tutto il paese è lutto nazionale. Cori e applausi all'uscita del feretro di Berlusconi in piazza Duomo al termine della cerimonia funebre nella cattedrale.

Al termine delle esequie il feretro tornerà a Villa San Martino, ad Arcore, in attesa di un trasferimento a Valenza Po, in provincia di Alessandria, per la cremazione. Bandiere a mezz'asta anche a Strasburgo.

Questo il senso delle parole pronunciate dall'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. "Vivere. Vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c'è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita", ha detto Delpini.

Poi Mons.Delpini ha proseguito: "Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d'uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti. Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora. Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento". Che poi è la vita di tutti. E di nessuno. A tutti capitano momenti difficili. A tutti sembra di non riuscire più ad uscire dalla valle oscura. Forse è successo anche a Berlusconi, soprattutto dopo il golpe che tentò (invano) di farlo fuori dalla vita politica.

E poi il Berlusconi imprenditore. Quello che ha iniziato col mattone e poi ha unito l'Italia con le sue televisioni: "Quando un uomo è un uomo d'affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a forse dimentica i criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d'affari e deve fare affari. Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C'è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena".

"Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento". E così è stato per il Cav, che di vite ne ha vissute tre o quattro insieme. E che, di fronte a papa Giovanni Paolo II, disse: "Santità, lei assomiglia molto al mio Milan. Lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio". Ora, dopo una vita spesa in trasferta, Berlusconi sta finalmente giocando in casa. Anzi: nella Casa del Padre.