Sommergibile disperso, ossigeno esaurito a bordo
Si sono ridotte al lumicino le speranze di ritrovare il piccolo sommergibile Titan disperso dopo che si era immerso per raggiungere il relitto del Titanic. Secondo le stime, infatti, l'ossigeno è terminato.
Il Titan, di OceanGate Expeditions, di cui da domenica non si sa più nulla, si era immerso per un'esplorazione sul relitto del Titanic. La barca ha solo 96 ore di autonomia di ossigeno e quindi è iniziata la corsa contro il tempo. Il contatto è stato perso per circa un'ora e 45 minuti dall'inizio dell'immersione.
E' stata proprio la Guardia Costiera di Boston, impegnata nel coordinamento di ricerche che con il correre delle lancette si fanno via via più affannose, a diffondere l'allarme: anche per la vastità del tratto di un quadrante di mare assai remoto dalle coste. E l'ammiraglio John Mauger, citato dalla Bbc, parla ormai apertamente di "corsa contro il tempo".
Proseguono intanto le operazioni di soccorso e l'area di ricerca si è ampliata coprendo un'area grande il doppio del Connecticut e un'area sotterranea profonda 2,5 miglia.
"È una sfida condurre una ricerca in quell'area remota", ha sostenuto un comandante della Guardia Costiera, "ma stiamo dispiegando tutte le risorse disponibili per assicurarci di poter localizzare l'imbarcazione e salvare le persone a bordo".
Il Titan, di OceanGate Expeditions, di cui da domenica non si sa più nulla, si era immerso per un'esplorazione sul relitto del Titanic. La barca ha solo 96 ore di autonomia di ossigeno e quindi è iniziata la corsa contro il tempo. Il contatto è stato perso per circa un'ora e 45 minuti dall'inizio dell'immersione.
E' stata proprio la Guardia Costiera di Boston, impegnata nel coordinamento di ricerche che con il correre delle lancette si fanno via via più affannose, a diffondere l'allarme: anche per la vastità del tratto di un quadrante di mare assai remoto dalle coste. E l'ammiraglio John Mauger, citato dalla Bbc, parla ormai apertamente di "corsa contro il tempo".
Proseguono intanto le operazioni di soccorso e l'area di ricerca si è ampliata coprendo un'area grande il doppio del Connecticut e un'area sotterranea profonda 2,5 miglia.
"È una sfida condurre una ricerca in quell'area remota", ha sostenuto un comandante della Guardia Costiera, "ma stiamo dispiegando tutte le risorse disponibili per assicurarci di poter localizzare l'imbarcazione e salvare le persone a bordo".
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