TARANTO - «Apprendiamo oggi una notizia sconcertante. Mentre il Governo Meloni sostiene a parole di voler percorrere la strada della transizione ecologica, nei fatti pone fine al processo di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, stralciando dal Pnrr oltre 1,2 miliardi destinati al progetto di implementazione dell'idrogeno verde nel siderurgico. Adesso, non solo vengono azzerate le risorse per finanziare la bonifica e la riconversione del sito industriale, ma svanisce per sempre la possibilità di poterla realizzare entro il 2026. Non basta la promessa del Ministro Fitto di voler trasferire ad altra fonte di finanziamento tale progetto, perché sussisterebbe comunque l’incertezza non solo dell'effettiva realizzazione, ma anche dei relativi tempi. Taranto non può più aspettare. Si sperava nel traguardo del 2026 e proprio quando questo era vicino è stato tolto, con l’aggravante che il governo entro il prossimo 23 agosto autorizzerà , per altri dodici anni, la continuità della produzione a carbone, così come già richiesto in sede di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), aumentandola a 8 milioni di tonnellate e senza alcuna misura preventiva di tutela ambientale e sanitaria. L'ultima mossa del Ministro Fitto è l’ennesimo schiaffo alla città di Taranto, dopo aver reintrodotto e rafforzato persino lo scudo penale e aver assicurato la continuità produttiva anche in caso di confisca, depotenziando persino l’attività della magistratura e spostando la competenza al foro di Roma, in caso di contestazione di reati. In definitiva, siamo davanti a un delitto perfetto ai danni dei cittadini di Taranto, nel silenzio generale di chi ne è responsabile di chi tace per ragioni di opportunità personale. La città ringrazia il Governo Meloni e il Ministro Fitto per tutte queste attenzioni». Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle.