SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI - E il cielo si concede ai bambini. Friedrich Hölderlin
La Pittura , essendo materia di luce dirada le Tenebre : un insight che svela l’indicibile alla nostra mente e sl nostro cuore. “ La pittura è una poesia silenziosa e la poesia una pittura che parla !loquace” afferma Simonide di Iuli che sottolinea l’intima ineludibile relazione tra le due sorelle :Poesia e Pittura. E tutto diviene Musica: : la memoria cantata dei Greci. La pittura è musica per gli occhi , la poesia è musica per il cuore. Angelo Marotta, illustre figlio delle terra di Puglia, nella mostra dal titolo “ Viaggio “ (dal 22 luglio al 26 agosto presso il Country Villaa - Fattorie Le Guardiole a Capalbio - Grosseto) riconosce l’Identità propria dell’essere umano, delle profondità dell’Io, la natura delle cose ,Ed è come se noi fossimo delle note musicali, voci della Natura che compongono il grande concerto dell’esistenza, il mosaico cangiante del mondo. Le infinite variazioni dell’anima, quale espressione del mistero dell’essere debordano dalla chiarità dei cromatismi e dalla severità delle installazioni, al di là di quelle cornici che non limitano l’idea pittorica dell’Artista, bensì ne focalizzano la pregnanza. In questo suo viaggiare dentro di sé e nella realtà apparentemente oggettiva, Egli ci appare ben consapevole che “ Come sopra, così sotto, come dentro, così fuori, come l’Universo, così l’Anima. “ secondo L’ assunto di Ermete Trismegisto.
L’Artista rivolge il suo sguardo alla complessità del mondo: la sua Pittura poetica è lo svelamento del suo più autentico Sé nel respiro della Creazione di cui si sente ospite , condividendo in tal modo il pensiero di G. Steiner, La Verità, la Bellezza, l’Umanità, la relatività del Tempo, l’Assoluto. In tal modo Egli entra in contatto con la Terra, il Cielo, gli esseri viventi… Stabilisce un dialogo intenso attraversato da una musicalità misteriosa atonale, ma non acromatica, alla ricerca del suono dell’origine che conteneva tutte le vibrazioni degli Universi possibili.
L’incipit rese, e rende , visibile l’invisibile, ascoltabile l’inascoltabile, narrabile l’inenarrabile. La Pittura, come la Scultura, è il linguaggio della corporeità: l’ Arte , infatti, è il laboratorio dei sensi. La materia pittorica, con i suoi colori e non-colori, è un “corpo vivente”. Angelo Marotta non è un vedutista di maniera “strictu sensu”, è un Alchimista del visuale in una realtà mediatica che con le immagini ci sommerge. Una sorta di bulimia deforma la realtà e ci rende ciechi , incapaci di vedere e dunque di sentire, perché tutto ciò che si vede, quando non valica i confini dell’‘eccesso, è sempre tutto ciò che profondamente si ascolta.
Ecco, da questo accecamento Marotta rifugge e ci presenta una diversa visione del mondo viaggiando dentro quelle vibrazioni luminose che hanno dato origine alla materia come tale , “ Sia la Luce e la Luce fu “ è scritto in Genesi . Dal suono, dalle ancestrali primigenie vibrazioni , dalle tenebre dell ‘Abisso nacque la Luce che in modo incessante diviene materia inorganica e poi organica con una continuità che ancora ci sfugge: materia che respira e odora, come vi ricorda Empedocle.La carne del mondo di M. Merleau Ponty.
Qui si tratta, forse, di quell’«“estetica erotica” , qualcosa che si tocca divenendo” estetica estatica”, tensione verso l’Assoluto. Lo scrigno del cuore dell’Artista si apre dolcemente: il dolore che attraversa il mondo si alterna alla gioia ma ci invita a fermarci in un moto contemplativo essenziale come se dovessimo partorire l’ultima parola pronunciata dal nostro Sé e così trasportare all’esterno qualcosa che altrimenti non si potrebbe dire.
L’esperienza del dolore – scrive J. B. Pontalis – si effettua all’interno dell’Io-corpo ed è «come se, con il dolore, il corpo si trasformasse in psiche e la psiche in corpo». Si finisce cioè per non comunicare più con la propria sofferenza, poiché «il silenzio si alterna al grido». Nelle mirabili Opere di Marotta tutto è dolore alla ricerca della felicità, tutto è’ “ poiesis”: invero soltanto la Parola dell’Arte può trasformare l’esistente per ritrovare il sentiero perduto della speranza. Ma che cosa è il colore se non la metafora del nostro essere e sentirci al mondo? Nel “ viaggio” «abitiamo la terra», con lo sguardo verso il Cielo.
In tal senso, questa mostra è un inno alla vita, un sentire profondamente di esistere senza quella lacerante nostalgia per tutto ciò che si è perduto. Un inno che intrinsecamente è sinfonia, ovvero capacità di armonizzare le dissonanze, comprese quelle che a volte il corpo ci infligge. L’esperienza della pandemia da Covid 19 ha lasciato segni crudeli.
E’ pero ‘ il pensiero creativo che costituisce la nostra più autentica essenza e ci libera dall’omologazione del villaggio globale, dal terrore dell’ annientamento . dalla morte dell’anima. Le Arti, la Pittura poetica di Angelo Marotta ci sostiene nel rinascere ogni istante all’autenticità della natura umana, nel sogno dell’origine: dalla Mente eterna alla Terra e dalla Terra al Cielo .
La Pittura , essendo materia di luce dirada le Tenebre : un insight che svela l’indicibile alla nostra mente e sl nostro cuore. “ La pittura è una poesia silenziosa e la poesia una pittura che parla !loquace” afferma Simonide di Iuli che sottolinea l’intima ineludibile relazione tra le due sorelle :Poesia e Pittura. E tutto diviene Musica: : la memoria cantata dei Greci. La pittura è musica per gli occhi , la poesia è musica per il cuore. Angelo Marotta, illustre figlio delle terra di Puglia, nella mostra dal titolo “ Viaggio “ (dal 22 luglio al 26 agosto presso il Country Villaa - Fattorie Le Guardiole a Capalbio - Grosseto) riconosce l’Identità propria dell’essere umano, delle profondità dell’Io, la natura delle cose ,Ed è come se noi fossimo delle note musicali, voci della Natura che compongono il grande concerto dell’esistenza, il mosaico cangiante del mondo. Le infinite variazioni dell’anima, quale espressione del mistero dell’essere debordano dalla chiarità dei cromatismi e dalla severità delle installazioni, al di là di quelle cornici che non limitano l’idea pittorica dell’Artista, bensì ne focalizzano la pregnanza. In questo suo viaggiare dentro di sé e nella realtà apparentemente oggettiva, Egli ci appare ben consapevole che “ Come sopra, così sotto, come dentro, così fuori, come l’Universo, così l’Anima. “ secondo L’ assunto di Ermete Trismegisto.
L’Artista rivolge il suo sguardo alla complessità del mondo: la sua Pittura poetica è lo svelamento del suo più autentico Sé nel respiro della Creazione di cui si sente ospite , condividendo in tal modo il pensiero di G. Steiner, La Verità, la Bellezza, l’Umanità, la relatività del Tempo, l’Assoluto. In tal modo Egli entra in contatto con la Terra, il Cielo, gli esseri viventi… Stabilisce un dialogo intenso attraversato da una musicalità misteriosa atonale, ma non acromatica, alla ricerca del suono dell’origine che conteneva tutte le vibrazioni degli Universi possibili.
L’incipit rese, e rende , visibile l’invisibile, ascoltabile l’inascoltabile, narrabile l’inenarrabile. La Pittura, come la Scultura, è il linguaggio della corporeità: l’ Arte , infatti, è il laboratorio dei sensi. La materia pittorica, con i suoi colori e non-colori, è un “corpo vivente”. Angelo Marotta non è un vedutista di maniera “strictu sensu”, è un Alchimista del visuale in una realtà mediatica che con le immagini ci sommerge. Una sorta di bulimia deforma la realtà e ci rende ciechi , incapaci di vedere e dunque di sentire, perché tutto ciò che si vede, quando non valica i confini dell’‘eccesso, è sempre tutto ciò che profondamente si ascolta.
Ecco, da questo accecamento Marotta rifugge e ci presenta una diversa visione del mondo viaggiando dentro quelle vibrazioni luminose che hanno dato origine alla materia come tale , “ Sia la Luce e la Luce fu “ è scritto in Genesi . Dal suono, dalle ancestrali primigenie vibrazioni , dalle tenebre dell ‘Abisso nacque la Luce che in modo incessante diviene materia inorganica e poi organica con una continuità che ancora ci sfugge: materia che respira e odora, come vi ricorda Empedocle.La carne del mondo di M. Merleau Ponty.
Qui si tratta, forse, di quell’«“estetica erotica” , qualcosa che si tocca divenendo” estetica estatica”, tensione verso l’Assoluto. Lo scrigno del cuore dell’Artista si apre dolcemente: il dolore che attraversa il mondo si alterna alla gioia ma ci invita a fermarci in un moto contemplativo essenziale come se dovessimo partorire l’ultima parola pronunciata dal nostro Sé e così trasportare all’esterno qualcosa che altrimenti non si potrebbe dire.
L’esperienza del dolore – scrive J. B. Pontalis – si effettua all’interno dell’Io-corpo ed è «come se, con il dolore, il corpo si trasformasse in psiche e la psiche in corpo». Si finisce cioè per non comunicare più con la propria sofferenza, poiché «il silenzio si alterna al grido». Nelle mirabili Opere di Marotta tutto è dolore alla ricerca della felicità, tutto è’ “ poiesis”: invero soltanto la Parola dell’Arte può trasformare l’esistente per ritrovare il sentiero perduto della speranza. Ma che cosa è il colore se non la metafora del nostro essere e sentirci al mondo? Nel “ viaggio” «abitiamo la terra», con lo sguardo verso il Cielo.
In tal senso, questa mostra è un inno alla vita, un sentire profondamente di esistere senza quella lacerante nostalgia per tutto ciò che si è perduto. Un inno che intrinsecamente è sinfonia, ovvero capacità di armonizzare le dissonanze, comprese quelle che a volte il corpo ci infligge. L’esperienza della pandemia da Covid 19 ha lasciato segni crudeli.
E’ pero ‘ il pensiero creativo che costituisce la nostra più autentica essenza e ci libera dall’omologazione del villaggio globale, dal terrore dell’ annientamento . dalla morte dell’anima. Le Arti, la Pittura poetica di Angelo Marotta ci sostiene nel rinascere ogni istante all’autenticità della natura umana, nel sogno dell’origine: dalla Mente eterna alla Terra e dalla Terra al Cielo .