LECCE - "Sul tema delle concessioni demaniali marittime il Governo continua a perdere tempo, cercando di dimostrare che la risorsa da assegnare in concessione tramite bandi pubblici (le spiagge) non è 'scarsa', cioè, limitata; ma 'abbondante', cioè disponibile in quantità tale da poterne prorogare ancora – e ancora – l’assegnazione agli stessi concessionari per chissà quanto. Una tesi che da tempo è considerata non valida dalla giustizia amministrativa italiana e dalla Corte Europea. Sulla quale, però, le forze politiche di maggioranza e il Governo decidono di puntare come estremo tentativo di non applicare alcuna concorrenza sulle concessioni balneari, nonostante il recepimento della direttiva “Bolkestein” sia legge dello Stato già dal 2010" ha dichiarato il sindaco di Lecce Carlo Salvemini sull’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto per la mappatura delle concessioni demaniali.
"È di questi giorni la notizia dell’approvazione in Consiglio dei ministri di un decreto con il quale si dà avvio a una nuova 'mappatura' – che si sovrapporrà in parte al già esistente Sid – e che appare finalizzata nel breve periodo più che altro a creare le condizioni per una ulteriore proroga 'tecnica' di un anno alle concessioni in scadenza al 31 dicembre. Una proroga annuale che già il Consiglio di Stato ha bocciato. Eppure, già oggi, senza attendere alcuna nuova 'mappatura' il Governo potrebbe predisporre i criteri per la definizione dei bandi di gara per le concessioni in scadenza. Perché i bandi sono il traguardo inevitabile cui tendere: nulla vieta di creare oggi le condizioni per farli. Eppure, a quanto pare, il Governo non intende neanche cominciare a lavorarci. Continuiamo ad assistere a una iniziativa politica spericolata e sciagurata, che genera nuove tensioni con l’Unione Europea con la quale, in tema di concorrenza, il nostro Paese ha assunto degli impegni chiari, condizionando a quegli impegni specifici la sottoscrizione del Next Generation Eu. Insomma, ci stiamo giocando una partita più importante di quanto si immagini. Ma, evidentemente, il Governo ritiene che la cambiale elettorale firmata con i balneari debba essere onorata, anche a danno di tutto il Paese. All'Italia serve invece una legge nazionale capace di garantire equità sociale, consentendo a tutte le famiglie che non possono accedere ai lidi privati di fruire di una spiaggia libera, e più tutela del paesaggio costiero, perché il sovraccarico di bagnanti sulle attuali, limitate, porzioni di spiaggia libera non agevola la rigenerazione dei litorali sabbiosi e delle dune, che sono sempre più colpiti dall’erosione. Ma sono temi che non scaldano il cuore dei partiti della destra, che preferiscono la tutela di pochi alla tutela dei diritti e dei beni comuni".