DAVIDE SETTE - Massimo Ranieri, un po’ come Bob Dylan, è in un "never-ending" tour da ormai tantissimi anni. Dopo più di 800 repliche di "Sogno e Son Desto", la formula magica di quel successo clamoroso è stata adesso ritoccata dallo stesso Ranieri, con l’aiuto di Edoardo Falcone, per conquistare ancora una volta le scene live con un nuovo emozionante show dal titolo che racchiude un’intera carriera ma che esprime anche il desiderio di non fermarsi qui: "Tutti i sogni ancora in volo". Quella nel Fossato del Castello Svevo di Barletta è stata una straordinaria avventura tra canto, recitazione, avanspettacolo e teatro, dove il pubblico ha ritrovato Ranieri al 100%, in tutto il meglio del suo repertorio più amato e prestigioso.
Tra i tanti successi intramontabili, da "Perdere l’amore" a "Rose Rosse", in scaletta anche il brano vincitore del Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo 2022, "Lettera di là dal mare", e alcuni bellissimi inediti scritti per Ranieri da altri grandi cantautori italiani tra i quali Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Giuliano Sangiorgi: canzoni incluse nell’ultimo album del cantautore pubblicato lo scorso anno, che non a caso ha lo stesso titolo dello spettacolo, che fa da filo conduttore a questa recente e prolifica fase di attività di Ranieri tra libri, programmi televisivi e musica. Quattordici milioni di dischi venduti in tutto il mondo, più di trenta album pubblicati a cominciare da quel primo, acerbissimo, disco registrato a soli 13 anni sotto lo pseudonimo di Gianni Rock, su cui scherza con gli spettatori. Ranieri è oggi un cantante tutt’uno col palcoscenico, che maneggia come se fosse un’estensione del proprio corpo, di cui è abile padrone con salti, flessioni, acrobazie impensabili alla sua età per chiunque altro.
Nonostante la sicurezza acquisita dopo le migliaia di palchi calcati negli ultimi anni, fa ancora capolino qualche piccola dimenticanza di testo qua e là , qualche leggero tremolio nella voce altrimenti monolitica, a testimonianza dell’emozione che non si è lasciata sopraffare dalla "routine" di chi è in tour da sempre. Emozione che, prima di contraddistinguere l’artista, contraddistingue l’uomo: umile, ironico, disponibile e generoso verso il proprio pubblico, che non ha mai mancato, anche a Barletta, di tributargli tutto il suo affetto cantando con lui e inondandolo di applausi. D’altronde, come recita una canzone di Renato Zero, più volte cantata a due voci proprio con Massimo Ranieri: quando si ha a che fare con un istrione, bastano quattro tavole in croce, "qualche" spettatore, e il genio si vedrà .