MONOPOLI - L’«Histoire du soldat» di Igor Stravinskj è il progetto di residenza artistica site-specific di Ritratti 2023. E questo fiabesco capolavoro musicale vede la luce nella roccaforte storica di Palazzo Palmieri di Monopoli, sabato 22 luglio (ore 21), in un allestimento inedito diretto da Cecilia Ligorio, regista, drammaturga, librettista, performer la cui passione per il teatro si unisce all’interesse per la musica, trovando una sintesi perfetta nel teatro musicale. Nel frangente, in un’opera da camera in otto parti comprendente narrazione e mimica e nella quale due voci, quelle degli attori Paola Michelini e Niccolò Senni, narrano la storia di un soldato in licenza che si rende protagonista di uno scellerato patto col diavolo, nella convinzione che l’accordo possa procurargli denaro e potere, così come racconta il libretto tratto dal libro «Le fiabe russe» di Charles-Ferdinand Ramuz.
Al centro dell’azione, l’eterno motivo faustiano dell’alleanza col demonio, magnificato da uno sperimentalismo orchestrale che ha avuto una notevole influenza su molti musicisti del Novecento e che il Festival Ritratti verifica attraverso l’esecuzione strumentale di una formazione composta da Lorenzo Rovati (violino), Salvatore Magazzù (tromba), Tindaro Capuano (clarinetto), Nicolò Zorzi (contrabbasso), Giovanni Miceli (trombone), Andrea Corsi (fagotto) e Igor Caizza (percussioni).
Di grande raffinatezza lo spettacolo confezionato da Cecilia Ligorio, veronese classe 1981, prima studentessa di violoncello, canto, danza e filosofia, poi diplomatasi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica «Silvio d’Amico» di Roma, dalla quale viene insignita del premio «Vittorio Gassman». Debutta come regista in Spagna con la «Maria de Buenos Aires» di Piazzolla. Quindi, approda al mondo dell’Opera con una serie straordinaria di debutti importanti al Festival di Martina Franca, alla Fenice di Venezia e al Maggio Musicale Fiorentino prima del «Rigoletto» con John Turturro e le importanti produzioni al Belcanto Opera Festival in Giappone, all’Opera di Colonia e al Teatro dell’Opera di Bruxelles Le Monnaie, giusto per citarne alcuni.
Adesso, questa produzione per il Ritratti Festival dell’«Histoire du soldat» che Stravinskij compose nel 1918 su testo dell’amico Ramuz con un’evidente osmosi tra tratti biografici, storici ed estetici nella gestazione del lavoro, l’opera di un profugo sul tema dell’essere profughi: argomento tristemente attuale.
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