Riforma giustizia, maggioranza divisa sul reato di concorso esterno

ROMA - Il dibattito sulla riforma della giustizia rimane acceso, con il governo che difende le proprie proposte e i magistrati che le contestano, in particolare per quanto riguarda la separazione delle carriere e il concorso esterno in associazione mafiosa. Su Twitter, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso solidarietà al ministro Nordio, poiché si trova in una situazione difficile tra coloro che vogliono mantenere il potere di utilizzare la "giustizia" come strumento di lotta politica e coloro che temono di affrontare l'ingiustizia facendo una scelta giusta per timore di "ritorsioni". Nel frattempo, il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Giuseppe Santalucia, solleva la domanda: se si separano le carriere, "sarà il PM a controllarsi da solo o sarà controllato da qualcun altro?".

Alla trasmissione Coffe break su La7, Santalucia ha spiegato meglio cosa volesse dire con l'espressione "la separazione delle carriere è un pericolo per la democrazia?". "Non è un'espressione molto forte se si approfondisce: se separiamo il pubblico ministero dal giudice, mi riferisco all'ormai famosa imputazione coatta - ha detto - si porta fuori dalla giurisdizione il pm. A quel punto, una volta che abbiamo separato, il pm si controllerà da solo o sarà controllato da chi? Questa è la domanda. Che succede al pm? Negli altri paesi il pm è controllato dall'Esecutivo, non è una distonia negli altri paesi ma lo sarebbe nel nostro Paese per la nostra storia".

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