MONOPOLI - Il Ritratti Festival di Monopoli martedì 1° agosto (ore 21), alla Masseria Spina, rende omaggio a Frank Zappa nel trentennale della morte con «All You Can Beat», originale progetto nel quale la leggenda del rock viene celebrata accanto ad uno dei padri dell’avanguardia, Azio Corghi, scomparso lo scorso novembre. Un concerto sulla complessità della scansione in musica attraverso le multiformi elaborazioni poliritmiche di due eminenti personalità della scena contemporanea, con le quali il Ritratti Festival diretto da Antonia Valente produce un’ulteriore declinazione del tema «fermare il tempo», intorno al quale ha costruito l’intera programmazione della diciannovesima edizione.
Protagoniste assolute le percussioni, al centro innanzitutto di «The Black Page» di Zappa, pezzo di estrema difficoltà esecutiva presente in una doppia versione nell’album live «Zappa in New York» del 1978 e originariamente concepito come assolo per il batterista Terry Bozzio, poi arrangiato in differenti versioni. Una pagina di musica rivoluzionaria che Danilo Grassi, direttore del progetto e di un ensemble comprendente i pianisti Giulia Di Palmo e Tommaso Ronchi, il batterista Gianmarco Petrucci, il marimbista Gabriele Petrucci e un ensemble di altri dodici percussionisti, accosta alle rielaborazioni su temi di Gioachino Rossini realizzate da Corghi con «Un petit train de plaisir» per due pianoforti e percussioni, lavoro basato su brani pianistici contenuti nei «Pechés de vieillesse» del grande operista ed eseguito per la prima volta al Rossini Opera Festival nel 1992, in una versione per balletto con le Percussions de Strasbourg, Bruno Canino, Antonio Ballista e la danzatrice Alessandra Ferri.
Tra l’altro, prima ancora di diventare lo straordinario chitarrista che tutti conoscono, Frank Zappa fu un eccellente batterista, strumento con il quale si affacciò alla musica, nutrendola nel tempo di anticonformismo e critica del sistema, invenzione creativa e sperimentazione. Con Zappa il rock divenne composizione, toccando livelli mai raggiunti da altri musicisti, per nobilitarsi nel novero delle musiche contemporanee rispetto alle quali Azio Corghi ha rappresentato uno dei volti più emblematici delle avanguardie, con una serie composizioni cameristiche, sinfoniche e lavori per il teatro di grande rilievo, tra cui l’opera lirica «Gargantua» da Rabelais, che debuttò al Regio di Torino nel 1984 con la direzione di Donato Renzetti, e «Blimunda» da Saramago, scrittore al quale era legato da una profonda amicizia e con il quale collaborò a lungo. Di straordinaria importanza anche il lavoro su Rossini, con la revisione dell’«Italiana in Algeri» e, per l’appunto, «Un petit train de plaisir», in cui Corghi si configurò con una posizione singolare rispetto all’estetica predominante della seconda metà del Novecento.
Tutti i dettagli su www.ritrattifestival.it.
Protagoniste assolute le percussioni, al centro innanzitutto di «The Black Page» di Zappa, pezzo di estrema difficoltà esecutiva presente in una doppia versione nell’album live «Zappa in New York» del 1978 e originariamente concepito come assolo per il batterista Terry Bozzio, poi arrangiato in differenti versioni. Una pagina di musica rivoluzionaria che Danilo Grassi, direttore del progetto e di un ensemble comprendente i pianisti Giulia Di Palmo e Tommaso Ronchi, il batterista Gianmarco Petrucci, il marimbista Gabriele Petrucci e un ensemble di altri dodici percussionisti, accosta alle rielaborazioni su temi di Gioachino Rossini realizzate da Corghi con «Un petit train de plaisir» per due pianoforti e percussioni, lavoro basato su brani pianistici contenuti nei «Pechés de vieillesse» del grande operista ed eseguito per la prima volta al Rossini Opera Festival nel 1992, in una versione per balletto con le Percussions de Strasbourg, Bruno Canino, Antonio Ballista e la danzatrice Alessandra Ferri.
Tra l’altro, prima ancora di diventare lo straordinario chitarrista che tutti conoscono, Frank Zappa fu un eccellente batterista, strumento con il quale si affacciò alla musica, nutrendola nel tempo di anticonformismo e critica del sistema, invenzione creativa e sperimentazione. Con Zappa il rock divenne composizione, toccando livelli mai raggiunti da altri musicisti, per nobilitarsi nel novero delle musiche contemporanee rispetto alle quali Azio Corghi ha rappresentato uno dei volti più emblematici delle avanguardie, con una serie composizioni cameristiche, sinfoniche e lavori per il teatro di grande rilievo, tra cui l’opera lirica «Gargantua» da Rabelais, che debuttò al Regio di Torino nel 1984 con la direzione di Donato Renzetti, e «Blimunda» da Saramago, scrittore al quale era legato da una profonda amicizia e con il quale collaborò a lungo. Di straordinaria importanza anche il lavoro su Rossini, con la revisione dell’«Italiana in Algeri» e, per l’appunto, «Un petit train de plaisir», in cui Corghi si configurò con una posizione singolare rispetto all’estetica predominante della seconda metà del Novecento.
Tutti i dettagli su www.ritrattifestival.it.
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Cultura e Spettacoli