Santanchè al Senato, 'Contro di me campagna di odio'

ROMA - "Contro di me campagna di odio, datemi atto della mia disponibilità a riferire. Non sono indagata in nessun procedimento, come hanno riferito alcune testate". Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè parlando al Senato per l’informativa relativa alle accuse mosse nei suoi confronti dopo l'inchiesta giornalistica di Report sulle sue società.

Santanchè ha poi continuato: "Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi". La ministra ha detto di voler "bloccare la strumentalizzazione politica che da settimane si sta facendo contro di me" e - parlando di "pratiche sporche e schifose" della stampa - ha attaccato il quotidiano Domani, che oggi ha scritto che la ministra sarebbe sotto indagine.

"Pubblica cose senza citare le fonti. Bene, delle due l'una: o questo giornale mente sapendo di mentire oppure sceglie questo giorno, quello del mio intervento per una classica imboscata per colpire un ministro del governo contro cui si scaglia ogni giorno", ha detto la ministra. Dopo l’informativa è partito un dibattito - 5 minuti di intervento per gruppo - ma nessun voto. Intanto, il MoVimento Cinque Stelle ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Santanchè. Tutti i gruppi parlamentari di opposizione hanno poi chiesto nell'Aula della Camera che la ministra riferisca anche a Montecitorio.

“È normale che un ministro mentre sta per parlare in Senato legga che è indagata? È normale che un giornalista può scrivere cose secretate ignote all'interessato ed ai suoi avvocati? Immagino il giornale abbia venduto qualche cosa in più", ha detto Santanchè riferendosi sempre all’articolo di oggi pubblicato su Domani. Fonti della Procura di Milano precisano però che l'iscrizione nel registro degli indagati di Santanchè non sarebbe comunque secretata: la normativa prevede che il segreto sulle iscrizioni si possa mantenere soltanto "per un periodo non superiore a tre mesi" e che non è "rinnovabile".

Dopo aver precisato di essersi presentata all’informativa “per difendere il mio onore e quello di mio figlio” e “per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo”, si è detta “fiera” del suo lavoro da imprenditrice: “Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolta importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità nell'intrattenimento e poi nell'editoria. Ho potuto scrivere pagine di successo". E ha aggiunto: "Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario".

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