FRANCESCO GRECO - Quasi un gioco, una provocazione, un ingenuo depistaggio l’incipit: “I nomi dei personaggi sono immaginari. I fatti raccontati realmente accaduti…”, (“Quisquà, vita da bar”, Elia Stomaci).
Più sapido di cento saggi storici, più ricco di koinè e sorprendenti sintonie carsiche di mille analisi socio-antropologiche. Vero come un’autobiografia che un popolo scrive con mano propria per dire della sua epopea lunga un secolo.
“Montelasi era un arido cumulo di casupole che si ergeva sulla roccia calcarea…”, (“Per volere del cielo”, Cosimo De Giovanni), .
E’ come un film in b/n: le immagini scorrono nitide e possenti con la forza intensa e rude del mondo di ieri, reali perché non purgate dalle accademie e il mainstream, rese politicamente corrette e quindi innocue dalle scuole e dalle ideologie: narrazioni ben costruite ma alla fine parziali, reticenti, elusive.
“Giuliano era uno splendido esemplare di toro, corteggiato e desiderato in tutta la piana di Poggiardo…”, (“Giuliano”, Giovanni Circolone).
E’ solo uno dei paradigmi per approcciarsi a “Altre storie, altri figuri del Salento”, a cura dell’avv. Fabrizio Licchetta, Associazione Promozione Sociale Eleusi, Grafiche Giorgiani, Castiglione d’Otranto, Lecce, agosto 2023, pp. 432, euro 23,00, cover di Alessandro Licchetta, possente apparato fotografico con oltre 250 immagini emozionanti, inedite (fra cui tre Presidenti: Segni, Leone, Pertini e un insospettato Pelè a Lecce), in massima parte da archivi privati.
“Romano era un pò stanco di tutte quelle falsità che i parlamentari del settentrione erano soliti raccontare quando si parlava della sua terra…”, (“Don Liborio”, Antonio Chiarello).
Un lavoro enciclopedico, prezioso, ricchissimo di interfacce inedite. L’ideale continuazione del volume precedente, “Storie e figuri del Salento” uscito un anno e mezzo fa. Concept uguale: scansione storica, politica, sociale, economica, culturale, etica, epica. Vissuti del popolo del Salento ibridati ad aneddoti, leggende, favole. In un delizioso gioco di specchi e di echi, evocazioni e narrazioni si intrecciano, nude affabulazioni convergono per poi separarsi e tornare a sovrapporsi, vividi immaginari si contaminano e in questa sintesi ne escono postulati non soggetti a relativismi storici ed etici di sorta.
Personaggi di ieri semanticamente affollati portano le loro storie minute immergendole e purificandole nel mare magnum della Storia. Utili alle generazioni millennium per darsi un’identità meno instabile nella Babele del XXI secolo, rafforzare un’appartenenza, la memoria, l’ancoraggio alle proprie radici per abbozzare un qualche futuro.
“Quell’anno, dopo la primavera di fiori, venne l’estate di fuoco…”, (“Io sto con la cicala”, Donato Chiarello).
La scansione è dunque polisemica: vi si intravede la complessità si direbbe barocca del Novecento, le dinamiche sociali e politiche, i percorsi esistenziali individuali e collettivi, la forza di un protagonismo storico, la dialettica intra ed extra moenia. E la grande dignità di un popolo che ha trovato la forza di resistere nel suo innato senso di comunità, che ha poco e lo condivide.
“Al primo udire di quella voce roca e insistente, tutte le donne del vicinato abbassavano la fiammella del gas…”, (“Quiddhu ca ngirava alla murga”, Mino De Santis).
Oltre agli autori succitati e lo stesso Licchetta, figlio del famoso politico Pietro (sua anche la prefazione), si esercitano nella scrittura con originali modulazioni linguistiche recuperate dal passato ma anche scagliate nel futuro: Antonio Coppola, Donatella Russo, Alfredo De Giuseppe, Giuseppe Grecuccio, Alessandro Distante, Antonio Meraglia, Donato Chiarello, Piergiorgio Provenzano, Amleto Abbate, Carlo Longo, Chiara Fracasso, Concettina Chiarello, Enzo Ferramosca, Francesco Chiarello, Oscar W. Drago, Giuseppe Cambò, Isabella Rizzo, Francesco Greco, Leo Nicolì, Lorenzo Chiarello, Manuela Marzo, Luca Antonio Esposito, Lucia Munari, Matteo Maglie, Paolo Lazzari, Pino Gallo, Massimiliano Ivagnes, Pierdomenico Bortune, Il volume andrà in tournèe nel Leccese: inizio 16 agosto, Pro Loco di S. Maria di Leuca. Conduce il giornalista Mauro Ciardo.
Più sapido di cento saggi storici, più ricco di koinè e sorprendenti sintonie carsiche di mille analisi socio-antropologiche. Vero come un’autobiografia che un popolo scrive con mano propria per dire della sua epopea lunga un secolo.
“Montelasi era un arido cumulo di casupole che si ergeva sulla roccia calcarea…”, (“Per volere del cielo”, Cosimo De Giovanni), .
E’ come un film in b/n: le immagini scorrono nitide e possenti con la forza intensa e rude del mondo di ieri, reali perché non purgate dalle accademie e il mainstream, rese politicamente corrette e quindi innocue dalle scuole e dalle ideologie: narrazioni ben costruite ma alla fine parziali, reticenti, elusive.
“Giuliano era uno splendido esemplare di toro, corteggiato e desiderato in tutta la piana di Poggiardo…”, (“Giuliano”, Giovanni Circolone).
E’ solo uno dei paradigmi per approcciarsi a “Altre storie, altri figuri del Salento”, a cura dell’avv. Fabrizio Licchetta, Associazione Promozione Sociale Eleusi, Grafiche Giorgiani, Castiglione d’Otranto, Lecce, agosto 2023, pp. 432, euro 23,00, cover di Alessandro Licchetta, possente apparato fotografico con oltre 250 immagini emozionanti, inedite (fra cui tre Presidenti: Segni, Leone, Pertini e un insospettato Pelè a Lecce), in massima parte da archivi privati.
“Romano era un pò stanco di tutte quelle falsità che i parlamentari del settentrione erano soliti raccontare quando si parlava della sua terra…”, (“Don Liborio”, Antonio Chiarello).
Un lavoro enciclopedico, prezioso, ricchissimo di interfacce inedite. L’ideale continuazione del volume precedente, “Storie e figuri del Salento” uscito un anno e mezzo fa. Concept uguale: scansione storica, politica, sociale, economica, culturale, etica, epica. Vissuti del popolo del Salento ibridati ad aneddoti, leggende, favole. In un delizioso gioco di specchi e di echi, evocazioni e narrazioni si intrecciano, nude affabulazioni convergono per poi separarsi e tornare a sovrapporsi, vividi immaginari si contaminano e in questa sintesi ne escono postulati non soggetti a relativismi storici ed etici di sorta.
Personaggi di ieri semanticamente affollati portano le loro storie minute immergendole e purificandole nel mare magnum della Storia. Utili alle generazioni millennium per darsi un’identità meno instabile nella Babele del XXI secolo, rafforzare un’appartenenza, la memoria, l’ancoraggio alle proprie radici per abbozzare un qualche futuro.
“Quell’anno, dopo la primavera di fiori, venne l’estate di fuoco…”, (“Io sto con la cicala”, Donato Chiarello).
La scansione è dunque polisemica: vi si intravede la complessità si direbbe barocca del Novecento, le dinamiche sociali e politiche, i percorsi esistenziali individuali e collettivi, la forza di un protagonismo storico, la dialettica intra ed extra moenia. E la grande dignità di un popolo che ha trovato la forza di resistere nel suo innato senso di comunità, che ha poco e lo condivide.
“Al primo udire di quella voce roca e insistente, tutte le donne del vicinato abbassavano la fiammella del gas…”, (“Quiddhu ca ngirava alla murga”, Mino De Santis).
Oltre agli autori succitati e lo stesso Licchetta, figlio del famoso politico Pietro (sua anche la prefazione), si esercitano nella scrittura con originali modulazioni linguistiche recuperate dal passato ma anche scagliate nel futuro: Antonio Coppola, Donatella Russo, Alfredo De Giuseppe, Giuseppe Grecuccio, Alessandro Distante, Antonio Meraglia, Donato Chiarello, Piergiorgio Provenzano, Amleto Abbate, Carlo Longo, Chiara Fracasso, Concettina Chiarello, Enzo Ferramosca, Francesco Chiarello, Oscar W. Drago, Giuseppe Cambò, Isabella Rizzo, Francesco Greco, Leo Nicolì, Lorenzo Chiarello, Manuela Marzo, Luca Antonio Esposito, Lucia Munari, Matteo Maglie, Paolo Lazzari, Pino Gallo, Massimiliano Ivagnes, Pierdomenico Bortune, Il volume andrà in tournèe nel Leccese: inizio 16 agosto, Pro Loco di S. Maria di Leuca. Conduce il giornalista Mauro Ciardo.