Ciao Uccio, lo show si è interrotto…

FRANCESCO GRECO - Come la tv in b/n dell’altro secolo, quando il programma era interrotto e sullo schermo appariva l’effetto-neve.

Avevo incontrato Antonio Bitonti detto Uccio da Montesano Salentino tempo fa sul lungomare di Leuca. Era una domenica mattina piena di sole, non c’era quasi nessuno.

Sapevo che non stava bene, che aveva subito un intervento chirurgico molto delicato. Ma lo aveva superato, sembrava in forma. Per cui manco glielo domandai, finsi di non sapere, per non intristirlo. Ne accennò lui stesso dicendo: “Non mi sento niente…”, ma cambiai discorso e chiesi dei suoi programmi, incitandolo a tornare in scena con gli spettacoli con cui si era conquistato una notorietà incredibile: era conosciuto e amato in tutta Italia grazie anche ad alcune apparizioni su tv nazionali in programmi di grande audience. Esitò un attimo, come se stesse riflettendo sull’idea.

Lo ritrovai, stessa location, qualche domenica dopo. Mi disse che stava per riprendere, perché riceveva inviti in tal senso: addii al celibato, al nubilato, spogliarelli, feste di ogni genere. La gente voleva sbarazzarsi della tristezza e la noia di tre anni di libertà negate, paure, sospetti, lutti inaspettati, assurdi.

Mi guardò esitante come a chiedere un po’ di visibilità. Concordammo un’intervista che annunciava il ritorno. Gli consigliai, scherzando ma non tanto, di alzare il cachet: in fondo era un personaggio popolare, Uccio show, già Uccio della Staffa (così si chiamava una boutique che aveva aperto anni prima). Disse di si con un sorriso stento, non mi sembrò molto convinto.

Per i testi e le foto si appoggiò al nipote che, essendo un ragazzo, aveva poco tempo. Gli feci controllare il testo, come faccio sempre, e mi diede l’ok.

L’intervista uscì su questa testata. Restò sull’home-page per giorni, segno di gradimento della gente. Mi telefonò per ringraziami, mi mandò dei messaggi molto carini, che conservo.

Dai social appresi che si stava rimettendo in forma sudando con molto impegno in palestra.

Ora l’estate è lacerata dalla notizia della littorina alla stazione Miggiano-Montesano-Specchia e non ci si crede perchè Uccio era pieno di ottimismo. Un dolore cupo, strozzato, senza parole, ci sorprende. Come un nodo in gola, una colica che punge lo stomaco.

Un personaggio lieve, ironico, spiazzante, stralunato, felliniano: se il regista della “Dolce Vita” lo avesse conosciuto, lo avrebbe sicuramente scritturato.

Ci manca la sua arte sfaccettata, il suo sorriso, la faccia pulita, il cuore generoso. Nel 2011 aveva girato un bel film da protagonista con la regia di Alfredo De Giuseppe. Cantava “Ma che freddo fa”, recitava anche la moglie Beatrice.

Gli volevamo un bene dell’anima e gliene vorremo sempre. Anche se ci ha fatto questo scherzo. Ciao Uccio e insomma… che te lo dico a fare?

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