Negli scorsi mesi, c’è stata l’approvazione di una modifica della L.R. Puglia n. 17/2015 – Disciplina della tutela e dell’uso della costa, che anni fa, venne emanata con lo scopo di assicurare una gestione sostenibile della costa pugliese.
L’art. 14 di tale legge regionale, ha messo al centro la salvaguardia delle zone costiere e conteneva un punto fondamentale, il divieto assoluto di rilasciare concessioni demaniali sui cordoni dunari.
Italia Nostra Puglia, chiede ad alta voce di annullare la modifica all’art. 14, ripristinando il contenuto di testo originario, invocando in tal senso anche il coinvolgimento del Ministero della Cultura, garante di Tutele ope legis, dei poli universitari pugliesi (Unisalento, Uniba, Politecnico e Università di Foggia), del CNR, di tutti gli Ordini professionali degli architetti, Ingegneri, geologi, agronomi, del Forum regionale dell’Ambiente, di tutte le associazioni ambientaliste, dei Forum comunali locali e di quei cittadini che hanno ancora a cuore la tutela dei cordoni dunari e degli habitat naturali ad essi intrinsecamente correlati.
I cordoni dunari rappresentano per la Puglia e in special modo per alcune aree costiere il principale bene paesaggistico eco-sistemico da assoggettare a tutela, da conservare "senza se e senza ma", da non alterare, anche con la fornitura e posa in opera di "reversibili" passerelle comunque invasive: un patrimonio paesaggistico-ambientale d’inestimabile valore di cui prendersi cura.
Le dune costiere, lente nella loro geologica formazione, hanno generato paesaggi storicamente modellati dalla Natura, caratterizzati da una serrata dialettica fra entroterra retrodunale e rurale, resistendo con le loro masse di terra-sabbia, macchia mediterranea e Poseidonia alle azioni erosive del mare. Si pensi, ad esempio, alla distesa di dune che si stagliano da Rosa Marina al Pilone e a Torre Canne fra Ostuni e Fasano, o la marina della chora tarantina (Torricella, Maruggio, etc.) e di San Pietro in Bevagna a Manduria con le sue colline di sabbia bianca.
Italia Nostra Puglia non condivide la modifica del testo di legge, sia nel merito che nel metodo e la definisce inopportuna, non garante della tutela del bene paesaggistico stesso. Tale modifica è stata compiuta in modo sottaciuto, non condiviso con la Società Civile e, cosa ancora più grave, per nulla considerando le reali e articolate esigenze di tutela e di conservazione che un bene paesaggistico pubblico come i cordoni dunari manifestano.
La giustifica addotta dall’assessore Raffaele Piemontese è che il privato imprenditore compirà "manutenzione" delle dune meglio e di più di quanto non riescano a fare gli Enti Pubblici (Parchi regionali e Nazionali in loco, Comuni etc.). Italia Nostra, osservatrice privilegiata in molte capillari realtà pugliesi e nazionali, alla luce dei continui abusi che negli anni ha rilevato e continua a segnalare lungo le coste regionali da parte di privati, ritiene poco credibile e insostenibile tale motivazione, regressiva e aggressiva nei confronti della tutela di un bene paesaggistico prezioso e comune.