Conversano, il Premio Oscar Michael Dudok de Wit per la prima volta in Puglia come ospite d’onore di Imaginaria
CONVERSANO - È Michael Dudok de Wit l’ospite d’onore della XXI edizione di Imaginaria - Festival Internazionale del Cinema d’Animazione d’Autore, che si terrà a Conversano, in provincia di Bari, dal 21 al 26 agosto. Un’edizione che si preannuncia ricca di incontri, proiezioni, laboratori e approfondimenti sul mondo del cinema d’animazione autoriale, e che sarà impreziosita dalla presenza del grande artista e autore olandese, che incontrerà il pubblico di appassionati e curiosi e riceverà giovedì 24 agosto, dal direttore della kermesse Luigi Iovane, il Premio alla Carriera 2023 di Imaginaria.
Per l’occasione sarà presentata al pubblico di Conversano la sua intera filmografia, incluso l’acclamato e struggente cortometraggio Father and Daughter che gli è valso, nel 2000, il Premio Oscar come Miglior Cortometraggio d’Animazione, un BAFTA, il Grand Prix ad Annecy, il Grand Prix all’Animafest Zagreb e dozzine di altri importanti riconoscimenti, in cui un padre e una figlia raccontano attraverso un silenzio carico di significati le stagioni della vita e il legame indissolubile che può esistere, anche dopo la morte, tra le persone che si amano.
Dudok de Wit ha esordito nel 1978 con il corto The Interview, a cui nel 1992 è seguito The Sweep. È nel 1994 però che raggiunge il successo grazie a The Monk and the Fish, nominato all’Oscar e al César per il miglior cortometraggio d’animazione. La tartaruga rossa - opera che disegna metaforicamente le tappe della vita dell’uomo, raccontandone ostacoli e scoperte e affrontando temi sempre attuali come l’amore, la genitorialità, la vecchiaia e la morte - è il suo film esordio, invece, nel mondo del lungometraggio d’animazione. L’opera, prodotto dallo Studio Ghibli (in coproduzione con le francesi Prima Linea Productions, Why Not Production e Wild Bunch), ha conquistato il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2016 nella sezione Un Certain Regard e una nomination agli Oscar nella categoria animazione. Del 2006, invece, il suo ultimo corto, The Aroma of Tea, disegnato interamente a pennello con il tè.
“Il pubblico ha apprezzato molto oltre a Father and Dauther anche The Monk and the Fish, mentre io non saprei dire a quale mia opera mi senta più legato - commenta Dudok de Wit - perché ogni progetto ha comportato gioie e difficoltà. Se guardo al presente, personalmente non mi sono fatto ancora un’idea sull’aumento delle controversie legate all’intelligenza artificiale nel mondo dell’animazione: da un lato lo trovo molto affascinante, mentre dall’altro concordo che ci siano aspetti preoccupanti, anche se è esiste da più di trent’anni con risultati sorprendenti, ed è interessante come oggi i contenuti di arte animata vertano sempre più verso argomenti come l’immigrazione, la salute mentale e l’eco ansia.” E sulla sua presenza a Imaginaria aggiunge: “Sono molto felice di venire per la prima volta in Puglia: sono stato spesso in Italia da bambino, ed è sempre una gioia visitare questo Paese, ho avuto il grande piacere di tenere conferenze a Trieste, Venezia, Padova, Torino e nella meravigliosa Civita di Bagnoregio. Un consiglio che darei ai giovani artisti? Continuate ad ascoltare i vostri desideri e orientamenti più profondi. Questo è di gran lunga il miglior suggerimento che posso dare non solo agli artisti ma alle persone creative in generale, e lo pratico in prima persona, anno dopo anno, osservando chi mi ispira, non solo nel mondo dell’arte.”
Per l’occasione sarà presentata al pubblico di Conversano la sua intera filmografia, incluso l’acclamato e struggente cortometraggio Father and Daughter che gli è valso, nel 2000, il Premio Oscar come Miglior Cortometraggio d’Animazione, un BAFTA, il Grand Prix ad Annecy, il Grand Prix all’Animafest Zagreb e dozzine di altri importanti riconoscimenti, in cui un padre e una figlia raccontano attraverso un silenzio carico di significati le stagioni della vita e il legame indissolubile che può esistere, anche dopo la morte, tra le persone che si amano.
Dudok de Wit ha esordito nel 1978 con il corto The Interview, a cui nel 1992 è seguito The Sweep. È nel 1994 però che raggiunge il successo grazie a The Monk and the Fish, nominato all’Oscar e al César per il miglior cortometraggio d’animazione. La tartaruga rossa - opera che disegna metaforicamente le tappe della vita dell’uomo, raccontandone ostacoli e scoperte e affrontando temi sempre attuali come l’amore, la genitorialità, la vecchiaia e la morte - è il suo film esordio, invece, nel mondo del lungometraggio d’animazione. L’opera, prodotto dallo Studio Ghibli (in coproduzione con le francesi Prima Linea Productions, Why Not Production e Wild Bunch), ha conquistato il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2016 nella sezione Un Certain Regard e una nomination agli Oscar nella categoria animazione. Del 2006, invece, il suo ultimo corto, The Aroma of Tea, disegnato interamente a pennello con il tè.
“Il pubblico ha apprezzato molto oltre a Father and Dauther anche The Monk and the Fish, mentre io non saprei dire a quale mia opera mi senta più legato - commenta Dudok de Wit - perché ogni progetto ha comportato gioie e difficoltà. Se guardo al presente, personalmente non mi sono fatto ancora un’idea sull’aumento delle controversie legate all’intelligenza artificiale nel mondo dell’animazione: da un lato lo trovo molto affascinante, mentre dall’altro concordo che ci siano aspetti preoccupanti, anche se è esiste da più di trent’anni con risultati sorprendenti, ed è interessante come oggi i contenuti di arte animata vertano sempre più verso argomenti come l’immigrazione, la salute mentale e l’eco ansia.” E sulla sua presenza a Imaginaria aggiunge: “Sono molto felice di venire per la prima volta in Puglia: sono stato spesso in Italia da bambino, ed è sempre una gioia visitare questo Paese, ho avuto il grande piacere di tenere conferenze a Trieste, Venezia, Padova, Torino e nella meravigliosa Civita di Bagnoregio. Un consiglio che darei ai giovani artisti? Continuate ad ascoltare i vostri desideri e orientamenti più profondi. Questo è di gran lunga il miglior suggerimento che posso dare non solo agli artisti ma alle persone creative in generale, e lo pratico in prima persona, anno dopo anno, osservando chi mi ispira, non solo nel mondo dell’arte.”
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Cultura e Spettacoli