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L'incontro ha preso avvio con un'introduzione da parte della premier, seguita dagli interventi dei leader dei partiti di minoranza, ognuno dei quali ha presentato le proprie visioni e proposte. Tuttavia, sembra che siano emerse differenze sostanziali tra governo e opposizioni in merito alla proposta di salario minimo.
Meloni ha criticato l'impianto della proposta avanzata dalle opposizioni e ha sottolineato l'importanza di un confronto più ampio che coinvolga il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (Cnel). La premier ha proposto di affidare al Cnel il compito di elaborare una proposta sul lavoro povero e i salari bassi, al fine di arrivare a una soluzione condivisa.
Secondo Meloni, il rinvio della discussione in Parlamento sul salario minimo, di circa 60 giorni, può essere utilizzato per coinvolgere le parti sociali e giungere a una proposta di legge da presentare al Parlamento e al Governo. La presidente del Consiglio ha sottolineato che il lavoro povero non può essere risolto solo con l'implementazione di un salario minimo e ha ribadito l'importanza di una soluzione più completa.
Elly Schlein, segretaria del Pd, ha criticato il governo per non aver presentato una propria proposta o alternative chiare. Ha affermato che la proposta delle opposizioni si basa su due pilastri fondamentali: il rafforzamento della contrattazione collettiva e una soglia legale minima di 9 euro all'ora. Tuttavia, il governo non ha fornito risposte o proposte alternative in merito.
L'incontro si è concluso con la decisione di ribadire e confermare la linea delle opposizioni, che difendono la proposta unitaria di legge, e di promuovere la raccolta di firme nel Paese. Nonostante le differenze, sia il governo che le opposizioni sembrano essere impegnati a continuare il dialogo al fine di trovare una soluzione condivisa che affronti le questioni legate al salario minimo e al lavoro povero.