SANTA MARIA DI LEUCA - “Quando ho visto il faro di Santa Maria di Leuca che si faceva sempre più vicino, ho accelerato il passo
perché tanta era la voglia di vedere la meta.
Nella grande e bianca piazza dove si erge l’imponente basilica di Santa Maria De Finibus Terrae ho lanciato un urlo e sono stata pervasa da una sensazione di grande felicità mista ad un pizzico di tristezza”. Sono queste le prime sensazioni a caldo che Mariella Faustinoni, responsabile del progetto InSuperAbile la staffetta dell’inclusione riesce ad esternare appena raggiunta la meta finale.
Sotto il sole cocente del tacco d’Italia, il Faro di Santa Maria di Leuca, il Santuario e il bianco abbagliante della piazza sembrano un grande teatro illuminato proprio per l’arrivo della terza edizione di InSuperAbile. Vanno in scena, senza copione, ma direttamente dal cuore di ciascuno, sorrisi, abbracci e tanta emozione per aver portato a termine questa impresa: partita il 23 luglio dal Santuario de la Verna, dopo 22 tappe e 1.000 chilometri, ed aver attraversato cinque regioni (Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia)i InSuperAbile la Staffetta dell’inclusione è arrivata sabato scorso al traguardo finale in questo meraviglioso palcoscenico naturale.
“Quello che si è appena concluso - continua Mariella - è un progetto che è stato ricco di umanità , pieno di incontri, di paesaggi meravigliosi e quindi ancora una volta InSuperAbile è riuscito a portare in cammino un messaggio forte di inclusione”.
“Sono molto felice di aver concluso anche quest’anno il progetto InSuperAbile - aggiunge Maria Luisa Garatti - presidente di Se Vuoi Puoi, che a fatica trattiene l’emozione. Sono qui per diffondere il messaggio che nonostante la patologia di cui sono portatrice da 17 anni, la sclerosi multipla, si può fare e non bisogna mollare mai.”
InSuperAbile anche quest’anno prevedeva delle tappe in bici e a raccontare quest’esperienza sulle due ruote è Roberto Dalla Pellegrina, presidente dell’Associazione Pedalabile. “Terza edizione piena di emozione e piena anche di difficoltà . Noi ci siamo fatti 717 chilometri in bici sperando di trovare una ciclabile più accessibile di quella che abbiamo trovato ma, in comunione con lo spirito di InSuperAbile, il risultato l’abbiamo portato a casa. L’entusiasmo dei ragazzi è stato eccezionale e in qualche modo sono stati loro i nostri grandi motivatori”. Lungo tutti i 1.000 chilometri percorsi i grandi protagonisti di InSuperAbile hanno incontrato rappresentanti delle istituzioni, hanno condiviso chilometri e obiettivi con altre associazioni del territorio, hanno anche, molto più semplicemente, regalato sorrisi e saluti a quanti hanno incontrato sul cammino.
Si chiude così la terza edizione di un progetto - nato nel 2020 da un’idea del Dott. Gabriele Rosa, presidente di Associazione Lamu e ASD Rosa Running Team, in collaborazione con altre due associazioni bresciane Se Vuoi Puoi e Pedalabile - che richiede tanto impegno e fatica organizzativa ma che anche quest’anno per 22 giorni ha messo in campo un modello di inclusione che dimostra come anche nella disabilità si può tirare fuori il meglio di ciascuno e insieme raggiungere grandi obiettivi.
Un modello che se trasferito nella vita di tutti i giorni permetterebbe a ciascuno di individuare i propri talenti e metterli a disposizione di se stesso e degli altri per una società “diversa” e non utopistica.
Nella grande e bianca piazza dove si erge l’imponente basilica di Santa Maria De Finibus Terrae ho lanciato un urlo e sono stata pervasa da una sensazione di grande felicità mista ad un pizzico di tristezza”. Sono queste le prime sensazioni a caldo che Mariella Faustinoni, responsabile del progetto InSuperAbile la staffetta dell’inclusione riesce ad esternare appena raggiunta la meta finale.
Sotto il sole cocente del tacco d’Italia, il Faro di Santa Maria di Leuca, il Santuario e il bianco abbagliante della piazza sembrano un grande teatro illuminato proprio per l’arrivo della terza edizione di InSuperAbile. Vanno in scena, senza copione, ma direttamente dal cuore di ciascuno, sorrisi, abbracci e tanta emozione per aver portato a termine questa impresa: partita il 23 luglio dal Santuario de la Verna, dopo 22 tappe e 1.000 chilometri, ed aver attraversato cinque regioni (Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Puglia)i InSuperAbile la Staffetta dell’inclusione è arrivata sabato scorso al traguardo finale in questo meraviglioso palcoscenico naturale.
“Quello che si è appena concluso - continua Mariella - è un progetto che è stato ricco di umanità , pieno di incontri, di paesaggi meravigliosi e quindi ancora una volta InSuperAbile è riuscito a portare in cammino un messaggio forte di inclusione”.
“Sono molto felice di aver concluso anche quest’anno il progetto InSuperAbile - aggiunge Maria Luisa Garatti - presidente di Se Vuoi Puoi, che a fatica trattiene l’emozione. Sono qui per diffondere il messaggio che nonostante la patologia di cui sono portatrice da 17 anni, la sclerosi multipla, si può fare e non bisogna mollare mai.”
InSuperAbile anche quest’anno prevedeva delle tappe in bici e a raccontare quest’esperienza sulle due ruote è Roberto Dalla Pellegrina, presidente dell’Associazione Pedalabile. “Terza edizione piena di emozione e piena anche di difficoltà . Noi ci siamo fatti 717 chilometri in bici sperando di trovare una ciclabile più accessibile di quella che abbiamo trovato ma, in comunione con lo spirito di InSuperAbile, il risultato l’abbiamo portato a casa. L’entusiasmo dei ragazzi è stato eccezionale e in qualche modo sono stati loro i nostri grandi motivatori”. Lungo tutti i 1.000 chilometri percorsi i grandi protagonisti di InSuperAbile hanno incontrato rappresentanti delle istituzioni, hanno condiviso chilometri e obiettivi con altre associazioni del territorio, hanno anche, molto più semplicemente, regalato sorrisi e saluti a quanti hanno incontrato sul cammino.
Si chiude così la terza edizione di un progetto - nato nel 2020 da un’idea del Dott. Gabriele Rosa, presidente di Associazione Lamu e ASD Rosa Running Team, in collaborazione con altre due associazioni bresciane Se Vuoi Puoi e Pedalabile - che richiede tanto impegno e fatica organizzativa ma che anche quest’anno per 22 giorni ha messo in campo un modello di inclusione che dimostra come anche nella disabilità si può tirare fuori il meglio di ciascuno e insieme raggiungere grandi obiettivi.
Un modello che se trasferito nella vita di tutti i giorni permetterebbe a ciascuno di individuare i propri talenti e metterli a disposizione di se stesso e degli altri per una società “diversa” e non utopistica.