Leuca: Colonia Scarciglia ai privati, mentre arriva l’Anno Santo

FRANCESCO GRECO - Ex Colonia Scarciglia di S. Maria di Leuca, che fare? Proprietà della Provincia di Lecce, territorio nel Comune di Castrignano del Capo. Stasera si inaugura il progetto vincitore del concorso indetto dal Comune in una Puglia ormai svenduta ai privati, vip o presunti tali, fra masserie e resort e dove l’interesse collettivo è tenuto in esigua considerazione.

Si annuncia rispettoso dell’ambiente: infatti si parla di "progetto di riqualificazione" e bla bla bla, tutte quelle cose che si dicono ma che talvolta restano pie intenzioni, perché poi appaiono magicamente recinzioni belle alte, telecamere e divieti vari.
Già "Quotidiano" il 9 aprile scorso parlava di "residence di lusso con 20 suite vista mare". Si parla anche di una torre (di Babele?), di una Fondazione Culturale, cinema all’aperto e di forestazione. Su uno degli skyline più belli d’Italia. Ricaduta occupazionale sui territori? Qualche cameriere.
Parterre ricco: fra gli altri, il sindaco Francesco Petracca, Anna Grazia Maraschio (Assessora all’Ambiente, Ciclo rifiuti e bonifiche, Vigilanza ambientale, Rischio industriale, Pianificazione territoriale, Assetto del territorio, Paesaggio, Politiche abitative), il Vescovo della Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca, che benedirà il plastico (manco la prima pietra).
Sua Eccellenza Mons. Vito Angiuli è un personaggio freudiano: la mattina tesse le lodi di "Laudato sì", l’enciclica ambientalista di Papa Bergoglio collegata idealmente al pensiero di San Francesco e marcia contro la xylella che ha abbrutito il paesaggio di Terra d’Otranto. La sera, alla Dr. Jackyll e Mr. Hyde, benedice le 4 corsie della SS 275 accanto a politici diciamo così discussi. A proposito: secondo alcune firme del giornale il cui editore è interessato ai cantieri) tutti gli incidenti sono colpa della strada. Uno guida ubriaco, drogato, parla al cellulare, si fa i selfie, va senza casco e la tragedia avviene per le corsie.
Sui social e nella società salentina è in corso, e non da oggi, fra cittadini, turisti, imprenditori, blogger, un vivace dibattito fra pro e contro. Fra sospetti e veleni. L’architetto Cosimo Montinaro è ostile al progetto (cfr. "Caro Sgarbi, salviamo l’ex Colonia Scarciglia di Leuca?", Giornale di Puglia, 1 settembre 2022). Ma anche imprenditori locali nutrono dubbi e sostengono che di tutto avrebbe bisogno Finibus Terrae fuorchè di altro cemento.
Negli ultimi giorni è nata una scuola di pensiero, per la quale il piazzale di Punta Meliso e quindi il rudere dell’ex sanatorio per malattie respiratorie, nato durante il fascismo, dovrebbe essere donato al Santuario-Basilica della Madonna di Leuca (che richiama turisti da tutto il mondo) e inglobato nella sua area dove c’è anche la Colonna Romana e la celebre Scalinata monumentale. Anche in prospettiva dell’Anno Santo in progress.
Altra questione spinosa: i lidi privati. "Troppi" a dire di tanti residenti e turisti. Tanto che sono esigui i luoghi dove fare i bagni (le spiagge libere sono dei formicai). Leuca, aggiungono, non è la costa romagnola dove il litorale si estende per km, è morfologicamente inadatta ai lidi, per altro, dati in concessione a costi irrisori, che non vanno mai sul mercato, quasi a sancire diritti feudali.
Un’altra scuola di pensiero prende corpo (e a supporto della quale si stanno raccogliendo firme): via i lidi e le loro ferraglie che impediscono la balneazione e la vista del mare e restando durante l’inverno, rovinano le scogliere. Tutto mentre le associazioni ambientaliste, locali e nazionali, dormono il sonno della ragione.

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