BARI - “Qualcuno, in cerca della visibilità perduta, tenta di usare i Giochi del Mediterraneo per uscire dall'oblio. I Giochi di Taranto del 2026 rischiano, purtroppo, di diventare il tormentone dell'estate 2023. Sterili polemiche e proposte fantasiose, però, non aiutano ad accelerare né lo stanziamento delle risorse necessarie, né la trasformazione dei progetti in cantieri". Così il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD), delegato ai Giochi del Mediterraneo 2026.
"Lo Stadio del Nuoto di Taranto - prosegue Di Gregorio - è uno dei progetti bandiera su cui ha lavorato il Comitato organizzatore, ora all'attenzione del Commissario Ferrarese. A questo intervento sono già destinati 24 milioni di euro contemplati nei 150 deliberati dal Parlamento a marzo del 2022. Il Comune di Taranto ha inviato alla struttura del commissario Ferrarese il Pfte (piano di fattibilità tecnico-economica) dello Stadio del Nuoto per il quale esiste una proposta progettuale ben definita. Un percorso già avviato e consolidato che nei prossimi mesi dovrebbe entrare nella fase operativa. Avanzare ipotesi alternative - spiega - alimenta la confusione e non rende un buon servizio alle comunità di appartenenza. I Giochi del Mediterraneo sono sicuramente una grande occasione per potenziare le infrastrutture sportive sui territori, ma non possono diventare una specie di pozzo dei desideri. Se l'on. D'Attis avesse realmente a cuore le sorti della sua Brindisi e nella fattispecie dell'ex piscina olimpionica, se ne sarebbe potuto occupare negli anni scorsi visto che la struttura è abbandonata da 40 anni. Inoltre, secondo una stima di un gruppo di imprenditori, per ristrutturare e riattivare l'impianto occorrerebbe un investimento molto importante. L'ex piscina olimpionica di Brindisi è inserita sul litorale Nord, in un'area della Marina Militare, interamente da recuperare. E' evidente che si tratta di un'ipotesi non solo molto costosa, ma con un iter burocratico lungo e complesso che non si concilia con i tempi dei Giochi del Mediterraneo 2026. Spero vivamente che Brindisi possa recuperare l'area e l'impianto in questione restituendo ai cittadini una porzione di territorio negata per 40 anni. Mettere in relazione questa legittima aspirazione con il Masterplan dei Giochi del Mediterraneo del 2026, sembra solo una trovata mediatica. Nemmeno tanto riuscita” conclude Di Gregorio.
"Lo Stadio del Nuoto di Taranto - prosegue Di Gregorio - è uno dei progetti bandiera su cui ha lavorato il Comitato organizzatore, ora all'attenzione del Commissario Ferrarese. A questo intervento sono già destinati 24 milioni di euro contemplati nei 150 deliberati dal Parlamento a marzo del 2022. Il Comune di Taranto ha inviato alla struttura del commissario Ferrarese il Pfte (piano di fattibilità tecnico-economica) dello Stadio del Nuoto per il quale esiste una proposta progettuale ben definita. Un percorso già avviato e consolidato che nei prossimi mesi dovrebbe entrare nella fase operativa. Avanzare ipotesi alternative - spiega - alimenta la confusione e non rende un buon servizio alle comunità di appartenenza. I Giochi del Mediterraneo sono sicuramente una grande occasione per potenziare le infrastrutture sportive sui territori, ma non possono diventare una specie di pozzo dei desideri. Se l'on. D'Attis avesse realmente a cuore le sorti della sua Brindisi e nella fattispecie dell'ex piscina olimpionica, se ne sarebbe potuto occupare negli anni scorsi visto che la struttura è abbandonata da 40 anni. Inoltre, secondo una stima di un gruppo di imprenditori, per ristrutturare e riattivare l'impianto occorrerebbe un investimento molto importante. L'ex piscina olimpionica di Brindisi è inserita sul litorale Nord, in un'area della Marina Militare, interamente da recuperare. E' evidente che si tratta di un'ipotesi non solo molto costosa, ma con un iter burocratico lungo e complesso che non si concilia con i tempi dei Giochi del Mediterraneo 2026. Spero vivamente che Brindisi possa recuperare l'area e l'impianto in questione restituendo ai cittadini una porzione di territorio negata per 40 anni. Mettere in relazione questa legittima aspirazione con il Masterplan dei Giochi del Mediterraneo del 2026, sembra solo una trovata mediatica. Nemmeno tanto riuscita” conclude Di Gregorio.